Egli è colui che sta assiso sul globo della terra, i cui abitanti sono come cavallette…
(Isaia, 40:20)
Un gruppo di artisti australiani, sotto il nome di The Glue Society, ha esposto una collezione di quattro opere che mostrano alcuni eventi biblici da una visuale inedita. Come se stessimo consultando delle immagini satellitari di Google Earth, ecco che possiamo finalmente vedere questi episodi fondamentali dal punto di vista di Dio (la collezione si chiama, appunto, God’s Eye View).
Ecco Mosè che separa le acque del Mar Rosso:
La crocefissione di Cristo:
Gli ultimi istanti “sulla terra ferma” dell’Arca di Noè:
E, infine, un’idilliaca veduta sull’Eden (ingrandite l’immagine per scovare i nostri “progenitori”):
Queste fotografie, che rischiano ovviamente di risultare controverse, sono più complesse di quanto non sembri a una prima occhiata. Al di là della sorpresa iniziale e dell’umorismo un po’ geek, è interessante scoprire la stratificazione di senso nascosta in questi quadri. Innanzitutto, c’è questa discrepanza fra il contenuto (i racconti biblici, quindi relativi al mito) e il mezzo utilizzato (le fotografie satellitari, moderna e scientifica mappatura della superficie del pianeta). Le rappresentazioni fotografiche hanno in sé una “verità” e un senso di realismo che stride in relazione ad eventi tanto avvolti nella leggenda e nel mito. Ma non è tutto. L’immedesimazione con lo “sguardo di Dio”, la visuale dall’alto propria di un occhio che tutto vede, ma da una certa distanza, ci interroga su altre questioni. Cosa potrebbe aver pensato Dio, vedendo queste scene? Questo tipo di visuale non ci permette di immaginare alcun autentico coinvolgimento emotivo… le foto ci spingono a lasciare il nostro limitato punto di vista, per assumerne un altro che mortifica le nostre pretese di grandezza. Quei piccoli uomini che si affannano, sono davvero come cavallette per l’Essere Supremo? Come possono essere realmente importanti, per Lui?
Il sito di The Glue Society.
Bellissime!
Saluti,
Mauro.