Il più delle volte, le nostre virtù sono soltanto vizi camuffati.
(La Rochefoucauld, Massime, 1665)
Siamo a favore della libertà, e contro le censure d’ogni genere.
Eppure, oggi che il sesso è onnipresente e sdoganato, ci manca qualcosa. Nell’erotismo esiste infatti uno strano paradosso: il bisogno di una proibizione da trasgredire.
“Il sesso è sporco? Solo quando è fatto bene”, scherzava Woody Allen, riassumendo quanto i divieti della morale benpensante (o religiosa) abbiano in realtà giovato e insaporito i congressi carnali.
Un esempio illuminante, in questo senso, può arrivare dai terribili casi editoriali degli ultimi anni: potremmo chiederci come mai oggi la letteratura erotica sembra prodotta da gente che non sa scrivere, per gente che non sa leggere.
I più grandi capolavori dell’erotismo sono emersi quando di sesso non era concesso scrivere. Sia l’autore (spesso affermato e rispettabile) che l’editore erano costretti a operare nell’anonimato, e se scoperti rischiavano condanne pesantissime. Letteratura pericolosa, fuorilegge: non la si scriveva con il fine di vendere centinaia di migliaia di copie, ma per distribuirla sottobanco a chi era in grado di comprenderla.
Paradossalmente, quindi, era proprio la severità della censura a garantire che alla pubblicazione di un’opera erotica corrispondesse un’urgenza poetica, autoriale. Così la letteratura piccante, in molti casi, rappresentava un’espressione artistica necessaria e insopprimibile. L’attraversamento di una frontiera, di una barriera.
Visto il piatto panorama attuale, è inevitabile che finiamo per guardare con curiosità (se non addirittura con un pizzico di nostalgia) ai tempi in cui l’erotismo andava scrupolosamente occultato dagli sguardi indiscreti.
Una declinazione certamente originale di questo “immaginario sommerso” sono gli oggetti erotici che in Francia (dove ebbero particolare fortuna) vengono chiamati à système, cioè “con dispositivo”.
Si trattava di rappresentazioni oscene dissimulate dietro apparenze innocue, visibili soltanto da chi conosceva il meccanismo, il movimento segreto, il trucco necessario a svelarle.
Qualcuno ricorderà come, una ventina d’anni fa, nei ristoranti cinesi la grappa fosse offerta a fine pasto in particolari bicchierini che avevano al loro interno una base di vetro convesso: quando le tazzine erano piene, la distorsione ottica veniva corretta dal liquido ed era possibile ammirare sul fondo una signorina discinta, che tornava invisibile a bicchiere vuoto.
Il concetto era lo stesso anche negli antichi objets à système: oggetti di uso comune o magari di arredamento che racchiudevano, celate alla vista degli eventuali ospiti, le inconfessabili fantasie dei proprietari.
Il tipo più semplice di oggetti à système erano i doppi fondi e gli scomparti segreti. Si potevano nascondere immagini scabrose negli accessori più svariati, dalle tabacchiere ai bastoni da passeggio, dalle finte scatole di formaggio ai quadri “multipli”.

Scatola in avorio con coperchio recante una doppia scena. XIX Secolo.

Gioco del domino, in avorio intarsiato alla maniera dei marinai, con tavole erotiche.

Pomello di bastone da passeggio.

Quadri contenenti altrettante tele nascoste.

Una giovane donna legge un libro; aprendo il quadro si visualizzano le sue fantasie impudiche.
Altri oggetti, già leggermente più elaborati, presentavano invece un duplice volto: occorreva un cambio di prospettiva per scoprirne il lato indecente. Un classico esempio del primo ‘900 sono le sculture in ceramica o i posacenere che, una volta capovolti, riservavano qualche sorpresa.

Il monaco, classica figura erotica, in questo caso nasconde il suo segreto nella gerla sulle spalle.

Pendaglio double face: le gambe della figura femminile si richiudono, ed ecco che sul retro si forma un romantico cuore fiorito.
Poi venivano gli oggetti che avevano al loro interno una cerniera o un meccanismo da azionare, oppure delle parti staccabili da sollevare. Alcune statuette, come ad esempio i bellissimi bronzi creati dalla celebre fonderia austriaca Bergman, restavano perfetti per decorare un ambiente in stile liberty, pur conservando il loro piccolo e vivace segreto.

