Rubberdoll: nei panni di una bionda

Vi sono talvolta delle estreme frange dell’erotismo che prestano il fianco ad una facile ironia. Eppure, appena smettiamo di guardare gli altri dall’alto in basso o attraverso il filtro dell’umorismo, e cerchiamo di comprendere le emozioni che motivano certe scelte, spesso ci sorprendiamo a riuscirci perfettamente. Possiamo non condividere il modo che alcune persone hanno elaborato di esprimere un disagio o un desiderio, ma quei disagi e desideri li conosciamo tutti.

Parliamo oggi di una di queste culture underground, un movimento di limitate dimensioni ma in costante espansione: il female masking, o rubberdolling.

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Le immagini qui sopra mostrano alcuni uomini che indossano una pelle in silicone con fattezze femminili, completa di tutti i principali dettagli anatomici. Se il vostro cervello vi suggerisce mille sagaci battute e doppi sensi, che spaziano da Non aprite quella porta alle bambole gonfiabili, ridete ora e non pensateci più. Fatto? Ok, procediamo.

I female masker sono maschi che coltivano il sogno di camuffarsi da splendide fanciulle. Potrebbe sembrare una sorta di evoluzione del travestitismo, ma come vedremo è in realtà qualcosa di più. Il fenomeno non interessa particolarmente omosessuali e transgender, o perlomeno non solo, perché buona parte dei masker sono eterosessuali, a volte perfino impegnati in serie relazioni familiari o di coppia.
E nei costumi da donna non fanno nemmeno sesso.

Ma andiamo per ordine. Innanzitutto, il travestimento.
L’evoluzione delle tecniche di moulding e modellaggio del silicone hanno reso possibile la creazione di maschere iperrealistiche anche senza essere dei maghi degli effetti speciali: la ditta Femskin ad esempio, leader nel settore delle “pelli femminili” progettate e realizzate su misura, è in realtà una società a conduzione familiare. In generale il prezzo delle maschere e delle tute è alto, ma non inarrivabile: contando tutti gli accessori (corpo in silicone, mani, piedi, maschera per la testa, parrucca, riempitivi per i fianchi, vestiti), si può arrivare a spendere qualche migliaio di euro.
Per accontentare tutti i gusti, alcune maschere sono più realistiche, altre tendono ad essere più fumettose o minimaliste, quasi astratte.

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Alla domanda “perché lo fanno?”, quindi, la prima risposta è evidentemente “perché si può”.
Quante volte su internet, in televisione, o sfogliando una rivista scopriamo qualcosa che, fino a pochi minuti prima, nemmeno sapevamo di desiderare così tanto?
Senza dubbio la rete ha un peso determinante nel far circolare visioni diverse, creare comunità di condivisione, confondere i confini, e questo, nel campo della sessualità, significa che la fantasia di pochi singoli individui può incontrare il favore di molti – che prima di “capitare” su un particolare tipo di feticismo erano appunto ignari di averlo inconsciamente cercato per tutta la vita.

Trasformarsi in donna per un periodo di tempo limitato è un sogno maschile antico come il mondo; eppure entrare nella pelle di un corpo femminile, con tutti gli inarrivabili piaceri che si dice esso sia in grado di provare, è rimasto una chimera fin dai tempi di Tiresia (l’unico che ne fece esperienza e, manco a dirlo, rimase entusiasta).
Indossare un costume, per quanto elaborato, non significa certo diventare donna, ma porta con sé tutto il valore simbolico e liberatorio della maschera. “L’uomo non è mai veramente se stesso quando parla in prima persona – scriveva Oscar Wilde ne Il Critico come Artista –, ma dategli una maschera e vi dirà la verità“. D’altronde lo stesso concetto di persona, dunque di identità, è strettamente collegato all’idea della maschera teatrale (da cui esce la voce, fatta per-sonare): questo oggetto, questo secondo volto fittizio, ci permette di dimenticare per un attimo i limiti del nostro io quotidiano. Se un travestito rimane sempre se stesso, nonostante gli abiti femminili, un female masker diviene invece un’altra persona – o meglio, per utilizzare il gergo del movimento, una rubberdoll.

