Se bella vuoi apparire…

Questo nostro caduco et fragil bene
ch’è vento et ombra et à nome beltate
(Francesco Petrarca, Canzoniere, Canto 350)

Oggi essere belli è diventato un dovere.
Forse però è troppo facile prendersela con il martellamento promozionale, che ripropone all’infinito sensuali e perfette nudità occhieggianti dai cartelloni pubblicitari, dalle riviste, dai cataloghi; facile criticare il degrado dei tempi quando perfino le moderne donne politiche parlano delle capatine dall’estetista come di un imperativo etico o ideologico; facile anche scagliarsi contro la superficialità dilagante, nel sentir parlare sempre più spesso di seni, glutei ed altri parti anatomiche che si debbono per forza “ringiovanire”, a meno di non voler sfigurare. Facile, insomma, associare la rincorsa alla pelle più tonica, alle sopracciglia meglio disegnate o all’ultima miracolosa crema antirughe ad una crisi di valori.

Ma è davvero soltanto la nostra epoca ad essere così ossessionata dall’eterna giovinezza e dalla bellezza a tutti i costi?

La cosmesi è in realtà vecchia quanto l’uomo, ed in ogni periodo storico sono sorti estremismi e fissazioni estetiche, così come qualsiasi epoca ha visto propagarsi le cure anti-età più bizzarre, spesso poco più di fugaci mode d’una stagione.
È dunque divertente e illuminante gettare uno sguardo ai trattamenti che erano all’ultimo grido nella prima metà del secolo scorso: pur di apparire giovani e belle, anche le nostre nonne o bisnonne erano pronte a sottoporsi ai tormenti più surreali.

0

Partiamo da Max Factor Sr., nome leggendario, vero e proprio innovatore che, grazie al suo lavoro per le prime grandi star del cinema, fu in grado di costruire un impero. A lui si deve lo sviluppo dell’industria cosmetica, oltre che il termine “make-up”. Gli si deve anche la straordinaria maschera con cubetti di plastica per il ghiaccio che vedete qui sotto: pensata originariamente per dare rinfresco alle attrici accaldate dalle luci del set, senza rovinare il trucco, questa invenzione ben presto divenne però celebre tra i festaioli di Hollywood per tutt’altro motivo… guadagnandosi il nomignolo di Hangover Heaven (“paradiso del doposbornia”).

1

Sempre Max Factor è l’artefice dell’infame beauty micrometer, inquietante apparecchio che avrebbe dovuto identificare le parti del viso di una persona che necessitavano d’essere ridotte o aumentate dal trucco. Stranamente, questo incrocio fra uno strumento di tortura e un craniometro frenologico non ebbe mai lo sperato successo.

2

  4

5

Similmente minacciosi ci appaiono oggi i primi caschi per la permanente, che modellavano i capelli ricciolo per ricciolo.

6

7

8

Per eliminare lentiggini e punti neri, negli anni ’30 si poteva ricorrere ad una macchina aspiratrice, le cui coppette di vetro erano collegate tramite tubi di gomma ad una pompa a vuoto.

9

L’alternativa era quella di congelare le lentiggini mediante applicazioni di anidride carbonica. Gli occhi della “paziente” erano protetti da gommini a tenuta stagna, le narici venivano tappate e per non inalare il gas nocivo era necessario respirare attraverso un tubo tenuto in bocca.
Non molto confortevole – e nemmeno efficace, a quanto si racconta.

10

Un altro metodo per ottenere una pelle sempre giovane e perfetta consisteva nello stimolare la circolazione sanguigna tramite una maschera che scaldasse il viso: lanciato nel 1940, questo caschetto si accendeva una volta attaccato alla presa elettrica.

11

Una bella camminata in montagna, si sa, è sempre salutare e tonificante. Ecco quindi apparire negli anni ’40 una macchina che, abbassando la pressione atmosferica attorno alla testa per simulare le condizioni d’alta quota, prometteva una carnagione rosata e florida.

