Alfred Kubin (1877-1959) è uno dei più inquietanti e misteriosi illustratori del Novecento. Espressionista e simbolista, dopo gli anni della formazione presso l’Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera decise di ritirarsi nel suo piccolo castello austriaco proprio al confine con la Germania, a Zwickledt. Abbandonò quasi subito la pittura ad olio per dedicarsi alle matite, ai disegni ad inchiostro, agli acquarelli e alle litografie.
I disegni di Kubin sono incubi grotteschi popolati da figure simboliche, demoniache, fantastiche; ci fanno entrare in un mondo in cui le proporzioni sono continuamente deformate, una sorta di teatro dell’anima in cui paurosi giganti si aggirano per i deserti aridi, in cui l’animale ha sempre in sé il germe del mostruoso, in cui le pulsioni sessuali si tingono di nero e di sangue.
Non sempre l’artista ha bisogno di scenari apocalittici per instillare un sentimento d’angoscia: talvolta bastano dei piccoli tocchi surreali e spiazzanti, direttamente provenienti dalla parte più scura dell’inconscio.
La figura umana è continuamente martoriata, stirata, strappata in una rappresentazione allegorica del tormento e del dolore; ma è soprattutto mentale il disagio che si prova di fronte alle sue opere. I disegni di Kubin sono una perfetta e ineguagliata rappresentazione del perturbante freudiano.
Dichiarata “arte degenere” dal regime nazista, la sua straordinaria opera gli valse nel dopoguerra diversi prestigiosi riconoscimenti. Ma è con il passare del tempo e dei decenni che ci rendiamo conto sempre di più di quanto i suoi disegni fossero in anticipo rispetto ai tempi, e quanto abbiano influito sull’immaginario collettivo. Ancora oggi moderni, geniali, e squisitamente inquietanti.
(Grazie, Norma!)
E’ un piacere! 🙂
E non vogliamo parlare del romanzo di Kubin “L’altra parte”? Il senso di bizzarro ed allarmante straneità delle sue incisioni è perfettamnete riportata sulla pagina scritta. Un vero capolavoro.
Immaginerai che trovo i suoi disegno bellissimi… 😉
Non avevo dubbi. 🙂
Proprio qualche post fa parlavate di quelle meravigliose connessioni mentali tra artisti di epoche e luoghi diversi… Come non pensare, guardando uno di questi disegni, alla struggente Strange Fruit?
“Southern trees bear a strange fruit,
blood on the leaves and blood at the root,
black body swinging in the Southern breeze,
strange fruit hanging from the poplar trees”
Grazie Giorgia, Strange Fruit mi ronzava nelle orecchie da giorni, e mi hai spiegato perché… evidentemente anch’io avevo fatto il collegamento mentre selezionavo le immagini per questo articolo, ma senza rendermene conto. 🙂
L’ultimo disegno mi ricorda molto una scena del film “Parla con lei”: che Almodovar abbia tratto ispirazione?
Ecco la scena:
http://www.youtube.com/watch?v=vooL0Opz0j4
Sì, Chiara, la scena di Almodovar è un evidente omaggio a Kubin.
Davvero bizzarre e inquietanti le illustrazioni di Alfred Kubin! In particolare mi ha colpito quella con la casetta da cui esce un esercito di ratti… Mi fa anche pensare a Lovecraft in qualche modo… Se potessi acquistarla la appenderei in casa!
Sì, hai ragione, quella è una delle mie preferite!
Bellissime le illustrazioni postate, Kubin è un genio del macabro per questo ci piace <3
Kubin è un genio del macabro, ci piace <3
Kubin era decisamente avanti rispetto ai contemporanei; sembra avere il presentimento degli sconvolgimenti che avrebbero attraversato l’Europa di lì a pochi anni…
Ne “Il contemplatore solitario” Ernst Junger dedica l’ultimo saggio proprio a Kubin e alle sue opere. Molto interessante!
Magnifico!