New Year’s Day is just a convention; yet this holiday’s ultimate meaning is to make us aware of seasons, of the cyclic nature of things, to remind us that Time is both an incessant end and a continuous beginning. We suddenly feel able to turn the page, to start anew, allowing ourselves those very reveries and hopes we held back until the day before. New Year’s Day is the time to dream new dreams.
As for Bizzarro Bazar, 2017 promises to be an annus mirabilis: plenty of new things coming our way.
I still have to keep most of these projects secret (they wouldn’t be suprises, would they), but all will be revealed in due time throughout the year.
A first anticipation leaked out yesterday on Facebook. Cult+, an RSI (Swiss Radio and Television) web format, will devote some episodes of the next season to the macabre and curious side of Rome: who do you think they called to be their guide?
The eccentric Ronco (Stefano Roncoroni, creator of the series), asked me to introduce him not just to the darker side of the Capital and Italy’s macabre heritage, but also to Rome’s underworld of seekers, scholars and creators of wonder.
An ever more present reality, which — I say this with a bit of pride — is emerging also thanks to this blog acting as a catalyst, in particular with the successful initiatives of the Academy of Enchantment. The Swiss crew was present at one of our meetings at the wunderkammer Mirabilia, interviewing both lecturers and participants from the audience; it will be interesting to see what a foreign eye saw in our passions!
You can follow all the developments on Cult+ Facebook page.
But every new year also entails looking back.
Therefore, as a welcome to 2017, I thought I would gather my four years of collaborations with the art magazine Illustrati, published by Logos, in one single e-book.
The Illustrati Archives 2012-2016 is an anthology of all the articles published on the magazine until now, pieces which never appeared on this blog.
Here’s a glance of what awaits you:
A deaf and dumb abbott sculpting a secret, monumental work; several men surviving for six years trapped in a bunker; one single man causes more damage to the planet than any other organism in the history of the world. And then: trousers made of human skin, zombie ants, haunted forests, mini porn stars, wacky scientific theories, and the mystery of the color blue – which for the ancient Greeks did not exist.
Three dollars for thirty treats of wonder.
The Kindle e-book is available at this link.
(My gratitude to those who will choose to support Bizzarro Bazar this way.)
And now back to work, unearthing new oddities, of which reality is always prodigal.
Because “the larger the island of knowledge, the longer the shoreline of wonder“.
Ogni capodanno, il solito vecchio gioco ricomincia. C’è chi si sente in dovere di stilare il bilancio dell’anno appena trascorso, chinandosi sul passato per studiarselo ben bene, e chi invece preferisce sorvolare e dedicarsi ad assaporare nuove speranze. C’è chi magari scopre un vago sentimento d’inquietudine per tutte le sfide senza volto che il destino gli riserva.
E c’è chi diffida del passato e, a dirla tutta, non stravede per il futuro – si abbandona quindi al presente, come se esistesse soltanto quello… e allora sì, che si brinda per davvero!
Poi ci sono quelli fissati con i “buoni propositi” per l’anno che arriva.
Sapete quale, secondo noi, potrebbe essere un ottimo proposito per il futuro?
Riprometterci di fare come Mae West, che dichiarava: “tra i due mali, sceglierò sempre quello che non ho ancora provato“.
Oppure ancora ricordare, nel decennale della morte, le parole del nostro amato Hunter S. Thompson:
La vita non dovrebbe essere un viaggio verso la tomba con l’intenzione di arrivarci senza rischi, in un corpo bello e ben preservato, ma piuttosto sbandare in derapata in una nuvola di fumo, completamente esausti, totalmente consumati, gridando forte: “WOW! Che corsa è stata!”
Per concludere, quindi, il buon proposito di Bizzarro Bazar è di impegnarsi affinché il 2015 sia ancora più strano e folle dell’anno che lo ha preceduto!
Auguri a tutti, e… Keep the world weird!
Salone del Lutto è senza dubbio uno dei nostri blog preferiti. Poetico, fresco, sorprendente, con uno stile del tutto particolare e una missione ben precisa: esplorare la morte nei suoi risvolti letterari, artistici, culturali con passo lieve e ironico. Lasciamo quindi la parola alle Signore del Lutto, Silvia e Serena, affinché ci presentino il bellissimo calendario virtuale che regolarmente pubblicano a fine anno.
