Bizzarro Bazar a Parigi – I

View on Paris

Qualche anno fa avevamo pubblicato due articoli-reportage su New York (li trovate qui e qui), dedicati a musei, negozi e luoghi insoliti della Grande Mela. Quest’anno, invece, il vostro fedele esploratore del perturbante si è diretto a Parigi, dove ha scovato per voi alcuni fra gli angoli meno battuti della capitale francese.

Già nel XVIII secolo Francesco Algarotti sentenziava “molti vanno a Parigi, ma pochi ci sono stati“, e forse questo è ancora più vero oggi che il turismo di massa detta le regole per visitare qualsiasi città, imponendo al viaggiatore tutta una serie di tappe obbligate da spuntare come caselline della tombola. Questa esperienza di superficie certamente rassicura il pellegrino di aver visto “tutte le cose più importanti”, ma rischia di farlo tornare a casa con l’immagine della città che già aveva prima di partire. E invece anche Parigi, come tutti i luoghi ricchi d’una storia antica e travagliata, nasconde un volto sconosciuto ai più.

Dimenticatevi quindi – o, meglio, date pure per assodati – i fasti di Versailles, le folle che risalgono la Torre Eiffel, gli assiepati scalini di Montmartre, il sorriso beffardo della Gioconda o lo shopping di lusso sui Champs-Elisées; e preparatevi per un viaggio alla scoperta dei meravigliosi gioielli che le luci della Ville Lumière hanno lasciato nella penombra.

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Come prima tappa partiamo dalla banlieue a sud-est di Parigi, a soli tre chilometri dalla capitale, visitando a Maisons-Alfort il Musée Fragonard, che si trova ospitato all’interno della Scuola Veterinaria. Qui un’immensa collezione di ossa e di scheletri animali si contende la scena con dei modelli in gesso degli organi interni, a grandezza naturale oppure in scala notevolmente maggiore, a fini di studio.

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Le cose cominciano a farsi più impressionanti quando si raggiunge la sezione teratologica del museo, che espone le diverse malformazioni, mutazioni genetiche e mostruosità. Preparati a secco, mummificati, oppure in soluzione ci presentano la versione animale dei “gemelli siamesi”: agnelli craniopaghi e toracopaghi, maiali con sviluppi fetali parassitari e galline con arti in sovrannumero si alternano a feti ciclopi, vitelli idrocefali e capre nate senza testa (anencefalia).

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Ma è nell’ultima stanza che sono contenuti i reperti più straordinari. Si tratta dei celebri écorchés di Fragonard, di cui abbiamo parlato in questo articolo: duecento anni prima di Gunther Von Hagens e del suo Body Worlds, e senza alcuna delle tecnologie ultramoderne disponibili oggi, l’anatomista francese era riuscito a preservare perfettamente alcuni cadaveri sezionati e fissati in modo da esporre l’anatomia interna a beneficio degli studenti.

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In alcuni casi disposti in pose artistiche, come “l’uomo con la mandibola” o i “feti danzanti“, i preparati anatomici sono ancora perfetti, con le loro vernici lucide e brillanti e un’espressività per nulla diminuita dal passare dei secoli.

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Difficile non rimanere a bocca aperta di fronte al più incredibile fra tutti i pezzi conservati qui: il “Cavaliere dell’Apocalisse“, montato su un vero e proprio cavallo, a sua volta sezionato.

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Spostiamoci ora nel cuore della città.
Quartiere un tempo malfamato, divenuto iconico per i suoi spettacoli osé, per il Moulin Rouge, i bordelli, il Grand Guignol e i cafés a tema, Pigalle si è oggi adeguato ai tempi e alle esigenze turistiche, reinventandosi come paradiso dei locali di lap dance e dei negozi del sesso. Lungo il Boulevard de Clichy le vetrine propongono, senza censure o pudori, una costellazione di futuristici sex toys, coadiuvanti, afrodisiaci, ritardanti, arditi capi di lingerie affiancati al consueto armamentario BDSM fatto di cuoio, borchie, scudisci e ball gag.

Proprio al centro di questa esibizione del sesso fatto spettacolo e merchandising, si apre il Musée de l’Erotisme. Anche ad Amsterdam, nel Red Light District, ne esiste uno di simile, ma quello di Parigi si distingue dal suo omonimo olandese per almeno tre motivi: il primo è la ricchezza della sezione antropologica, che conta svariate decine di manufatti provenienti da diverse epoche e latitudini.