12

Cosa c’è di più grazioso di due belle fossette agli angoli della bocca? Nel 1936 una certa Isabella Gilbert di Rochester, New York, brevettò questo apparecchio, da indossare ogni notte per crearle artificialmente: sfortunatamente, sembra che il dolore causato dalle molle fosse troppo intenso anche per le più fanatiche fra le aspiranti fotomodelle.

13

In soccorso delle pelli troppo sensibili, ecco due invenzioni degli anni ’40: gli occhiali da sole con proteggi-naso, e il “cappuccio a prova di lentiggini” (evidentemente, le efelidi erano nemiche giurate della bellezza).

14

15

Dalla stessa epoca proviene questa poltrona massaggiante per gambe sempre splendide.
E, immaginiamo, anche perfettamente depilate.

16

Questa carrellata di vecchie fotografie mostra come l’ossessione per l’aspetto fisico non sia certo una novità; d’altronde, la ricerca e la valorizzazione della bellezza estetica sono fra le caratteristiche più antiche della civiltà occidentale, a partire dalla kalokagathia greca. Oggi ci si spinge ancora oltre, quello odierno è un corpo fluido, flessibile, manipolabile e rimodellabile in un infinito lavoro di ricerca e di perfezione. L’unico ostacolo che si ritrova davanti è sempre lo stesso: l’antico, intollerabile e acerrimo nemico d’ogni avvenenza – il tempo.
La lotta per sconfiggere i segni che il tempo lascia sul corpo è senza quartiere, anche se l’esito della battaglia, purtroppo o per fortuna, è scontato. Ma demordere non è una peculiarità umana: e se pure qualcuno di questi trattamenti estetici d’altri tempi ci può far sorridere, non sono certo più ingenui o fantasiosi delle mode che nascono e muoiono anche oggi. Perché essere belli è diventato un dovere… ma rimane pur sempre un’illusione, fragile e a suo modo necessaria.

19

17

18

20

21

22

23

24

25

26

27

L’Angelo Francese

shrek_05

Nato negli Urali nel 1903 da genitori francesi, Maurice Tillet aveva un’intelligenza viva e un fisico atletico invidiabile. Gli amici erano impressionati dalla sua abilità nel parlare diverse lingue, e a causa dei lineamenti dolci del suo volto l’avevano soprannominato “Angelo”. Durante la Rivoluzione Russa la sua famiglia ritornò precipitosamente in Francia, stabilendosi a Reims. E lì cominciarono i problemi.

All’età di 17 anni, Maurice cominciò a notare dei dolorosi rigonfiamenti sul suo corpo. Si trattava, come avrebbe purtroppo scoperto in fretta, dei primi sintomi di acromegalia. Ma se la malattia causa talvolta stature gigantesche, in Maurice operò un cambiamento differente: la statura rimase normale, ma il suo torace divenne cilindrico e, oltre alle mani e ai piedi, la parte del corpo che cominciò davvero a crescere a dismisura fu la faccia. Proprio quel volto un tempo angelico che gli era valso il soprannome, ora lo faceva assomigliare a un orco o un uomo delle caverne.

maurice-tillet-becomes-a-us-citizen

4304937426_a5c76eaa45_o

A causa del suo nuovo aspetto, Maurice dovette rinunciare al suo sogno di una carriera da avvocato, e per cinque anni lavorò nella Marina come ingegnere. Mentre era imbarcato nell’esercito, a Singapore, Tillet conobbe un promoter di wrestling che lo convinse a provare ad entrare in quello sport. Maurice scoprì di avere del talento nell’arte della lotta, e sicuramente il suo aspetto incuteva un certo timore negli avversari, avvantaggiandolo. Con il nome d’arte di “Angelo Francese”, disputò incontri di grande successo in Europa, e quando si trasferì in America, a causa della Guerra, cominciò ad inanellare una serie di vittorie impressionanti. I fan del wrestling erano elettrizzati dalla sua figura così come dalla sua tecnica potente, anche perché il suo personaggio sembrava collegare due mondi che finora erano rimasti distanti: quello dello sport e quello dei fenomeni da baraccone, i freak ammirati nei sideshow itineranti di mezzo mondo.