La gente muore ogni giorno. Tutti i giorni. Di tutti gli anni. Ogni calendario, in fondo, è un memento mori. Un susseguirsi di martiri, vergini, beati e commemorazioni di esecuzioni. E uno scandire il tempo che ci avvicina, ogni giorno di più, alla fine. Ma il Salone del Lutto con i fatti di religione c’entra poco, pur apprezzando chiese, cimiteri, e innumerevoli altre attestazioni devozionali. E così, da un paio di anni, il calendario se lo fabbrica da sé – online –, assegnando ogni giorno a qualcuno che in quel giorno è morto e chiamandolo a dire la sua. Sulla morte. Ma anche su innumerevoli altri argomenti. È un calendario laico: zeppo di scrittori, musici, ballerine, pittori, attori, e molto altro ancora. Vi invitiamo ad andare a leggerlo e sfogliarlo, cliccando qui. Nel frattempo, qui sotto, sviluppiamo alcuni percorsi, pescando i nostri morti dall’edizione 2014 e 2015. Grazie a Bizzarro Bazar per l’ospitalità.
26 marzo 1892, 19 giugno 1937, 2 luglio 1977, gli inventori di bellezza
Fa paura, la morte, o perlomeno, per tanti è così. Eppure chi ha il dono della scrittura, e dell’invenzione, ha costruito dei mondi di infinita bellezza. Anche per quel momento. Walt Whitman, ad esempio, che dice: «E mostrerò che nulla può accadere che sia più bello della morte» o l’immenso Vladimir Nabokov, secondo cui «La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande».
E poi, poi anche chi scrive per i bambini ne parla, senza troppi pudori, senza giri di parole: morire è morire e anzi: «Morire sarà una splendida avventura». Parola di James Matthew Barrie. E di Peter Pan.
11 maggio 2010, la grande vecchia
1904–2010. Nessun refuso, la più giovane delle sorelle Eaton e una delle più recenti acquisizioni della rivista Zigfield Follies è effettivamente morta a 106 anni. Dopo la rivista, e il cinema, per tre decenni fu anche in tv. Infine si ritirò in un ranch insieme al marito, dedicandosi all’allevamento di cavalli. Una vita lunghissima, dal film muto all’era del web, e innumerevoli interviste rilasciate a giornalisti e scrittori, per preservare tracce di quei tempi, che ci sono stati finché c’è stata lei.
E, non so voi, ma io le vicende dei grandi vecchi le trovo bellissime. La signora Emma Morano (114), ad esempio, che dichiara oggi di non conoscere né Renzi né Papa Francesco, mentre si ricorda bene del re Vittorio; i vecchietti di Vilcabamba, alcuni dei quali asseriscono fieri di aver smesso di fumare da una decina d’anni, a 100 anni o più; e Doris, che candidamente ammise: «A 32 anni, mi diedi una bella occhiata e pensai: “Che sta succedendo? Questo è niente. Non è vita”. Così andai in chiesa, iniziai a studiare e a cercare me stessa. Ne ottenni una certa qual forza interiore». Alla faccia della forza, Doris, arcigna e adorabile.
1° luglio 1961 e 17 ottobre 1849, i programmi preventivi
La paura della morte porta a elaborare strani programmi. O, piuttosto, è la paura di ciò che tocca in sorte al cadavere. A tal proposito, Louis-Ferdinand Céline abbozza in Viaggio al termine della notte una teoria un po’ delirante, ma piena di fascino: «[…] Lola, così paura, vedi, che se muoio di morte naturale, io, più avanti, voglio soprattutto che non mi brucino. Vorrei che mi lasciassero nella terra, a marcire al cimitero, tranquillamente, là, pronto a rivivere, forse… Chissamai! Mentre se mi riducono in cenere, Lola, tu capisci, sarebbe finita, proprio finita… Uno scheletro, malgrado tutto, assomiglia ancora un po’ a un uomo… È sempre più pronto a rivivere che delle ceneri… Le ceneri è finita!… Che ne dici?…».