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Dalle terrecotte etrusche ai feticci africani, dalle colorate statue balinesi agli avori cinesi, la collezione dimostra come il tema erotico sia stato affrontato senza particolari inibizioni da quasi tutte le culture tradizionali e spesso proprio nel contesto dell’arte sacra (come simbolo/auspicio/invocazione di fecondità e fertilità).

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Il secondo punto di interesse è la parte dedicata alla storia e al costume delle case chiuse dalla fine del I secolo al 1946, con fotografie d’epoca, documenti vari e perfino un bidet in porcellana originale (come è noto, questo accessorio da bagno si diffuse proprio nell’ambito della prostituzione).

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Infine, ai livelli più alti (il museo si sviluppa su ben sette piani!) vengono ospitate mostre temporanee di artisti internazionali, le cui opere esposte sono in alcuni casi disponibili per l’acquisto.

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Ben più dei sexy shop che lo circondano, il Museo rimanda un’immagine dell’eros che un po’ si è andata a perdere nel tempo: attraverso queste varie declinazioni artistiche, raffigurazioni antiche e contemporanee, il desiderio sessuale viene riportato alla sua originaria dimensione mitologica, archetipica e sacra.

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Dall’Eros passiamo a Thanatos, e addentriamoci nei labirinti sotterranei che si snodano sotto le case di Montparnasse.
Nonostante il loro nome ricordi quelle romane, le Catacombe di Parigi erano in realtà le antiche cave da cui veniva estratta la pietra per costruire la città: quando nel 1785 il Cimitero degli Innocenti nel quartiere delle Halles, che era stato in uso per quasi dieci secoli, venne evacuato a causa del pericolo d’infezione, si decise di spostare i resti nelle cave ormai abbandonate. Consacrate nel 1786 come ossario municipale, le Catacombe ospitarono fino al 1814 le salme traslate da tutti i cimiteri della capitale, mano a mano che questi venivano chiusi per insalubrità. Oggi si stima che vi siano raccolte le ossa di circa sei o sette milioni di parigini.

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Fermati, qui sta l’impero della morte“, avverte un verso inciso all’entrata dell’ossario.
A venti metri sotto il suolo, sui lati degli stretti corridoi e delle gallerie oscure, sono disposte le une sulle altre migliaia e migliaia di ossa, a formare una scenografia macabra impressionante.

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Talvolta il muro di teschi e tibie si apre su camere più larghe, piccoli altari, croci o altri luoghi di raccoglimento. Lungo tutto il percorso (di ben due chilometri) sono disseminati poemi, aforismi, testi sacri e profani che esortano a meditare sulla propria mortalità.

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Questi morti accerchiano il visitatore, lo soverchiano in numero schiacciante – è davvero l’Impero della Morte, con le sue armate silenziose, che ci attende quaggiù: eppure, paradossalmente, non ci si può sentire dei veri e propri intrusi in questo mondo senza luce, perché il destino che attende tutti gli uomini accomuna l’ospite a questi resti anonimi. Fra le ossa vi sono, probabilmente, anche quelle di Rabelais, La Fontaine, Perrault, così come i ghigliottinati Danton e Robespierre, eppure nulla ormai li distingue dai loro coetanei. Mai come quaggiù l’égalité del motto nazionale francese assume una sfumatura beffarda e, al tempo stesso, stranamente rassicurante.

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MUSEE FRAGONARD
7, avenue Général-de-Gaulle
Maisons-Alfort
Apertura: mercoledì e giovedì, sabato e domenica
Orari: 14-18

MUSEE DE L’EROTISME
72 Boulevard de Clichy
Apertura: tutti i giorni
Orari: 10-02
Sito web

CATACOMBES DE PARIS
1, avenue du Colonel Henri Rol-Tanguy (place Denfert-Rochereau)
Apertura: da martedì a domenica
Orari: 10-20
Sito web

(Questo articolo è il primo di una serie dedicata a Parigi. Gli altri due capitoli sono qui e qui.)