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Nel documentario di Channel 4 Secret Of The Living Dolls, questo sdoppiamento di personalità risulta estremamente evidente per uno dei protagonisti, un pensionato settantenne rimasto vedovo che, avendo ormai rinunciato alla ricerca di un’anima gemella, ha trovato nel suo alter ego femminile una sorta di compensazione platonica. Lo vediamo versare abbondante talco sulla pelle in silicone, indossarla faticosamente, applicare maschera e parrucca, e infine rimirarsi allo specchio, rapito da un’estasi totale: “Non riesco a credere che dietro questa donna bellissima vi sia un vecchio di settant’anni, ed è per questo che lo faccio“, esclama, perso nell’idillio. Se nello specchio vedesse sempre e soltanto il suo corpo in deperimento, la vita per lui sarebbe molto più triste.
Un altro intervistato ammette che il suo timore era quello che nessuna ragazza sexy sarebbe mai stata attratta da lui, “così me ne sono costruito una“.

Alcuni female masker sono davvero innamorati del loro personaggio femminile, tanto da darle un nome, comprarle vestiti e regali, e così via. Ce ne sono di sposati e con figli: i più fortunati hanno fatto “coming out”, trovando una famiglia pronta a sostenerli (per i bambini, in fondo, è come se fosse carnevale tutto l’anno), altri invece non ne hanno mai parlato e si travestono soltanto quando sono sicuri di essere da soli.
Provo un senso di gioia, un senso di evasione“, rivela un’altra, più giocosa rubberdoll nel documentario di Channel 4. “Lo faccio per puro divertimento. È come l’estensione di un’altra persona dentro di me che vuole soltanto uscire e divertirsi. La cosa divertente è che la gente mi chiede: cosa fai quando ti travesti? E la risposta è: niente di speciale. Alle volte mi scatto semplicemente delle foto da condividere sui siti di masking, altre volte mi succede soltanto di essere chi voglio essere per quel giorno“.

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Al di fuori delle comunità online e delle rare convention organizzate in America e in Europa, il feticismo delle rubberdoll è talmente bizzarro da non mancare di suscitare ilarità nemmeno all’interno dei comuni spazi dedicati alle sessualità alternative. Un feticismo che non è del tutto o non soltanto sessuale, ma che sta in equilibrio fra inversione di ruoli di genere, travestitismo e trasformazione identitaria. E una spruzzatina di follia.
Eppure, come dicevamo all’inizio, se la modalità adottata dai female masker per esprimere una loro intima necessità può lasciare perplessi, questa stessa necessità è qualcosa che conosciamo tutti. È il desiderio di bellezza, di essere degni d’ammirazione – della propria ammirazione innanzitutto -, la sensazione di non bastarsi e la tensione ad essere più di se stessi. La voglia di vivere più vite in una, di essere più persone allo stesso tempo, di scrollarsi di dosso il monotono personaggio che siamo tenuti a interpretare, pirandellianamente, ogni giorno. È una fame di vita, se vogliamo. E in fondo, come ricorda una rubberdoll in un (prevedibilmente sensazionalistico) servizio di Lucignolo, “noi siamo considerati dei pervertiti. […] Ci sono moltissime altre persone che fanno di peggio, e non hanno bisogno di mettersi la maschera“.

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Ecco l’articolo di Ayzad che ha ispirato questo post. Se volete vedere altre foto, esiste un nutritissimo Flickr pool dedicato al masking.

53 comments to Rubberdoll: nei panni di una bionda

  1. pinkopallo says:

    che articolo di merda, su un fatto che non merita alcuna pubblicità, ma indica soltanto la degenerazione a cui è giunta questa immonda società. Forza ISIS, purificaci in un bagno di sangue generale!