La parte alta di questa ceramica policroma forma un coperchio che, una volta tolto, mostra la signora Marchesa accovacciata nella posizione detta de la pisseuse, resa popolare da una famigerata stampa di Rembrandt.

Tabacchiera, scultura marinara. Qui il meccanismo fa “cadere” il cappello del militare, scoprendo la vera natura della scena galante.

Pipa di schiuma. Introducendo il curapipe nel fornello, si fa scattare una levetta.
Con il tempo gli artigiani ricorsero ad idee sempre più fantasiose.
C’erano ad esempio i gruppi composti da due statuette distinte, che mostravano una casta e bella fanciulla in compagnia di un fauno galante. Ma bastava cambiare posto ai due protagonisti per visualizzare il seguito della vicenda, e constatare quanto le arti seduttive del satiro fossero in verità efficaci.
Esistevano poi altri stratagemmi, ancora più elaborati, per rendere piccanti gli oggetti comuni. L’immagine seguente mostra un finto libro (fine XVIII secolo) che nasconde uno scrigno segreto. Le chiavette a molla sulla parte inferiore permettono di srotolare un nastro contenente sette quadretti licenziosi, visibili attraverso una cornice ovale.
Le figure seguenti invece sono un vero classico, e in molte varianti furono stampate su scatole, piatti, porta fiammiferi e utensili vari. A prima vista non tradiscono nulla di osceno; il loro segreto diventa evidente soltanto se si capovolgono, e si nasconde la parte bassa del disegno con una mano (potete provarci più sotto).
Le medaglie della foto qui sotto erano particolarmente ingegnose. Ancora una volta, le immagini impresse sui due lati non avevano nulla di sconveniente se esaminate da un non iniziato. Facendo girare a mulinello la medaglia sul proprio asse, però, esse si “combinavano” come fotogrammi di un film, e apparivano assieme. Con risultati facilmente immaginabili.
Per finire, ecco dei sorprendenti ventagli cinesi.
Nel suo La magia dei libri Mariano Tomatis riporta innumerevoli esempi storici di “libri manomessi”, cioè modificati in modo da ottenere effetti di illusionismo. Questi ventagli magici funzionano con un meccanismo simile: presentano su entrambi i lati delle figure innocue, a patto che il ventaglio venga aperto come di consueto da sinistra a destra. Ma se si apre il ventaglio da destra a sinistra, lo spettacolo cambia.
La caratteristica principale di queste creazioni artigianali, rispetto all’arte erotica classica, era il loro costante elemento di ironia. Nell’idea di questi oggetti è ben visibile, cioè, una vena piuttosto beffarda e dissacrante.
Pensateci: chiunque poteva tenere delle opere pornografiche sotto chiave in cassaforte. Ma esibirle in salotto, di fronte a parenti e conoscenti ignari? Esporle in bella vista sotto gli occhi della suocera o del prete in visita?
Evidentemente questo era il piacere sopraffino, il vero trionfo della dissimulazione.

