I ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute sono finalmente riusciti, l’anno scorso, a filmare un pesce degli abissi che era rimasto per anni un mistero: avevano potuto studiarlo soltanto dopo che qualche pescatore ne aveva ritrovato la carcassa, ma la decomposizione rendeva difficile comprendere quali fossero le reali caratteristiche del pesce. Avevano compreso che si trattava di un pesce della famiglia degli opisthoproctidae, ma qualcosa non tornava comunque: sulla testa dei pesci morti c’era sempre una specie di misteriosa gelatina di cui gli scienziati non comprendevano l’origine.
Il Macropinna microstoma (questo il nome del pesce) aveva in serbo un segreto spettacolare, rivelato ora dalle telecamere dei ROV – Remotely Operated Vehicle, i robot che si immergono nelle profondità marine per studiare la fauna abissale. Gli stupefatti ricercatori hanno scoperto che la parte superiore della testa del pesce è una cupola contenente un fluido trasparente. I grandi occhi a botte, caratteristici di tutti i pesci di questa famiglia, puntano normalmente verso l’alto, per distinguere le prede, ma possono anche essere rotati per guardare in avanti… quando è giunto il momento di mangiare. Il macropinna è per il resto molto scuro, e resta praticamente immobile a una profondità di circa 700 metri, a scrutare verso l’alto, guardando il mondo attraverso la sua incredibile testa trasparente.
Nello straordinario filmato dei ricercatori, si può notare anche l’abilità del macropinna nello sfuggire al tentativo di cattura: i suoi strani occhi funzionano fin troppo bene!
Una piccola nota: attenti a quelle due capsule verdi visibili attraverso il fluido – sono per l’appunto le lenti dei suoi occhi tubolari, puntate verso l’alto. Gli altri due punti neri sopra alla bocca del pesce sono in realtà i suoi organi olfattivi.
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