    • tiols says:

      Di solito ignoro questi commenti. Perché ormai la società “internettiana” ha aperto il mondo ai criticoni. Gente che si crede superiore. Se l’avesse buttata sul ridere, come faccio spesso io pur sapendo che la mia ironia non verte all’accusa o alla critica negativa, avrei anche accettato il sarcasmo del commento. Purtroppo però quel “che articolo di merda” proprio non mi va giù. L’articolo è stupendo come sempre. Che poi il tema trattato sia incomprensibile per la gente “normale” è solo una questione di capire che noi “normali” non capiamo. E quindi critichiamo inutilmente.
      Ma la cosa più divertente di questo commento, fatto su un articolo di persone che si mettono una maschera, è che lo stesso autore si nasconde dietro una maschera di anonimato che non lo rende troppo diverso da quelli che lui addita.
      Comunque Bizzarro, rimani sempre il numero 1.

    • Muhammad Rahman says:

      Sei un coglione.

      Con amore, ISIS

  2. Ayzad says:

    Grazie della citazione!

  3. unemme says:

    Leggervi è sempre bellissimo <3

  4. AlmaCattleya says:

    La sessualità è qualcosa di ampio che appena ho letto questo articolo mi sono detta: “Ok.”
    L’unica cosa che mi lascia un attimo perplessa è il fatto che molte di quelle maschiere sembrano davvero finte, totalmente irrealistiche. Mi sembrano tanto da Carnevale e immagino che chi se la mette non la percepisce in questa maniera.
    Dopotutto, sin dall’antichità ci si traveste. Lo facevano gli sciamani per richiamare un altro sé, un’altra presenza. Anche la festa del Carnevale (ora diventato quasi sinonimo di farsa) aveva origini precise.

  5. Interessante ed inquietante come sempre. Anche perché, per quanto questa gente non faccia del male a nessuno, devo riconoscere che vedendo le prime tre foto mi sia venuto in mente Ed Gein…

  6. …non so perchè, ma trovo questo articolo inquietante – I mean, MOLTE COSE trattate dal blog lo sono,ma questo,a mio avviso, le supera – e ripeto,non saprei dirvi perchè, visto che la mia filosofia di vita è l’antitesi del vuoto moralismo di facciata – almeno ci provo, ok? 😉
    Ma “inquietante” non significa “sgradevole”, semplicemente definisce qualcosa, appunto, che “scuote e turba la quiete”, la interrompe, la plasma in un modello nuovo di percezione, e ci obbliga a vedere il mondo con occhi nuovi – o più antichi, forse primordiali – e comunque, per rispondere a pinkopallo, l’unica “degenerazione” che conosco è quella che provoca deliberatamente sofferenza a chi nonla merita o non la vuole , tutto il resto è libera professione di esperienza – e amen.

    • bizzarrobazar says:

      Chissà perché confrontarsi con certi argomenti provoca reazioni ed emozioni violente. Gli SMS in tempo reale alla puntata di Lucignolo (lo so, non è un barometro attendibile) erano particolarmente virulenti, ottusi e crudeli. Immagino che se i tizi si fossero travestiti da Babbo Natale o Bugs Bunny avrebbero attirato meno odio.
      E’ sempre un sollievo vedere che qui invece, a parte il troll di turno, il tono è diverso.

      • andrea c says:

        Secondo me le reazioni violente nascono dalla perenne frustrazione sessuale di questi individui, e dal contrasto feticista tra elementi estetici catalogati come “femminili” e sessualmente eccitanti, ed elementi maschili sessualmente repellenti. Un uomo etero può ad esempio essere eccitato dalle tette, dalle gambe con calze a rete, dalle labbra carnose, dalle scarpe ecc…ma poi individuare altri elementi nettamente maschili(come le braccia, le mani ecc..) che contrastano con il quadretto arrapante. Questo in uomini particolarmente repressi e insoddisfatti sessualmente, può scatenare reazioni di disgusto e rabbia!

        • bizzarrobazar says:

          Dici che sia questo? Un po’ come le barzellette degli uomini che inconsapevolmente si ritrovano a letto con un trans, e il loro machismo viene messo in discussione?