Fryderyk Chopin, dal canto suo, l’ipotesi di un risveglio sottoterra non la vedeva troppo favorevolmente, tanto che le sue ultime parole chiarirono una precisa volontà: «Poiché la terra mi soffocherà, vi scongiuro di fare aprire il mio corpo perché non sia sepolto vivo».
Esequie premature, zombies, e cos’altro? Io penso che se c’è un aldilà questi due stiano facendo discorsi ameni. Davvero!
10 e 11 ottobre 1963, L’amore vince la morte
Federico e Giulietta, Raimondo e Sandra. No, non voglio parlare di coppie che, semplicemente, si dissolvono, completamente e nello stesso anno: lui e lei, a pochi mesi l’uno dall’altra. C’è chi è riuscito a superarle e, personalmente, sono felice che si tratti di una coppia di amici. Due amici che, con la loro arte, hanno saputo illuminare le notti di Francia. Lei, Édith, era un usignolo; lui, Jean, poeta, saggista, drammaturgo, librettista, eccetera eccetera. Lei, Édith, fu la prima ad andarsene: una broncopolmonite e farmaci consumati in dosi massicce fino a debilitarla nel profondo. Era probabile che andasse a finire così.
Lei era immensa. Doveva essere ricordata adeguatamente. A occuparsi del suo elogio funebre è Jean, il poeta, saggista, drammaturgo, librettista, e AMICO, e amante. In questo elogio mette dentro frasi bellissime e parole a effetto. Lei è «un’onda altissima di velluto nero», «una stella che brucia nella solitudine notturna del cielo di Francia». La pressione è fortissima. Le crepe nel cuore sono profonde. Jean se ne va poche ore dopo Édith, stroncato da un infarto. Tecnicamente, si tratta di due giorni diversi, ma è bello ricordarli insieme. Perché l’amore vince la morte e anche lo scorrere del tempo.
14 settembre 1927, La divina, e divinatrice
Lei era una vera diva. Nata nella seconda metà dell’Ottocento, viveva – così immagino – con grande difficoltà l’essere figlia di un altro tempo, il futuro. Emancipazione, passione, amori intensi ma brevi. E soprattutto un’arte che era solo sua, fatta di vesti leggere e piedi scalzi: un modo di danzare che non si era mai visto prima e che, inizialmente, la gente faticò a comprendere, come avviene con tutte le “cose” di rottura.
Le foto che la ritraggono parlano di un corpo sinuoso e flessuoso, della capacità di assumere pose e sembianze che non sono umane ma superumane. Isadora un giorno salì in macchina, una Bugatti decappottabile. La immagino leggera ed elegante, mentre sventaglia la mano e dice: «Addio amici miei! Vado verso la gloria (o verso l’amore, poco importa)». Al collo porta una sciarpa, svolazzante, leggera, probabilmente di un tessuto pregiato. Lo direste che una sciarpa può essere un involontario strumento di morte? La macchina va, accelera, l’aria nei capelli è bella, le frange della sciarpa si impigliano nelle ruote. Ed è un attimo. Gertrude Stein, amica della Duncan, ebbe a commentare che «certi vezzi possono risultare pericolosi». È vero, ma a colpirmi di più sono le doti divinatorie della grande Isadora.
26 dicembre 2014 – Il cadavere scomparso o l’uomo che non è mai esistito
Il 26 dicembre 2004 non fu un Santo Stefano qualunque. La grande onda dello tsunami spazzò via case, e alberi e tutto quel che trovava il suo percorso devastando le coste indonesiane, tailandesi, indiane, birmane, bengalesi e maldiviane. In Sri Lanka le vittime furono moltissime. Tra di loro Pietro Psaier, pittore italiano. Il suo cadavere non fu mai ritrovato. Ma il problema è un altro: Pietro Psaier, forse, non è mai esistito, e la sua è una biografia presunta, densa di ipotesi non confermate. Su Wiki, tutte le notizie al suo riguardo premettono un generico «si afferma che…».
