“Per un certo tempo, mentre lo si crede perfettamente inerte, il nostro cadavere si anima, si esprime e si agita in un ultimo balletto macabro. I numerosi spasmi che scuotono il nostro corpo sono soltanto movimenti erratici oppure fanno eco al vortice e al tumulto della nostra vita passata?“
Questo il dubbio che serpeggia fra le evocative immagini del cortometraggio di Pedro Pires Danse Macabre (2008), realizzato in sinergia con il celebre attore e regista Robert Lepage. Un gorgo di visioni poetiche, dalla delicatezza al tempo stesso sublime e agghiacciante, ci offrono una diversa prospettiva sulla soggettività della morte – come se il momento del passaggio fosse molto più di un semplice spegnersi delle funzioni vitali.
Ma lo sguardo del regista non è consolatorio, né vuole indorare la pillola: non v’è traccia di ironia in questo concentrarsi sul corpo, non c’è una luce eterna ad accoglierlo in fondo al tunnel, ma soltanto le acque più tenebrose e profonde. Le sgradevoli fasi autoptiche si trasformano (nella mente del cadavere?) in un’ultima, disperata danza.
Il tentativo dei Pires è quello di immaginare questa estrema e incomunicabile percezione alterata della realtà. E il risultato è di una bellezza sorprendente.
Ecco il sito ufficiale dell’autore.
Ciao, stavo cercando un articolo che avevate messo pochi giorni fa sulla banca dei capelli..
Fra un paio di giorni sarà online, si è trattato di un errore di pubblicazione.
È straordinario, non ho parole: credo di non aver battuto le palpebre nemmeno una volta, mentre lo guardavo. Quest’opera ha una potenza espressiva devastante!