          • andrea c says:

            Non ne sono sicuro al 100%, è solo un’ipotesi, dovuta al fatto che io in passato a volte ho provato questo fascino particolare dovuto al contrasto. Questo poi a seconda della propria sensibilità , della propria educazione, delle proprie esperienze, della propria fase di maturazione ecc…può generare attrazione(io qualche anno fa ero affascinato da queste figure sessualmente ambigue, poi , non so perché, è andato scemando in una sostanziale indifferenza), oppure in persone sessualmente più inibite, e dalla mentalità più bigotta, una repulsione violenta(dovuta a una forte libidine, che se viene contrastata dal cosiddetto “super io”- non credo nella psicanalisi, ma uso questo termine solo intendere quella parte del cervello plasmata dall’educazione e dall’ambiente sociale, che controlla le pulsioni più istintive -, si trasforma in odio e violenza). Del resto, a conferma di questa teoria, mi sembra che la stragrande maggioranza degli “omofobi”(uso questo termine in senso esteso, per configurare tutti quelli che odiano le persone “sessualmente diverse” dalla massa) sono UOMINI. Le donne o sono indifferenti, oppure criticone bigotte, ma all’ambiguità sessuale non reagiscono mai con la stessa violenza(o con la stessa eccitazione!). E non esistono TRANS F TO M che si prostituiscono a tariffe stellari per clienti donne(mentre gli uomini sono disposti a pagare più le trans che le prostitute donne, segno che la sessualità maschile tende molto al feticismo, e può preferire un surrogato di donna a una donna vera)
            Tu che ne dici?

          • andrea c says:

            Solo che le trans ben riuscite(quelle che non si riescono distinguono dalle donne) hanno come unico elemento “fuori posto” il pene. E a molti uomini(anche etero) piace il pene!(anche se pochi sono disposti ad ammetterlo). Mentre le RUBBERDOLL hanno braccia grosse e sgraziate, mani pelose, spalle da rugbisti ecc.. e paradossalmente questo in persone sessualmente molto frustrate e dalla mentalità molto ristretta può generare reazioni di repulsione ancora più forti delle trans!

  7. Natasha says:

    inquietante è dir poco! disturbante, mi ricorda un certo Jame Gumb detto “buffalo bill”…..”would you fuck me? I’d fuck me”…goodbye horses, I’m flying over you….a parte gli scherzi non capisco proprio perchè dovrebbero indossare quei cosi! ho visti uomini vestiti da donne a cui io farei un baffo anche solo impegnandomi, perchè rendersi mostruosi? come al solito articolo interessantissimi sul bizzarro che cammina tra noi!

  8. Fuso(ux) says:

    a me invece mette molta tristezza e malinconia

    • bizzarrobazar says:

      La gente contenta ti mette malinconia?

      • Fuso(ux) says:

        Il vedere una persona che non si piace e non sopporta il deterioramento del tempo non è bello, poi per il resto puo’ essere felice anche con una maschera, come un po’ tutti compresi me e te

        • bizzarrobazar says:

          Non so se esista qualcuno che si sente compiuto e perfetto, che non cambierebbe nulla di sé, che si trova a suo agio nell’invecchiare, ecc. Da parte mia ho sempre pensato questo: per essere un uomo completo, deve mancarti qualcosa. E’ l’impulso ad essere qualcosa di più che sta alla base di tutte le imprese umane, belle e brutte.
          Queste persone hanno trovato un modo per rendere la loro vita straordinaria, ai loro occhi. Si divertono, in alcuni casi rinascono. Visti da fuori possono apparire grotteschi, ma di sicuro a me sembrano tutto fuorché depressi o malinconici. 🙂