Eppure, le affermazioni al suo riguardo sono tutte importanti: Pietro Psaier negli anni Cinquanta disegnò auto per Enzo Ferrari – si dice; negli anni Sessanta si trasferì a Madrid e successivamente a New York dove conobbe nientepopodimeno che Andy Warhol e divenne uno degli habitués della Factory – si mormora; negli anni Settanta era ormai un artista affermato e realizzò lavori per le stars: Keith Moon, Oliver Reed, Michael Caine – così sembra. Ciononostante le economie non giravano bene, così negli anni Ottanta Psaier sfuggì ai creditori prendendo la via dell’Asia: Nepal, Tibet e finalmente Sri Lanka.
La sua reale esistenza fu messa in dubbio solo dopo la sua scomparsa: la casa d’aste Nicholson’s, infatti, annullò la vendita dei suoi quadri, dando credito alle voci che ne mettevano in dubbio l’esistenza. E di lì fu tutto un rincorrersi di illazioni: «se fosse esistito lo avrei incontrato», «se non fosse esistito non lo avrei avuto in cura»… Se, se, se… E se l’opera d’arte fosse proprio questa? Essere così abili dar far perdere le proprie tracce fino alle origini? Ai giorni nostri sembra quasi impossibile. Ma no, Pietro Psaier ce l’ha fatta. Pietro Psaier? Chi?
Info
Il calendario del Salone del Lutto è un prodotto online e virtuale. Puoi vederlo online andando a questo link.
Pure il Salone del Lutto è online, ma un po’ meno virtuale del calendario e di Pietro Psaier. Puoi trovarci su Facebook oppure sul nostro blog.
Buon Natale e ricordatevi: non è vero che Babbo Natale non esiste. Semplicemente, Babbo Natale è morto.
Un lettore faceva notare che i post di maggiore successo sono spesso quelli più lunghi e approfonditi, alla faccia dell’idea che sulla rete tutto debba essere per forza immediato e veloce. Ma d’altronde risulta evidente che la fanbase di Bizzarro Bazar (circa 2.000 visite quotidiane) è costituita da persone che apprezzano mettere in discussione le proprie idee, sanno trovare il tempo di riflettere e danno valore all’esotismo – nel senso etimologico di tutto ciò che è “fuori” (ex) dal comune, che è diverso, sconosciuto.
Quindi finiamola qui – inutile sperticarsi in salamelecchi e captatio benevolentiae: è chiaro che senza questo elemento fondamentale (lettori svegli, attivi e curiosi) uno spazio come questo probabilmente non esisterebbe più da tempo.
Cinque anni (internettiani, che quindi valgono il doppio) alle spalle, e il primo libro della Collana Bizzarro Bazar in uscita ad ottobre… non è poco per un piccolo blog come Bizzarro Bazar, nato e mantenuto con fatica e dedizione, in virtù della pura voglia di condividere il lato più inconsueto delle cose e del mondo, attraverso le scoperte del vostro entusiasta ed infaticabile esploratore del perturbante e del difforme.
Possiamo dire che quest’anno stiamo finalmente entrando nella maggiore età.
Grazie a tutti!
Un augurio a tutti i lettori di Bizzarro Bazar per l’ultimo anno che resta a questo pianeta!
Visto che questi saranno i nostri ultimi 12 mesi di vita prima dell’Apocalisse, preconizzata con grande precisione dai Maya e da Roberto Giacobbo, perché non passarli con gioia, allegria, e dimenticando le differenze e i rancori?
E se proprio non volete rassegnarvi, ecco un kit di sopravvivenza che vi terrà al riparo da qualsiasi pericolo. Garantito al 100%, anche perché se non funzionasse non potreste rivalervi sul costruttore.
Ed eccoci qui, Bizzarro Bazar completa oggi il suo secondo giro attorno al sole… e se l’anno scorso ci rallegravamo delle nostre 7000 visite mensili, cosa dire adesso che riceviamo quotidianamente circa 1000 lettori? Oh mio dio, questo blog non starà mica diventando mainstream? Dovremmo cominciare a proporre cartoni animati per i più piccoli e ricette per le casalinghe? Aggiornamenti di cronaca nera e diagrammi sull’andamento delle borse mondiali? Ah, troppa pressione psicologica! Qui bisogna correre ai ripari… Presto, alle urne!