Carta da gioco con nudo in filigrana, visibile usando una candela.
Simili oggetti hanno subìto la stessa perdita di senso sofferta dalla letteratura libertina; senza più alcun motivo di venire prodotti, sono ormai poco più che una curiosità per collezionisti.
Eppure ci possono ancora aiutare a comprendere un po’ meglio il paradosso di cui parlavamo all’inizio: gli objets à système sono in grado regalare un piccolo brivido unicamente in presenza di un tabù, nella necessità di esistere sotto copertura, come i fantasmi sessuali che secondo Freud si agitano dietro le innocue immagini elaborate in sogno.
Dovremmo leggere questi oggetti come simbolo dell’ipocrisia borghese, della smania di mantenere a tutti i costi una facciata onorevole? O erano invece un sotterraneo tentativo di ribellione?
Più in generale, siamo sicuri che la trasgressione sessuale sia così rivoluzionaria come appare a prima vista, o magari riveste in realtà un ruolo di conservazione sociale della norma?
In fondo, rendere il sesso accettabile e portarlo alla luce del sole – privarlo cioè della sua parte di ombra – non impoverirà certo il desiderio, capace di trovare sempre e comunque la sua strada. Probabilmente non impoverirà nemmeno l’arte o la letteratura che (speriamo) sapranno costruire nel tempo un nuovo immaginario simbolico, adatto a un erotismo di “dominio pubblico”.
L’aspetto più a rischio di estinzione è proprio la buona, vecchia trasgressione che animava anche questi gingilli pruriginosi. E, a guardare le odierne convention sulle sessualità alternative, sembra proprio che la caduta dei tabù sia già avvenuta. In assenza di divieti, senza più regole da infrangere, il sesso sta perdendo il suo carattere virulento e pericoloso; sta conquistando però possibilità di esplorazione inedite e una fondamentale serenità.
E noi?
Noi pretendiamo come al solito la botte piena e la moglie ubriaca: siamo a favore della libertà, contro le censure d’ogni genere, ma segretamente bramiamo ancora lo squisito frisson del pericolo, del peccato.
Le foto contenute nell’articolo sono per la maggior parte tratte dal volume di Jean-Pierre Bourgeron Les Masques d’Eros – Les objets érotiques de collection à système (1985, Editions de l’amateur, Paris).
La straordinaria collezione di oggetti erotici di André Pieyre de Mandiargues (scrittore e poeta vicino ai surrealisti) è stata immortalata dal regista Walerian Borowczyk nel cortometraggio Une collection particulière (1973), visibile su YouTube con sottotitoli in italiano.
Il piatto panorama attuale non è soltanto sessuale, è totale. La piattezza della letteratura erotica è parte (infatti il fulcro, insieme con letteratura horror) della letteratura in generale. Dopo Montale chi è il Poeta, chi lo sostituisse, chi prende la staffetta trasmessa nei secoli? Non è soltanto un fenomeno stretto italiano, Montale era ultimo grande poeta europeo.
La censura (e il tabù) non è soltanto esteriore, è principalmente interiore, è un stato d’animo. I sistemi e le strutture sociali sono incarnazioni di velleità interiori, stati d’animo che sono perenni, immutabili, onnipresenti, sempre presenti anche nelle epoche considerate libere o degradate, due punti di vista interessati che considerano aberrazioni storiche Inquisizione, sistemi totalitari (Nazismo, Comunismo) oppure la democrazia kali yuga, accusandosi di vicenda.
In Italia la censura è soltanto benpensante o religiosa, c’i sono paesi che è stata anche sistemica e atea, dunque un ragione in più che la storia e il divenire di forme derivate da essenze immutabili, perenni ecc.
Sulla censura e i tabù capisco quello che vuoi dire, e hai ragione, sono assolutamente intrinsechi a qualsiasi comunità umana. D’altronde una società crea la sua identità proprio costruendo dei confini, delle barriere. Dalle tribù alle società moderne sono probabilmente i divieti, piuttosto che le cose che condividiamo, ad aggregarci.