19 comments to Bizzarro Bazar a Parigi – I

  1. giampaolo says:

    Porca miseria, come dice all’inizio dell’articolo: “…una serie di tappe obbligate da spuntare come caselline della tombola” è proprio quello che ho fatto questa estate in visita per la prima volta nella meravigliosa Parigi (ma immagino di potermi giustificare con il fatto di avere con me anche mia figlia di otto anni). E poi che motivo avrei di seguire appassionatamente Bizzarro Bazar se non quello di conoscere le infinite strane bellezze di questo mondo? Aspetto il seguito, grazie.

  2. Leo says:

    No vabbè, pianifico di andare a Parigi, non ci sono mai stato e mi pubblicate una cosa così? Potrò dire di esserci stato davvero.

  3. SisKa says:

    Salve Bizzarro,
    un reportage, questo, semplicemente Sublime. Appagante dal lato visivo, e ispiratore dal punto di vista intellettuale. Le foto delle catacombe sembrano rilasciare dietro a loro quasi l’odore che, posso solo immaginare, si imprime poi nella memoria di chi visita quei conicoli; me li immagino freddi, con un’aria grave, aspra e dolciastra insieme… Non ho mai veramente preso sul serio Parigi, per quanto possano essermi garbate le opere di autori francesi ma, con quest’articolo, mi hai fatto veramente cambiare idea; grazie!
    Attendo con ansia l’evoluzione del “tour” parigino.
    Con simpatia, SisKa

    • bizzarrobazar says:

      Grazie SisKa!
      Le catacombe in realtà hanno una temperatura costante di 14°, piuttosto piacevole venendo per esempio da una ventosa pioggia… quanto all’odore, non è che io lo ricordi particolarmente, ma ti lascio volentieri sognare… 😉

  4. SisKa says:

    Grazie! Eh eh, proprio l’effetto che cerco quando visito il tuo blog: l’ispirazione, il sogno, la vista, i sensi e..il mal di viscere!
    XD

  5. elisa says:

    bellissimo articolo, sai per caso chi è l’artista delle “bambole”?

  6. Ico-Neko says:

    E invece l’artista dei due quadri chi è? Trovo molto bello il primo con le chiocciole e i crani…
    Grazie

  7. Livio says:

    Sempre meglio! Grandissimo!

  8. Ciao Bizzarro,

    sto organizzando il mio primo weekend a Parigi. Vorrei visitare alcune gioielli da te descritti in questo report. Mi interesserebbero soprattutto il Musee Fragonard, il Musee de l’Erotisme, le Catacombe, la Grande Galerie de l’Evolution e il Musee de la Histoire de la Medicine.

    Secondo te è fattibile una visita a queste attrazioni in soli due giorni?

    C’è qualche zona/quartiere della città dove consigli di soggiornare per comodità e vicinanza ai mezzi di trasporto?

    Grazie!

    • bizzarrobazar says:

      Allora, come prima cosa (giusto per mettere ancora più carne al fuoco!) ti ricordo che c’è anche il Musée Dupuytren, dall’altra parte della strada rispetto al Museo della Medicina. Quando sono andato io purtroppo era chiuso, ma mi hanno raccontato che è fantastico anche se, ovviamente, per stomaci forti.

      In due giorni sinceramente non credo che tu riesca a visitare tutto. Tieni conto ad esempio che il Fragonard è fuori dal centro, e di conseguenza devi dedicarci praticamente mezza giornata. Se poi è la tua prima visita, immagino vorrai anche goderti alcune delle bellezze “classiche” della capitale! Il Musée de l’Erotisme non prende troppo tempo ed è in piena Pigalle, quindi facendo vedi anche il famoso quartiere; le Catacombe sono un’altra visita lunghetta, spesso più per la fila che non per i 2 km di percorso sotterraneo, ma secondo me valgono la pena.
      Se dovessi sacrificare qualcosa, eliminerei senza troppi sensi di colpa il Musée de la Medicine (in Italia ne abbiamo di migliori).

      Il luogo più strategico in cui soggiornare è forse la zona di Les Halles, a due passi dall’Ile e con la stazione Chatelet che serve un gran numeo di linee. Tieni conto comunque che la metro è molto efficiente; se ti assicuri un hotel vicino a una fermata della linea 1 o della 4 non avrai problemi.
      Buon viaggio! 🙂

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