  9. SisKa says:

    Salve,
    stranamente, sono stata colta di sorpresa a livello personale, poiché ho trovato l’ idea piuttosto intrigante.
    Chi, almeno una volta, non ha provato il desiderio di uscire per la strada e camminare nei panni di un’ altra persona, e ribadisco “persona”, non maschera di Halloween o Carnevale. Tant’è che se un giorno dovessi avere un gruzzoletto da parte ci farei un bel pensierino nel mascherarmi da uomo!
    Perché spero che ci sia anche l’opzione “modello uomo”, giusto?
    Peccato per le espressioni, rimanendo statiche non esprimono tutta quella mimica facciale di cui si serve l’essere umano per un’ interessante comunicazione non verbale; della serie: “Hey, bella! mi vedi? Sì, proprio tu, mi piaci…e ti sto inarcando il sopracciglio e, beccati ‘sto occhiolino!”
    Nuovi complimenti per l’articolo e buon lavoro.
    Con simpatia, SisKa

    • bizzarrobazar says:

      Come è facile immaginare, il masking è un fenomeno principalmente maschile. Può darsi che esistano anche “pelli” da uomo, sinceramente non ho controllato. 😀

  10. Sarò strano io ma non capisco cosa ci sia di giudicabile in quello che è semplicemente una preferenza, un piacere, e che non fa male a nessuno.
    Poi a me può non piacere, come non mi piacciono i grilli fritti ma se qualcuno li mangia e non mi costringe a mangiarne…
    Grazie per l’articolo, ignoravo completamente questa cosa

  11. Motus says:

    l’unica cosa che mi ha lasciata interdetta, è il testicolo che fa capolino nella foto con le autoreggenti a rete, solo perchè mi sembra stridere con la ricerca della perfezione che queste persone cercano, il resto mi è indifferente, mi pare assimilabile a cosplayer e furry… e confermo, pure io, almeno una volta, vorrei provare la “pelle” maschile

  12. Pina Fantozzi says:

    Non so che effetto mi farebbero dal vivo, ma anche io trovo piuttosto inquietanti queste figure e me ne sono chiesta la ragione. Per quanto mi riguarda, credo che sia per il loro assomigliare non a donne, ma a bambole o manichini, che le rende una sorta di ibrido tra vivo e inanimato, essere umano e oggetto… Poi, è disturbante l’idea di una seconda pelle che possa celare totalmente e perfettamente l’identità della persona che la indossa, potrebbe essere lo spunto per innumerevoli trame horror.
    Colgo l’occasione per ringraziare l’autore di questo affascinante blog, che leggo sempre, anche se, per pigrizia, non commento mai.

    • bizzarrobazar says:

      Hai ragione, l’effetto disturbante di cui stai parlando ricorda molto il concetto di Uncanny Valley. E’ come se si trattasse di un manichino troppo realistico (nei movimenti) e assieme troppo finto (nel volto), che crea in noi una specie di leggera dissonanza cognitiva. Inoltre, come notava andrea c. nei commenti, ci sono dettagli maschili che non si riescono a cancellare, tanto che per un attimo non siamo sicuri di cosa stiamo vedendo. E’ una sensazione, quella della terra che per un secondo ti manca sotto i piedi, che personalmente adoro, ma che molti detestano. 😀
      Grazie a te per il bel commento!

  13. Pintaycolera says:

    L’unica cosa che mi disturba tantissimo di questo articolo è che mi rendo conto che non riesco a capire e, provando a immaginare una situazione in cui fosse necessario accettare questa “stranezza”, non sono in grado di accettarla.
    Un buono spunto di riflessione su quanto ognuno di noi sia elastico e aperto mentalmente 🙂

    • bizzarrobazar says:

      Nel documentario di Channel 4 vengono mostrate amiche, e in qualche caso mogli, che hanno accettato questo lato degli uomini a cui sono affezionate. Non si può certo dire che sprizzino di gioia, ma in definitiva devono dirsi “c’è di peggio”. Suppongo che cerchino di vederla come una specie di cosplay. 🙂

  14. chezsbarde says:

    Ottimo articolo come sempre. Imparare cose nuove mi piace, qualunque sia l’argomento.
    Non pensavo che avrei trovato un feticismo più bizzarro (perlomeno per i miei standard) di quello dei looners (http://bizzarrobazar.com/2012/01/08/looners/) ma a quanto pare non è così.
    A me sinceramente fa tristezza che i rubberdoll siano criticati/derisi da altri feticisti. Proprio questi ultimi dovrebbero sapere cosa si prova ad essere ingiustamente additati come pervertiti.
    P.s. Chiudo con una nota scanzonata. Il rubberdoll col body nero, a cui sguscia fuori una palla è il migliore! 😉

