L’uomo è un animale onnivoro, e può mangiare e digerire cibi di origine vegetale e animale alla stessa stregua. Eppure la maggior parte degli esseri umani consuma soltanto poche varietà di prodotti alimentari.
Alcune popolazioni si nutrono di alimenti che disgustano altre popolazioni: i tabù alimentari sono fra i più radicati, e intimamente legati al gruppo etnico di cui si fa parte. Secondo alcuni antropologi (tra cui Marvin Harris) sarebbero stati i fattori ambientali a far prediligere un certo cibo a un determinato popolo. Il tabù della carne di maiale per ebrei e musulmani nel Medioriente deriverebbe dalla difficoltà nell’allevare questo animale, che è tendenzialmente stanziale e abbisogna di ombra e acqua: permettere il consumo di carne di maiale avrebbe significato mettere in pericolo l’identità stessa della tradizione nomade.
Secondo altri antropologi (come ad esempio Steven Pinker) il tabù alimentare sarebbe alla base stessa della nostra identità. Nel primo periodo di vita di un bambino sarebbe assente la distinzione fra cibi buoni e cibi disgustosi: così, proprio nel periodo cruciale in cui si apprende a preferire dei cibi piuttosto che altri (fino ai 4 anni), i genitori escludono dalla dieta del bambino alcuni alimenti, e questo basta affinché i bambini crescano trovandoli disgustosi. La tattica, poi, si perpetua da sé: i figli, crescendo, diventano dei genitori che non danno da mangiare cibi disgustosi ai propri figli.
Nelle tribù è talmente importante questo elemento aggregativo (il pasto comunitario, le regole interne per la consumazione del cibo), che si è notato come la maggior parte dei tabù alimentari proibiscano proprio il cibo preferito dalla tribù nemica.
Oggi, nel mondo, esistono ancora fortissimi tabù alimentari. Quello che è buono e appetibile per alcuni, per altri è disgustoso e detestabile. Insetti, cavallette e lombrichi sono cibi prelibati per milioni di persone; ben quarantadue popolazioni mangiano ratti, mentre sono molte le popolazioni che non berrebbero mai un bicchiere di latte, in quanto secreto dalle ghiandole animali, come la saliva o il sudore. Per non parlare del formaggio, che altro non è se non latte andato a male. Un americano inorridisce in una nostra macelleria se gli viene proposta carne equina, e noi facciamo lo stesso di fronte a una zuppa cinese in cui galleggiano due zampe di cane. E come reagireste se in un ristorante sushi tradizionale in Giappone, vi servissero un pesce spellato e tagliuzzato, ma ancora vivo?
Praticamente tutti gli animali sono commestibili e vengono mangiati, in tutto il mondo.
L’entomofagia (il mangiare insetti) è fra le pratiche globalmente più diffuse. Questo signore ha provato ad importare questa tradizione culinaria “adattandola” ai gusti occidentali, proponendo un menu interamente a base di insetti:
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In tutto il sud-est asiatico, invece, uno dei cibi più apprezzati è il balut: si tratta di uova di anatra fecondate, che contengono cioè l’embrione quasi completamente formato del pulcino: lo stadio di sviluppo al quale sia preferibile consumare questa prelibatezza è strettamente questione di gusti personali.
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In Papua Nuova Guinea i pipistrelli si fanno arrosto:
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Anche da noi sono considerate commestibili le cosce della rana; ma ne mangereste il cuore ancora pulsante?
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Forse l’unico tabù fondamentale condiviso dalla maggior parte delle popolazioni al mondo è il divieto di mangiare carne umana; eppure perfino il cannibalismo è stato accettato, in certe culture, nonostante fosse regolato da precise condizioni, e rigidamente motivato all’interno di un determinato quadro simbolico e tradizionale.
