Il “Día de Muertos” è una tradizione – dichiarata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), Opera Maestra del Patrimonio Orale e Intangibile dell’Umanità – che si celebra in Messico, ma anche in altri paesi dell’America Latina, da almeno tremila anni.
I vivi omaggiano, il primo e il secondo giorno di novembre, i loro defunti con canti, balli, allestimento di altari, offerte votive, preparazioni di vari dolci tipici.
Fra i dolci più caratteristici, le Calaveras de dulce, teschi di marzapane decorato con il nome del defunto, da consumarsi frai parenti del morto; e il Pan de muerto, un pane dolce a forma di croce o di teschio, solitamente ricoperto di zucchero.
La festa è antichissima, ma nel tempo è divenuta anche un’evidente declinazione del sincretismo fra tradizione precolombiana e cattolicesimo, tipico di tutto il centro e sud America.
Per chi si trovasse a passare per Roma, ricordiamo che oggi 31 ottobre presso il palazzo dell’Ambasciata Messicana in Piazza Navona 91, alle ore 18,00 si celebrerà il Dìa de muertos. Sarà possibile ammirare il tradizionale Altar de Muertos realizzato per l’occasione dalla Comunidad Mexicana de Roma insieme al Laboratorio di Artigianato Artistico Macías.
Saranno i Mariachi Romatitlán – gruppo musicale noto non solo in Italia ma anche in tutta l’Europa e nel mondo – a esibirsi con il loro repertorio.