  15. elisa says:

    ne avevo già sentito parlare, e avevo visto parecchie foto, molto interessante.
    mi ha ricordato quando ogni tanto da ragazzina mi fasciavo il seno e vestivo da ragazzo, ad una discreta distanza funzionava, ma appena aprivo bocca, per quanto cercassi di “fare la voce grossa” capivano subito. ogni tanto lo faccio ancora, mi metto i vestiti da uomo, molto larghi, guanti e capelli nel berretto. continua a non funzionare da vicino. ma è divertente vedere le facce stranite delle persone quando mi passano vicino.
    ps: a parte le sporadiche volte in cui mi sono impersonata in un ragazzo, il mio look è quasi esagerato, tacchi altissimi, gonne corte, autoreggenti in mostra, scollatura vertiginosa, trucco pesante e capelli davvero lunghi. insomma nella vita di tutti i giorni sono tutta il contrario!
    se esistessero maschere estremamente realistiche da uomo, le acquisterei!

  16. Mah… ormai con tutto quello che ho visto su internet non mi stupisco più di nulla, questa comunque mi era nuova! Si possono trovare informazioni inaspettate in posti insospettabili 😛

  17. PetiteBubu says:

    Incredibile come riesci sempre a trovare qualcosa di nuovo nel mare magnum dell’umanità! 😀
    Devo dire che pure io all’inizio ho avuto una forte sensazione di timore, visto che le maschere non sono per nulla espressive (Uncanny valley, come suggerivi in un commento). Al di là di questo, dato che dietro questo travestimento non c’è desiderio di cambiare sesso come sarebbe facile immaginare, bensì semplice piacere nell’essere qualcun’altro, mi chiedevo se alla fine queste persone sono come dei cosplayer. Solo che mentre il cosplay è meno additato dalla società come frutto di una mente malata/pervertita/infantile/quellochevuoi, questo è terribilmente mal visto.
    Ho fatto questa associazione rubberdoll-cosplay perchè ricordo che quando è carnevale e posso vestirmi ispirandomi ai manga senza essere additata in malo modo, mi sento più me stessa di quando indosso abiti quotidiani.

    • bizzarrobazar says:

      Anche nella sfera della sessualità esistono forme più o meno codificate di cosplay. Pensa al dresscode di certi party fetish/BDSM, fino ai classici costumi femminili da infermierina, cameriera, maestra, poliziotta e via dicendo.
      Quindi non credo sia sbagliato parlare di cosplay, anche se poi va a finire che si arrabbia pure la comunità dei cosplayer. 😀

  18. Grazie Bizzarro per questo post.
    Guardando le foto non ho potuto fare a meno di pensare a un mio sogno,
    da cui è nato un breve racconto che trovi qui

    http://downtheguts.blogspot.be/2011/03/variete-underground.html

  19. RigorMortis says:

    Mi fa molto riflettere la tua frase di partenza che ci esula dal fare commenti denigratori sull’argomento. La gente che se la ride su un post come questo è quella che non sa che esiste un mondo così grande al di fuori della loro misera casetta che se solo facessero un passo fuori strada verrebbero schiacciati .
    Ma il dubbio che mi sorge è : perché per gli uomini eterosessuali prendere le sembianze di una donna è sempre legato a una trasgressione, una repressione sessuale, un desiderio segreto, una vergogna indicibile? E poi perché sempre nella visione che la donna sia una bambola plastificata?
    Perché se Angelina Jolie si veste in giacca e cravatta è considerata sexy e se invece Brad Pitt si presenta in gonna e scarpe con tacco è considerato da ricovero? Non capisco se questi uomini siano semplicemente dei giocherelloni o se siano tristemente frustrati dal fatto di non aver trovato la donna bambola come mi pare qualcuno affermasse..

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