Insetti e ragni sono ricchi di proteine e relativamente poveri di grassi,l’abitudine a mangiarli si sta diffondentdo anche in Europa xchè il loro allevamento ha resa più alta di quello di bovini e suini, dunque c’è solo una ragione etica e antropologica a non cibarsi di insetti.
siamo abituati a vederli sempre nello sporco, nelle crepe dei muri, ma al contrario di ciò che crediamo non trasmettono malattie. li vediamo nostre case, di cui sono ospiti indesiderati e , la maggior parte ha aspetto repellente, è logico che non stuzzichino l’appetito, ma in fondo ci cibiamo di tanti crostacei che sono stretti parenti degli aracnidi,e a volte simili anatomicamente ma fdanno meno ribrezzo xchè vivono in mare
La carne di topo è commestibile, diverso il discorso per gli animali da affezzione, cibarsi di cane e gatto và contro i sentimenti.
ma spesso 1 volta spacciavano carne di gatto x carne di coniglio, e nei buoni arrosti dei ristoranti c’è frammista carne di cane più spesso di quanto si creda, ristoratori che vogliono risparmiare…
Diverso il discorso per la carne umana
Non è buona xchè ha troppi elemanti fibrosi, la muscolatura striata nel nostro organismo è predominante. Anche i muscoli che in altri animali sarebbero appetibili – una bistecca di gluteo con insalata – risultano troppo duri da digerire.
In casi estremi la carne di H sapiens è stata gustata – lager, alluvioni, intrappolamenti nei ghiacciai – anche senza previa cottura.
Il cannibalismo è stato praticato da tribù primitive, che ne hanno contratto malattie, il morbo della ‘mucca pazza’ x es si prende cosi, mangiando gli animali infetti, perciò c’è una motivazione salutistica prima che etica a non essere cannibali
a dire il vero xò, a livello simbolico il cannibalismo esiste senza dar scandalo.
cosa si dice prendendo la sacra ostia? Questo è il mio corpo…gnam
Concordo su quanto hai detto selene, sul consumo di carne umana o sul suo gusto non esistono dati inconfutabili (alcune parti sembrerebbero prelibate, a sentire le deposizioni di alcuni serial killer). Sulla questione del cannibalismo ritualistico e della comunione cristiana, si ricollega ovviamente al desiderio di assumere, mangiando il corpo, le virtù del guerriero nemico (o, in questo caso specifico, dell’Essere Supremo). Ambrose Bierce nel suo Dizionario del Diavolo definiva la comunione così: “sacro rito della Setta dei Teofagi”… 😀
Il fatto di mangiare niestti piuttosto che carne, a lungo andare, non farebbe altro che spostare un problema. Premetto che io, per scelta non mangio carne, e che tralascio la questione che mi farebbe senso mangiare niestti. Spostare massivamente le abitudini alimentari in questo modo altererebbe un equilibrio in modo incontrollato (tipico atteggiamento umano, come abbiamo fatto ad esempio con l’allevamento di nutrie per produrre finte pellicce di castoro, che poi sono passate di moda e questi animali, abbandonati a loro stessi, si sono inseriti in ecosistemi non preparati a loro, e li stanno devastando; oppure con l’importazione dalla Russia del siluro, un pesciolino di fondo che sarebbe servito a tenere pulito il Po, ma che trovandosi in condizioni ottimali si e8 riprodotto a dismisura ed ha raggiunto dimensioni superiori a quelle di un uomo adulto, devastando l’ecosistema; ecc, ecc, ecc, .). Sono stanco di sentire parlare di domeniche a piedi e filtro anti particolato (che tra l’altro peggiora le emissioni delle auto), quando nessun governo ha mai deciso di prendere in mano il problema e applicare una politica ambientale seria e severa. Perche8 io devo mangiare niestti per difendere l’ambiente, se contemporaneamente vengono disboscati