Una goccia di veleno

La vipera di Russell è il responsabile numero uno degli avvelenamenti in India, dove circa 10.000 persone all’anno muoiono a causa del suo morso. Rispetto ad altri serpenti, il cui veleno attacca il sistema nervoso, questa vipera ha sviluppato delle emotossine, che agiscono quindi sul sangue. Guardate cosa provoca nel giro di pochi secondi una goccia di veleno lasciata cadere in un bicchiere di sangue.

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20 comments to Una goccia di veleno

  1. Luca says:

    Ecco un metodo velocissimo per fare il sanguinaccio… O.o

  2. Pavona* says:

    mio dio. la natura rimane per me continua fonte di stupore! certo che morire così deve essere orribile °_°

    • bizzarrobazar says:

      Sembra purtroppo che sia anche più lungo di quanto si possa pensare. Comunque sì, quando gli animali arrivano a un tale grado di specializzazione lasciano sempre a bocca aperta! 🙂

  3. Lupina says:

    glom. Un motivo in più per cambiare destinazione per le ferie…

  4. Vacca pera! Se così posso esprimermi…

  5. evocuoco says:

    mi ricorda lo Slime con cui giocavo da bambino.

  6. Duccio says:

    Il veleno della vipera di Russell si utilizza che come metodica di laboratorio nella determinazione di alcune componenti ematiche presenti ad esempio nella sindrome da anticorpi antifosfolipidi, cme il lupus anticoagulant.
    quindi, come spesso accade in natura, non tutto il male viene per nuocere.
    Colgo l’occasione per complimentarmi con il/i curatore/i del sito: interessantissimo, sono un lettore assiduo 🙂

    • bizzarrobazar says:

      Ciao Duccio, grazie mille per i complimenti ma soprattutto per l’interessante info sulla procedura di laboratorio!

    • Duccio, grazie anche da parte mia per la curiosità.
      Il mese prossimo me la rivenderò all’esame di Micro.

      • Duccio says:

        In bocca al lupo per l’esame! Studi medicina? Io sono fresco di laurea 😛 e per certi versi vorrei già tornare indietro!

      • Grazie! E uh, no, studio Assistenza Sanitaria. Bello, ma ne ho piene le palle, ho bisogno di finirla e lavorare.
        Per quali versi vorresti tornare? Ora son curiosa 😉

      • Duccio says:

        Anch’io ne ho avuto le scatole piene alla fine, il VI anno l’ho fatto per inerzia. 🙂
        Una volta giunto alla fine però ( anche se di fatto non si smette mai di studiare in questo nostro campo) ho iniziato a ripensare a me negli anni precedenti, alle sensazioni di un giovane appena approdato all’università, gli stati d’animo, la paura degli esami che man mano si affievolisce, il rapportarsi col mondo quando hai vent’anni, e quella leggerezza di spirito che allora è intatta e più si matura più si affievolisce, un po’ per volontà un po’ per costrizioni esterne. “….perché a vent’anni è tutti ancora intero! Perché a vent’anni è tutto chi lo sa…” ha scritto Guccini…questo riassume bene il perché.

      • Belle sensazioni, davvero. E non dico che non ricorderò con una punta di nostalgia le persone, ma io ormai ho ventott’anni, esperienza lavorativa e come si suol dire, “altro a cui pensare” piuttosto che agli esami (ecco: quelli sono il mio diversivo, la mia distrazione 😉 )

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