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Bizzarro Bazar ringrazia tutti i lettori che seguono queste pagine con costanza ed entusiasmo, e in special modo tutti quelli che, superando la pigrizia o la timidezza, postano commenti e scrivono email per proporre argomenti, segnalare notizie o anche semplicemente per fare quattro chiacchiere. Stiamo diventando davvero tanti, e la cosa non smette di stupirmi. Ci sono molti più ricercatori di meraviglie, là fuori, di quanto si possa immaginare. E se Bizzarro Bazar può dare un piccolo contributo per farli incontrare, o per riaccendere una curiosità sopita, si tratta di un bel traguardo.
Bizzarro Bazar festeggia oggi il suo primo compleanno.
Un anno fa, pubblicando il primo post, non sapevamo quale interesse potesse suscitare un blog incentrato sul meraviglioso, il macabro, il weird e il perturbante. Il bilancio però è stato positivo. Con il passare dei mesi Bizzarro Bazar si è guadagnato una folta schiera di lettori in cerca di nuove sorgenti di stupore, pronti a mettersi in discussione, a valorizzare il difforme e il deforme, e a confrontarsi con argomenti talvolta considerati tabù. Per un blog così “di nicchia”, superare le 7000 visite mensili è un bel traguardo. Soprattutto quando le prime visite ti arrivano da qualche anonimo utente che digita su Google le parole chiave “cerco belle donne amputate sopra il ginocchio”, o “fotografia necrofila con animali”. Rischi del mestiere… Ognuno è sempre stato il benvenuto qui, anche quando le sue idee cozzavano con le nostre (vedi il putiferio scatenato da questo post, e proseguito su Facebook e su numerosi altri siti e forum animalisti che hanno rebloggato l’articolo originale).
Per il nostro sollievo, abbiamo constatato che la maggior parte delle persone che arrivano su questo blog stanno cercando trattazioni di argomenti specifici, poco affrontati altrove: il post sui gemelli siamesi è il più ricercato, seguito dall’articolo sul crush fetish, la lobotomia, e l’acrotomofilia. Ma il vero segno che le nostre “esplorazioni” hanno fatto breccia nei vostri teneri cuoricini è il fatto che il primato assoluto vada alle parole “Bizzarro Bazar”, le più digitate per giungere fino a noi.
Bizzarro Bazar va di pari passo con la nostra continua ricerca quotidiana di motivi di meraviglia. Crediamo fermamente che la fantasia e lo stupore siano le principali virtù dell’uomo meritevoli di lode. Assieme all’umorismo, qualità imprescindibile.
Questo mondo è talmente strano e sorprendente che siamo certi di non rimanere mai a corto di argomenti. Un sentito ringraziamento va a quanti ci seguono costantemente, ci segnalano notizie e curiosità, e ritornano a leggerci ogni qualvolta abbiamo tempo di pubblicare un nuovo post.
Nell’augurare ai lettori un prosperoso nuovo anno, ricordiamo che le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 l’anno internazionale della biodiversità, un concetto che è particolarmente caro a BizzarroBazar. Nel breve spazio di pochi mesi, il nostro blog (nato come una umile proposta di nicchia) si è assicurato un seguito fedele e in costante aumento. Questo dimostra che la voglia di essere stupiti, incuriositi e sorpresi è ancora forte. Tutto ciò che è difforme, deforme, abnorme, differente e bizzarro è la nostra linfa, perché amplia le nostre prospettive, testimoniando l’irriducibilità del mondo ai nostri schemi… e, nonostante cerchiamo di incasellarla in mille griglie di riferimento, la realtà sarà sempre più incredibile e fantasiosa di quanto ci aspettassimo.
La biodiversità, da un punto di vista scientifico, significa proprio questo: più le persone e le cose sono differenti tra loro, maggiori sono le possibilità di sopravvivenza. Quindi alziamo i nostri calici ad un 2010 ancora più bizzarro e imprevedibile dell’anno passato, e… KEEP THE WORLD WEIRD!