Gesù Cristo in Giappone

Tutti conosciamo la storia ufficiale: Gesù di Nazaret visse 33 anni, morì crocifisso sul Calvario, giustiziato dai Romani sotto pressioni delle autorità ebraiche e, per chi è credente, risorse dalla tomba dopo tre giorni.
In seguito vennero gli immaginifici Baigent, Leigh e Lincoln che nel loro saggio Il santo Graal raccontavano di come Cristo fosse in realtà sfuggito alla condanna, fosse emigrato in Francia, avesse sposato Maria Maddalena e fondato la stirpe dei Merovingi (“la loro malafede è così evidente che il lettore vaccinato può divertirsi come se facesse un gioco di ruolo“, ebbe a dire al riguardo Umberto Eco). Se conoscete anche questa versione, ci sono buone possibilità che l’abbiate scoperta grazie al best-seller di Dan Brown, Il Codice Da Vinci, che pescava a piene mani dal controverso saggio fantastorico dei tre autori inglesi.

Ma la nostra variante preferita della storia del Messia è quella che lo vede sbarcare sulle coste giapponesi e ritirarsi con moglie e figli in uno sperduto villaggio montano, a coltivare aglio fino all’età di 118 anni.

Il pittoresco paesino di Shingo (prefettura di Aomori), meno di 3.000 anime, è immerso nella natura, ed è conosciuto soltanto per tre specialità: lo yogurt, il delizioso aglio locale e la tomba di Gesù Cristo.

Il Nazareno, infatti, secondo la leggenda sarebbe arrivato in Giappone quando aveva 21 anni, per completare la sua formazione teologica (era evidentemente interessato allo studio delle religioni comparate); tornato a Gerusalemme, all’età di 33 anni… riuscì a far crocifiggere suo fratello al suo posto.
Per inciso, anche suo fratello Isukuri (traducibile in italiano all’incirca come “Esù Cri“) è sepolto a Shingo, o almeno il suo orecchio.
Confusi? Procediamo per ordine.

La tomba di Gesù.

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La tomba di Esù.

Il Festival di Cristo.

La tomba esiste, e attira ogni anno circa 10.000 visitatori. Vi si tiene perfino un Festival di Cristo – anche se, a onor del vero, si tratta di una cerimonia shintoista a “tema” cristiano. Vicino alla tomba di Gesù (e di suo fratello Esù) c’è un piccolo museo che chiarisce la vicenda. Nelle brochure turistiche si può leggere l’intera storia:

Quando aveva 21 anni, Gesù Cristo venne in Giappone e studiò teologia per 12 anni. Tornò in Giudea all’età di 33 anni per predicare, ma la gente di laggiù rifiutò i Suoi insegnamenti e Lo arrestò per crocifiggerlo.
Nonostante questo, fu Suo fratello minore Isukuri (イスキリ) che casualmente prese il Suo posto e finì la sua vita in croce. Gesù Cristo, essendo sfuggito alla crocifissione, ricominciò i Suoi viaggi e finalmente tornò in Giappone, e si stabilì in questo villaggio, Herai, dove visse fino all’età di 106 anni (Nota: altre versioni fanno menzione dell’età di 118 anni e del nome di sua moglie, Miyu).
In questo sacro luogo, la tomba sulla destra è dedicata a Gesù Cristo, mentre la tomba a sinistra commemora suo fratello, Isukuri. Tutto questo è scritto nel testamento di Gesù Cristo.

Enjoy Coca-Cola.

Interno del museo.

Il testamento giapponese di Gesù.

Il testamento, redatto di suo pugno dal Messia stesso, è consultabile nel museo, anche se si tratta di una copia dato che l’originale è andato purtroppo perduto in un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Fa parte della serie di antichi documenti che il famoso ricercatore Kyomaro Takeuchi ha scoperto nel 1935: da queste carte risulta inoltre che i proprietari del terreno su cui sorge la tomba, la famiglia Sawaguchi, sono i veri e propri discendenti di Gesù Cristo.

D’altronde, i Sawaguchi non sono forse più alti della media, con il naso più allungato della media, e con la pelle più chiara della media? Lo stemma dei Sawaguchi non ricorda forse una stella di David a cui manca una punta? E il signor Sawaguchi non ha un profilo particolarmente occidentale, e anche piuttosto familiare?

Il signor Sawaguchi in posa romana.

Lo stemma araldico dei Sawaguchi.

Esterno del museo con stemma.

Ci sono altri lampanti indizi che indicano la presenza storica di Gesù Cristo in questi luoghi. Per esempio, l’usanza di disegnare una croce sulla fronte dei neonati in segno di buon augurio. E, ancora, una filastrocca che tuttora si canta in paese, ma di cui nessuno conosce il senso:

Naniyaa dorayayo (ナニヤアドラヤヨ)
Naniyaa donasare inokie (ナニヤアドナサレイノキエ)
Naniyaa doyarayo (ナニヤアドラヤヨ)

Visto che questo non è giapponese, si è perso il significato originario delle parole. Ma quel nasare al centro del secondo verso ricorda in maniera sospetta il nome della città di Nazaret.
Altri indizi: il villaggio di Shingo un tempo si chiamava Herai, che forse deriva da Hebrai, quindi probabilmente l’insediamento originale era costituito da ebrei. Se questo non bastasse, il costume tradizionale locale presenta una sconvolgente somiglianza con il tipico completo ebraico.

Insomma, la faccenda è seria, e con tutta questa abbondanza di prove inconfutabili risulta evidente che la tomba di Gesù Cristo è davvero autentica. Qualche dubbio rimane su quella di suo fratello, ma secondo alcune fonti lì sarebbe sepolto soltanto il suo orecchio, tagliato dalle guardie romane e conservato da Gesù come souvenir.

E, come souvenir, i visitatori del gift shop del museo possono portarsi a casa una tazza da tè con le parole della misteriosa canzoncina locale.
O un barattolo di gelato all’aglio per scacciare i vampiri.
O il sakè di Cristo.
O una foto ricordo nei panni della Sacra Famiglia, versione nipponica.

Chawan (tazza da tè) di Gesù.

Gelato all’aglio “Dracula”.

Sakè di Cristo.

Cheese! Alleluja!

Incredibile come, anche di fronte all’evidenza, non manchino i soliti scettici, impegnati a sostenere che si tratti solo di una bufala messa in piedi dalla famiglia Sawaguchi con il consenso del Comune, al fine di attirare un po’ di turismo.

Alcuni cinici arrivano perfino a mettere in discussione il ritrovamento, a 3 chilometri dalla tomba di Gesù Cristo, di due piramidi più antiche di quelle egiziane o messicane, scoperte sempre nel 1935, sempre dal famoso ricercatore Kyomaro Takeuchi, e sempre sul terreno di proprietà dei Sawaguchi.

Ma, si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

La Piramide del Dio della Grande Roccia, e la Piramide Superiore del Dio della Grande Roccia.

Una roccia recante delle antichissime e misteriose iscrizioni. Il cartello spiega che purtroppo la roccia è caduta proprio sul lato delle incisioni, che quindi non si possono ammirare. Che sfortuna.

L’incredibile Piramide di Shingo.