Bizzarro Bazar si è occupato in altre occasioni, e continuerà ad occuparsi, di parafilie e di feticismi di tipo sessuale. Questo articolo è stato pensato per fare un po’ di chiarezza sulla questione del feticismo cosiddetto furry, nome tratto dalla più vasta comunità che condivide la stessa particolare passione: gli animali antropomorfi.
Cominciamo col dire che il furry fandom è una sottocultura che accomuna appassionati di personaggi animali con caratteristiche umane. Normalmente mammiferi, questi personaggi sono dotati di intelligenza umana, espressioni facciali, anatomia, capacità di parlare, bipedalismo, vestiti, e altri attributi tipici degli esseri umani.
Chi ha una seppur minima conoscenza dell’universo dei manga, li riconoscerà. Ecco ad esempio una volpe antropomorfa estratta dalla pagina di Wikipedia dedicata al furry fandom.
Gli appassionati di questo genere di arte amano spesso vestirsi come i loro beniamini, costruendo e assemblando costumi allegri e simpatici che indossano in apposite convention dedicate al tema, oppure talvolta in altre occasioni, per colpire o per divertire gli astanti. I costumi (solitamente personalizzati per creare un personaggio unico e specifico, chiamato fursona) comportano un grosso investimento di tempo e di denaro, ma per i fan del furry ne vale la pena: in un certo senso, vestirsi in questo modo li riconnette con il bambino che è in loro, rendendoli nuovamente puri e innocenti. Nulla più di un “gioco di ruolo” infantile, dunque.
Eppure, da qualche tempo, i furries sono al centro di una errata interpretazione della loro passione. Alcuni media, infatti, hanno sottolineato ed enfatizzato a scopi scandalistici il fatto che possa esistere un furry fetish, vale a dire un feticismo sessuale nei riguardi dei costumi di animali antropomorfi. Ma esiste qualcuno che si può eccitare indossando un costume di questo tipo?
Come è presto chiaro a chi si avventura per un po’ nello strano mondo delle parafilie, la regola di base è che “se puoi nominarlo, esiste”. Questo vale anche per il furry fetish. Che esista, è fuori discussione. Forse spinti da alcuni disegni erotici che hanno come protagonisti i furries, forse innescati da altre soggiacenti pulsioni, i desideri nei riguardi degli animali antropomorfi, e più in generale delle tute fursuit, sono un fenomeno ben documentato e di cui sono consapevoli anche i membri di questa sottocultura.
Già molti siti pornografici ospitano una sezione furry, e su Furbid, una sorta di eBay dedicato al tema, sono in vendita diversi artwork originali classificati “per adulti” che ritraggono gli animali in pose erotiche.
Pare che sia abbastanza comune, nella pubertà, associare alle prime esperienze autoerotiche il proprio peluche preferito, soprattutto se di grandi dimensioni. Questo può continuare, a livello parafiliaco, anche nell’età adulta. Sulla rete si trovano forum, e utenti, che danno indicazioni su come modificare al meglio il proprio peluche per scopi sessuali (mediante inserzioni di vagine o peni artificiali).
Questo tipo di parafilia, così come la plushophilia (il desiderare/ricercare rapporti sessuali con animali impagliati) o la zoofilia, è stata talvolta associata alla sottocultura furry. Questo è, già a un primo sguardo, un torto mediatico ai danni di una comunità che spesso si autodefinisce addirittura asessuata, nel suo voler costantemente ritrovare le tracce di un’infanzia perduta.
I furries hanno più volte dichiarato la loro indignazione per essere stati associati con questo tipo di parafilia. Al di là del fatto che sicuramente alcuni isolati feticisti possono utilizzare le convention per inseguire la loro fissazione sessuale, deve risultare comunque chiara la distinzione fra un’innocua e colorata passione e il lato più maniacale della stessa.
Per quanto riguarda il feticismo di cui abbiamo parlato, spesso viene associato al più lato feticismo di trasformazione: ecco la pagina di Wikipedia (in inglese) dedicata all’argomento: transformation fetish.
Per un approfondimento sulla diatriba sugli aspetti sessuali del furry, rimandiamo alla pagina di Wikipedia sul furry fandom (capitolo Sexual aspects): furry fandom.
Infine, ecco un breve servizio sul furry tratto da YouTube:
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=QzZoJfB1_Io]
conosco il furry, mi ci imbatto spesso tra i tanti hentai che leggo, ma devo dire che ho sempre preferito il neko. anche se ammetto che vedere volpine sexy con la lingua di fuori, non mi lascia indifferente, sempre e solo se somigliano molto agli umani.
“Pare che sia abbastanza comune, nella pubertà, associare alle prime esperienze autoerotiche il proprio peluche preferito, soprattutto se di grandi dimensioni”
Mi dovete spiegare da quale sondaggio e statistica salta fuori questa cosa e quale percentuale indica la parola “comune”…
Nessun sondaggio o statistica, lo ammetto, era semplicemente un dato tratto da diversi siti e forum consultati per la stesura dell’articolo. Per esempio, questo. Quindi nessuna verità assoluta. Ma se crediamo alle persone che confessano le loro fantasie sulla rete, sembra plausibile che utilizzare un peluche per sfogare le proprie smanie sessuali, in un momento critico come la pubertà, non sia poi così raro.
Ciao,
Immagino che il tempo a disposizione per il tuo blog sia sempre meno
ma volevo chiederti se hai già pensato a scrivere un articolo sulle varie declinazioni della schediaphilia.
Mi sembra di ricordare che ne hai anche scritto uno rigurado al feticismo (passami il termine, non me ne viene un altro) di alcuni uomini adulti per “My Little Pony”.
Mi piacerebbe davvero leggere una tua panoramica sulle varie parafilie. C’è chi disenga personaggi dei fumetti che si ingozzano fino all’obesità, chi personaggi dei videogames incinti.
Gran parte del fenomeno sembra essere relegato all’espressione artistica, ma come dici tu, se puoi nominarlo esiste, quindi presumo che questo interesse trovi anche altre espressioni. Io ero completamente ignaro di quanta roba si trovasse in rete, fino a che mi sono imbattuto in superdickery.com, dove però diversi esempi di questo tipo tipo di “fan art” sono essenzialmente sbertucciati e presi in giro.
Io stesso avrei la tentazione di etichettare queste fantasie come un’espressione di immaturità, di arresto dello sviluppo, ma di solito le tue considerazioni su questi temi sono molto più interessanti, stimolanti e nient’affatto moralistiche.
Un caro saluto e ancora complimenti per il tuo blog.
Ciao Gianmaria, ti ringrazio per lo spunto. In effetti sarebbe interessante… magari chiederò all’amico Ayzad qualche dritta per cominciare a capirci qualcosa di più. 😉
L’argomento è molto più complesso di quanto sembri a prima vista. Come accade con tutte le parafilie, quando si smette di ridere o scandalizzarsi viene infatti alla luce un mondo sfaccettato quando l’anima di ciascuno di noi.
Non posso dire di avere una risposta definitiva, ma sul mio sito ho trattato l’argomento furry alcune volte, e qualche spunto utile lo potete trovare qui:
http://www.ayzad.com/it/notizie/cultura/siamo-tutti-un-po-furry/
Buona lettura!