Quanti fra voi non hanno mai provato una tenera nostalgia nei confronti dei vecchi 33 giri in vinile? Eccovi una rassegna delle migliori copertine di album che, se non hanno mai cambiato la storia della musica, potrebbero cambiare comunque la vostra vita.
Partiamo, in questo primo articolo, con una serie di titoli a tema religioso. I ragazzi del Minister Quartet implorano un devoto “Lasciami toccarlo!”, mentre i Christian Crusaders fanno sfoggio di tutta la loro eleganza sulla copertina del loro EP feat. la grande star (?) Al Davis.
Il “reverendo a ritmo” Robert White fuma con saggia espressione la sua pipa miracolosa, mentre Mike Adkins ringrazia il Signore per la colomba che ha ricevuto.
Le gemelle Amason sfoggiano dei coraggiosi e sbarazzini tailleur; invece padre McManus, il prete cantante, opta per la sobrietà di un più classico saio.
I Louvin Brothers hanno un piano eccezionale: andare fino all’inferno per cantare le loro agghiaccianti canzonette — una tortura a cui nemmeno il Demonio può resistere. E se non fosse sufficiente, arriva Mike Crain che, più ganzo di Chuck Norris, somministra il colpo di grazia al Satanasso.
La signora (signorina?) Behanna avanza una critica filosofica a Nietzsche, ma lo fa sullo sfondo ambiguo di una serie di bottiglie di alcolici. Forse è da ascrivere all’abuso di alcol anche la copertina del Celebration Read Show, che associa la foto di un bambino a quella di un senzatetto.
Se aveste ancora qualche dubbio sull’esistenza di Satana, forse fareste meglio ad ascoltare Crying Demons, compilation di autentiche registrazioni di gente indemoniata (la possessione diabolica, a giudicare dalla foto, ti trasforma in una specie di Jerry Lewis).
E terminiamo con Dan Bitzer, che aiutato dal suo piccolo Louie, ci racconta con brio e simpatia alcuni passi della Bibbia.
Attenti, perché nel prossimo episodio tratteremo di album sexy ed estremamente piccanti… quindi tenete in caldo il giradischi!
Link agli altri due articoli:
La discoteca ideale – II
La discoteca ideale – III
Bellissima collezione, grazie davvero! Su God Isn’t Dead, in basso a destra, accanto alla silhouette della ragazza c’è un outline bianco che somiglia a una siringa: ma cos’è?
Forse è il marchio dell’etichetta discografica – di certo aggiunge una nota inquietante al già notevole design… 🙂
Mai visto nulla di più impressionante e triste
Aspetta di vedere gli altri due post… sono programmati per i prossimi mercoledì. 😉
Ma le due gemelle del disco siamo sicuri che, in realtà, non sono gemelli?
mi è venuto lo stesso dubbio….
Attendo allora con ansia i prossimi post 🙂
non so decidere quale sia quella che mi perturba di più: the reverend in rythm o satan is real…? mmm, son scelte difficili… 🙂