con facilite0 patrimoni naturali per edificare? Perche8 devo stare attento alle targhe alterne quando emissioni di gas nocivi sono tollerate con leggerezza solo perche8 derivano da importanti inroiti di denaro(e se queste superano la soglia, basta alzare la soglia)? Perche8 devo sentirmi in colpa per la goccia che cade dal mio rubinetto, quando e8 stato stimato circa un 20% della risorsa totale che viene perso nel terreno perche8 i tubi hanno pif9 di 50 anni? Sono convinto che salvare il pianeta sia un compito di tutti, d’accordo. Io faccio il possibile, nel mio piccolo: uso la macchina meno che posso, faccio la raccolta differenziata dei rifiuti meglio che posso, ecc e sarebbe giusto fare educazione anche nelle scuole affinche8 una sensibilite0 ambientalistica possa essere trasmessa. Dico solo che finche8 saranno i cittadini a muoversi nel loro piccolo per migliorare lo stato delle cose, questo servire0 solo a essere a posto con le coscienze, ma per l’ambiente non serve a nulla. E’ lo Stato che deve gestire le risorse naturali, l’energia e l’impatto ambientale in modo sensato e non evitando il problema o affrontandolo con sufficienza come ha sempre fatto. Grazie
Cannibalismo nei lager? vorrei vedere le fonti per favore, per approfondire..
Bello il post, si’.Pero’ io non sono pronto per sltcee drastiche.Cioe’… insomma… io non sono vegetariano ne’ lo voglio diventare. Ma lo sono gia’… diciamo “quasi”, e cosi’ voglio rimanere.Secondo me la risposta ce l’abbiamo sotto gli occhi dalla storia. La carne e’ un fatto culturale. Cioe’, diventerei anche vegetariano, ma non voglio rinunciare alla tradizione. Nel passato il consumo di carne era sostenibile. Ora non piu’. Perche’? Perche’ in passato primo ne consumavano molto meno a testa, secondo c’era molta meno gente che la consumava, terzo i paesi che ora sono in via di sviluppo che si trovano sul secondo ripiano del frigo allora erano sottosviluppati, e si trovavano massimo massimo nel cestello della verdura.E allora il problema non e’ il consumo della carne, ma primo lo stile di vita ricco che facciamo che ci “impone” di assumere piu’ proteine di quante riusciamo a consumarne (infatti siamo obesi – e chi non lo e’ e’ perche’ fa sport, cioe’ spreca energie in attivita’ inutili con l’unico scopo di bruciare le proteine in eccesso che ha assunto). Secondo la sovrappopolazione, e mi fanno incazzare quelli che dicono che in parecchi paesi sviluppati, in testa l’italia, il problema e’ che si partoriscono troppo pochi bambini, con tutti quelli gia’ bell’e partoriti che ci sono al mondo e non sanno dove andare! Terzo lo sviluppo dei paesi sottosviluppati.E qui schiaccio il freno, perche’ non verro’ certo a suggerire come rimedio di bloccare lo sviluppo dei paesi poveri. E’ il concetto di “sviluppo sostenibile” che e’ un ossimoro di natura. Almeno in un sistema capitalista come quello in cui viviamo. Sviluppo significa aumento di consumo, aumento di consumo significa riduzione di riserve e aumento di inquinanti. Al massimo potremmo parlare di “sviluppo meno-insostenibile”. E allora, dovremo abituarci a diventare tutti un po’ piu’ poveri, dovremo abiutarci a dire basta, siamo gia’ troppi e troppo ricchi. Basta, ci accontentiamo.Se ammazzassimo meta’ della popolazione mondiale e convincessimo l’altra meta’ ad accontentarsi di sopravvivere il problema sarebbe bell’e risolto. Certo non possiamo ammazzare meta’ della popolazione mondiale. Pero’ possiamo evitare di mettere al mondo figli che il mondo non puo’ sostenere, e possiamo smettere di consumare il superfluo. Dai, cominciamo per esempio a smettere di consumare le risorse che Intern…