Questo è il paradosso di cui parlavo: abbiamo sempre avvertito le proibizioni sociali come delle prigioni, ma non possiamo vivere senza, e talvolta oltrepassandole siamo arrivati a punte di poesia straordinarie. Ora però abbiamo tolto al sesso il suo lato trasgressivo: come ogni cambiamento, ha i suoi lati positivi e negativi. Un aspetto che un po’ mi dispiace è la morte della letteratura erotica così come la intendevamo nel ‘900, quando era cattiva, spesso spiacevole, disturbante (per come la vedo io, la vera letteratura erotica dovrebbe fare proprio questo, e non titillare in maniera innocua il lettore). Il vecchio senso dell’erotismo come espressione “sovversiva” è praticamente morto, toccherà inventarne un altro. E ce la faremo, non ho dubbi.
D’altronde viviamo in un momento di cambiamento epocale, su tutti i fronti; molti non se ne rendono conto ma siamo di fronte a una vera e propria mutazione della specie umana (il Mutate or die! di Burroughs si rivela sempre più profetico). Anche quello che dici su Montale – l’autore, l’inventore, il grande uomo che da solo cambia le cose – queste sono idee che stanno per essere superate; forse non ci sarà più un eroe, un genio singolo, perché sta emergendo una nuova intelligenza di rete, collettiva, e mai come oggi abbiamo ragionato in maniera così integrata e interconnessa a livello di specie.
Ma non voglio divagare troppo. Sono anni terribilmente eccitanti, spaventosi, esaltanti. Che meraviglia poterne essere testimoni.
“La nuova intelligenza di rete, collettiva, …” ormai è vecchia di mezzo secolo (new-age anni sessanta), e non si vede niente in giro, a parte le speranze dell’internet, un altra delusione ancora. Le speranze di anni sessanta era ultimo sospiro della Rivoluzione Fallita sotto le spoglie mistiche di un movimento senza Partito e senza Lider, era un espressione di un fallimento mascherato. Dall’altra parte sempre il nuovo nella storia viene portato nell’inizio da un individuo, e poi viene diffusa nella rete. Esempio dell Montale lo portato per espandere il fenomeno dalla piattezza letteratura erotica in letteratura in generale, ed oltre, perché la piattezza è un fenomeno riscontrato in ogni campo della cultura, a parte la tecnologia. Nessun poeta, neanche Omero, il più grande, ha dato inizio ad un movimento, sono di altra pasta gli superuomini che hanno ripastato l’uomo. lo stesso Montale era cosciente che arte, è espressione dell’impotenza. Se vuoi lo trovo la sua poesia rispettiva.
A parte la speranza come un sentimento innato, non vedo in giro ufficialmente e razionalmente altro che anarchia, confusione, miseria e assurdità.
Come si farà inventare un senso nuovo di erotismo senza inventare un nuovo senso di tabù? E’ proprio questo che state cercando buttandosi capofitto da una democrazia anarchica assoluta, in una tirannia assoluta, proprio quel che è successo nella storia, un altalena di tirannia-libertà con amplitude (ampiezza) sempre più crescente e più accelerata. Più scellerata è il termine più giusto.
“Non vedo in giro altro che anarchia, confusione, miseria e assurdità“: sai che novità, hai praticamente citato le leggi fondamentali del cosmo! 😀
Mi dispiace se non riconosci attorno a te la poesia umana (soprattutto della tecnologia e della rete, ma anche, perché no, della psicopatologia odierna, della meravigliosa pornografia della scienza, del declino occidentale, ecc.). Ti stai perdendo un bello spettacolo.
lo so che non è novità, ma so anche, e anche più di te, che sono le leggi fondamentali dell’inferno, e inferno non è uguale a cosmo, è una parte del cosmo, e vive a discapito dell’armonia del cosmo (logica, buon senso, felicità, buona volontà ecc). Inferno è parassita del cosmo, è il pericolo del distruzione del cosmo.
Grazie per l’offerta del lo spettacolo, non c’e niente di bello nell’inferno, almeno per chi è stato (ed continua ad essere) attore involontario e sforzato nel spettacolo dell’inferno, e non un spettatore seduto pingue e tranquillo.
Presto o tardi viene per ognuno il momento di fare l’attore, o peggio ancora, il gladiatore. Il cosmo, compreso inferno, è pedagogico!
Mentirei se dicessi che invidio le tue certezze. Non ne troverai traccia nei miei articoli, se non in minima parte, perché la mia visione vuole essere principalmente interrogativa. Sarà forse la visione di uno spettatore pingue e ignorante, ma è così. 🙂