Coming right at ya - Maurice Tillet

Angel - Maurice Tillet 01-23-40

Alter-Ego

The Angel and

The Angel and Wadislaw

Nel 1940, Tillet venne esaminato dall’antropologo Carleton Coon (autore di alcune sfortunate teorie sull’origine e la storia delle razze), mentre le macchine fotografiche di LIFE seguivano l’incontro: l’etnologo annotò le misure della mandibola, della testa, dei piedi e delle mani giganteschi, e concluse che Maurice potesse rappresentare “una regressione all’uomo di Neanderthal”. Per quanto ai nostri occhi oggi possa sembrare una diagnosi assurda e infamante, per un atleta che combatteva quotidianamente (gli avversari sul ring, la sua malattia fuori dal quadrato), il servizio fotografico gli regalò un’immensa notorietà, tanto che Tillet cominciò a sfruttare a suo favore il personaggio dell’uomo preistorico.

Time Maurice March 4th 1940 - 4

Maurice - Milwaukee Journal March 18th 1940

Natural History Museum -Neanderthal -tillet

Photo back ANGEL compared to Neanderthal 3-30-40

Maurice3 maurice-tillet-the-french-angel

Sulla scia della sua fama, cominciarono a spuntare come funghi gli imitatori: tutti dall’aspetto di cavernicoli, e tutti con il suo stesso nome d’arte. L’Angelo Russo, l’Angelo Canadese, l’Angelo Irlandese, il Polacco, il Ceco, e poi l’Angelo d’Oro, quello Nero e perfino una Lady Angel. Qui sotto, una foto dell’Angelo Svedese.

01

Nel frattempo, Tillet continuava a vincere e nei primi anni ’40 divenne uno dei wrestler di prima categoria, vincendo il titolo mondiale dei pesi massimi e restando imbattuto per 19 mesi consecutivi. Poi, lentamente, la sua gloria cominciò a declinare di pari passo con la sua salute, nonostante egli continuasse a lottare. Ma ormai non era più un campione: disputò il suo ultimo incontro nel febbraio del 1953.

shrek_03

Maurice with Two Gals

Maurice with one gal

Maurice in robe

Life Mag 1939 - 3 Maurice Tillet Life Mag 1939 - 4 Maurice Tillet Life Mag 1939 - 5 Maurice Tillet

Uno scompenso cardiovascolare mise fine alla sua vita, un anno dopo; ma non prima che uno scultore divenuto suo amico riuscisse ad eseguire dei calchi in gesso e a scolpire alcuni busti a grandezza naturale, uno dei quali è esposto al Museo Internazionale di Scienza Chirurgica di Chicago. L’anno scorso Maurice Tillet è stato introdotto nella Professional Wrestling Hall of Fame.

MatReview1

Maurice2

French Angel and Canadian writers l. to r. Ralph Allen, Johnny Fitzgerald, Joe Perlove, and Hal Walker.  Frank Tunney.

Oggi molti siti internet lo ricordano quasi esclusivamente per la diceria secondo cui gli artisti della Dreamworks si sarebbero ispirati ai suoi lineamenti per il personaggio cinematografico di Shrek – tralasciando di menzionare il vero esempio che Tillet ci lascia: quello di uno strano gigante gentile, un angelo che si disvelava soltanto a chi sapeva guardare oltre l’apparenza fisica. E, soprattutto, un uomo che aveva imparato l’essenza spirituale della lotta, che consiste nello sfruttare a proprio favore la forza dell’avversario. Tillet era riuscito, con determinazione, a trasformare un destino crudele nella migliore delle opportunità.

tilletsp

Ecco un sito inglese interamente dedicato a Maurice Tillet, contenente articoli e foto d’epoca.

(Grazie, Giulia!)

Ross Sisters

Le Sorelle Ross erano un trio di cantanti e ballerine texane e raggiunsero la popolarità negli anni ’40 con il film Broadway Rythm (1944, di Roy Del Ruth).

Ecco uno spettacolare estratto dal film: comincia come una normale armonia a tre voci, ma dopo circa un minuto si trasforma in un numero che ha dell’eccezionale.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=61cY1ILv60k]