tempo fa ti avevo inviato una foto di un piccolo inalatore di profumi (probabilmente) dove è inserita una piccola diapositiva con una donnina discinta… mi spiace non poterne postare la foto, rientrerebbe a pieno titolo nell’argomento e qualche lettore potrebbe saperne di più…. infatti sia l’origine che il reale uso non sono chiari.
La posto io per te.
Ovviamente con l’appello, qualora qualche lettore sapesse la funzione e la provenienza dell’oggetto misterioso, a risolvere questa nostra curiosità! 🙂
Ottimo, grazie! Stiamo a vedere…
Ho chiesto anche su Twitter, vediamo se qualcuno fa luce sul mistero. 😉
Articolo sublime. Mi piacerebbe possedee una delle pipe…
Qualcosina ce l’ho. La carta da gioco nell’articolo, ad esempio, viene dalla mia collezione. 🙂
Invidia…
Fantastici oggetti :D! I monaci a “doppio senso” andavano per la maggiore, a quanto pare. Fantasie erotiche preferite dalle signore dell’epoca? c’è da dire che non dispiacerebbe nemmeno a me avere alcuni di questi :).
Potrebbe esserci questo principio, anche con i testi delle canzoni popolari? Questo gioco del contenuto celato, attraverso i doppi sensi? Lo spazzacamino, l’uccellino della comare, ecc. Anche canzoni più recenti come Kobra della Rettore…
Perdona la mia pessima frase in italiano. Intendevo: “Si potrebbe applicare lo stesso principio anche con i testi delle canzoni popolari?”
Certo, nei monaci e nelle suore c’è un elemento di goliardia evidente, simile a quello delle canzoni a doppio senso.
Tieni anche conto che alcuni degli oggetti più popolari (come ad esempio i posacenere o i disegni da capovolgere) erano venduti o regalati nelle case di piacere come ironici souvenir per i clienti affezionati.
Piccola riflessione:
Nel mondo dell’ipersessualizzazione e del vedo vedo la vera rivoluzione sessuale non è forse la pudicizia?
Un affettuoso saluto
Mah, esistono solo i due opposti? 🙂
” … se … riconosci attorno a te la poesia umana (soprattutto della tecnologia e della rete …”, e soprattutto aritmetica binaria e un po di programmazione, capirai che tutta la rete, compreso i blog bizzarrobazar, è un gioco di due numeri opposti 0 ed 1, come nella mentalità orientale il cosmo è un gioco di yin e yang, e nella Teoria dei Colori di Goethe tutto il gioco variopinto di colori si riduce nel due poli opposti luce-ombra.
Sicuramente e soprattutto, anche se non faresti soltanto interrogazioni senza volere sapere per risposte, che non sono opposte delle interrogazioni.
http://iranian.com/DariushRadpour/2006/January/New/Images/7.jpg
Evidentemente no 🙂
Che sbatta!
E io che mi lamentavo del 56K
Cmq non sono così d’accordo che la letteratura erotica sia in decadenza, mediamente ogni generazione dichiara che qualcosa è decaduto e che si stava meglio quando si stava peggio.
Semplicemente credo che come in tutte le produzioni umane il 2% sia roba valida e il 98% schifezza, al crescere della produzione trovare il 2% diventa solo più difficile ma, al contempo, ce ne è anche di più in termini assoluti.
Non è questione di lagne generazionali: la letteratura erotica che c’era in giro “ai miei tempi” era obbiettivamente già in decadenza rispetto ai fasti della prima metà del Novecento. Apollinaire, Louÿs, Aragon, Bernard, Bataille, Mandiargues, e in lingue diverse dal francese Miller, Nin, Tanizaki, e compagnia bella – questi non erano autori prettamente “erotici”, ma scrittori che facevano incursione nell’erotismo per sfruttarne la carica sulfurea. L’unico esempio recente che mi viene in mente di qualcosa di simile è l’Usage du Monde (“Facciamo un gioco”) di Carrère, con la vertigine metanarrativa che mette in atto.
Intendiamoci, dipende sempre da che tipo di fruizione si vuol fare di questi libri; se si leggono solo per la loro funzione stuzzichevole, oppure si cerca lo slancio verso l’Altrove, la poesia. Opere erotiche di buona carica sessuale ce ne sono, opere erotiche di buona letteratura decisamente meno. Ma come ho scritto sono convinto che sia un semplice momento di passaggio, e il mio atteggiamento è di gran curiosità.
Capisco il tuo punto di vista e non voglio immergermi in una discussione su cosa sia la “buona letteratura”.
Ti lascio giusto un sito che ha raccolto alcuni stralci di letteratura erotica vittoriana.
È curioso vedere come il mondo sia cambiato molto poco.
http://www.robinwolfe.com/category/victorian-porn-fridays/
Grazie Nicholas!