The Unexpected Ascent

(This article originally appeared on #ILLUSTRATI n. 44, Che ci faccio qui)

It’s September 7, 2013. At the 0B pavilion of the Wallops Flight Facility, on the east coast of Virginia, NASA is getting ready to launch a rocket towards the Moon.
The LADEE probe was designed to study the atmosphere and the exosphere of our satellite, and to gather information about moon dust. For this purpose, the probe is equipped with two technologically advanced mass spectrometers, and a sensor which is capable of detecting the collisions of the minuscule dust particles that rise up from the lunar ground due to the electrostatic effect.

As the countdown begins, dozens of specialists supervise the data flow coming from the various sectors of the rocket, checking the advancing launch phases on their monitors. Vibrations, balancing, condition of the ogive: everything seems to be going according to plan, but mental tension and concentration are palpable. It is a 280 million dollar mission, after all.

Yet at the 0B pavilion of the Wallops Flight Facility, on the east coast of Virginia, there is also someone who is happily ignoring the frantic atmosphere.
She knows nothing about electrostatics, mass spectrometers, solid rocket fuels or space agencies. Furthermore, she does not even know what a dollar is.
The peaceful creature just knows that she is very satisfied, having just gulped down as many as three flies within two minutes (although she ignores what a minute is).
From the edge of her body of water she looks at the moon, yes, like every night, but without trying to reach it. And like every night, she croaks, pleased with her simple life.

A life that had always been without mysteries, ever since she was just a tadpole. A comfortably predictable life.
But now, all of a sudden – here come the thunderous roar, the flames, the smoke. Absurdity breaks into the reality of our poor frog. From the pool, she rises in the air, sucked up by the rocket’s contrail. Flung up in the sky, in an unexpected flight, in a definitive and shining rapture.

NASA Wallops Flight Facility © Chris Perry

She sees her entire existence passing before her eyes, like in a movie – although she doesn’t know what a movie is. The endless stakeouts waiting for a tiny little insect, the cool nights spent soaking in the water, the eggs she has never managed to lay, the brief moments of fulfilment… but now, because of this cruel and unnatural joke, it all seems to be meaningless!
“There is no criterion for such an end” reflects the amphibious philosopher in the fraction of a second in which the incredible trajectory pushes her towards the rocket’s furnace “but maybe it is better this way. Who would really want to be weighed down by a reason? Every moment I have lived, good or bad, has contributed to bring me here, in a vertiginous ascent towards the flash of light in which I am about to dissolve. If this world is a meaningless dance, it is a dance after all. So let’s dance!”
And with this last thought, the fatal blaze.

One must imagine that frog happy.

Joan Cornellà

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Joan Cornellà, al secolo Renato Valdivieso, è un giovane disegnatore spagnolo nato a Barcellona nel 1981. Si tratta forse del fumettista più seguito sul web, dove ogni sua nuova tavola diventa immediatamente virale, e la cui pagina Facebook conta quasi un milione e mezzo di iscritti.
Il segreto del suo successo internazionale è dovuto senza dubbio alla vivacità dei colori delle sue strisce, all’assenza di dialoghi che rendono possibile una fruizione senza barriere linguistiche, e al tratto semplice e preciso, da illustrazione per l’infanzia. Ma i fumetti di Cornellà sono tutto fuorché disegni per bambini.

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Sei vignette compongono quasi ogni tavola dell’artista spagnolo: la mini-storia ci trasporta in un mondo fatto di onnipresenti sorrisi di plastica, all’apparenza spensierato e idilliaco ma che nasconde invece una terribile crudeltà. Nel personale Grand Guignol di Cornellà la violenza è pronta a scoppiare all’improvviso, senza causare alcuna sorpresa nei personaggi, quasi fosse sistemica e connaturata al mondo stesso; allo stesso modo sembrano essere accettate senza battere ciglio deformità, perversioni, e strane irruzioni dell’assurdo in contesti quotidiani.

LOVEMEDO

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I corpi sono plastici e deformabili, sezionabili e ricomponibili all’infinito, nella più pura tradizione splatter: eppure il perturbante arriva al lettore anche attraverso altre strade, come ad esempio un repentino avvicinarsi in primo piano ai personaggi dallo sguardo vuoto, quasi a cercare una minima espressione umana, una reazione all’orrore che però non arriverà mai.

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TWINS

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Da buon moderno surrealista, Cornellà insiste sui tabù borghesi (le reazioni fisiologiche, il sangue, il sesso, la merda, e via dicendo) ma li contamina con un linguaggio che si fa satira della cultura consumistica e del buonismo imperante. Le reazioni dei suoi personaggi sono di volta in volta incomprensibili, o sfasate rispetto al contesto, perché anche nella più drammatica delle situazioni essi sembrano comportarsi come all’interno di una pubblicità per dentifricio o di uno show televisivo: il loro posticcio sorriso rimane imperturbabile, anche quando la realtà è divenuta un incubo. L’imperativo è credere ai colori disneyani, al “migliore dei mondi possibili”, obbligati a una perpetua e idiota felicità.

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Übermensch

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Fra omicidi, pedofilia serpeggiante, catastrofi e orrori assortiti, tutti affrontati con un taglio sardonico e con una buona dose di humor nero, lo sguardo del lettore è tenuto in scacco da continui e repentini cambi di prospettiva; la sorpresa finale spesso strappa una risata, ma la sensazione di spaesamento è talmente forte da interrogarci su quello che abbiamo visto. Spesso si torna indietro, e si rileggono le sei vignette dal principio, quasi si trattasse di un enigma da risolvere: e invece, insiste Cornellà, non c’è nulla da capire o interpretare. È così che vanno le cose, almeno nel suo mondo.

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Ecco il sito ufficiale di Joan Cornellà, il suo blog e la sua pagina Facebook.

F.A.Q. – Tecniche di canto

Caro Bizzarro Bazar, seguo sempre “X-Factor” e “Amici”, perché il mio grande sogno è diventare un cantante. Potresti darmi qualche dritta?

Innanzitutto, ricorda che è fondamentale acquisire le basi. Comincia con l’acquisire la tecnica di canto più semplice e comune, illustrata in questo video.

Fondamentale, nel canto, è la respirazione. Allena il tuo naso in questo modo:

Importante poi è migliorare la memoria per ricordare sempre perfettamente il testo delle canzoni che canterai:

E, infine, anche l’occhio vuole la sua parte. Non dimenticare di vestirti in modo consono, raffinato ma casual, come il grande Franzl Lang in questo video.

 

Il vostro prossimo cucciolo – VIII

Pulito, simpatico da accudire e assolutamente innocuo se avete dei bambini: nessuna casa è completa se non ospita una Scotoplanes globosa, o almeno una Protelpidia murrayi!

Conosciute anche con il nomignolo inglese di sea pigs (porcellini di mare), queste due specie di cetrioli di mare si differenziano l’una dall’altra soprattutto per l’habitat in cui vivono. La Protelpidia abita nelle acque attorno all’Antartide, mentre la Scotoplanes si annida nei più profondi fondali abissali, a 6000 metri dalla superficie dell’acqua.

Possiedono diversi tubicini che hanno preso la forma di gambe “gonfiabili” a piacimento (sono gli unici cetrioli di mare in grado di usarli per la locomozione) e una grossa bocca per filtrare e mangiare i detriti che si depositano sul fondale.

Se ne voleste più di uno, potreste scoprire però una cosa curiosa: mano a mano che aggiungete nuovi maialini di mare al vostro acquario, diventano più piccoli. È stato scoperto infatti che le loro dimensioni variano a seconda della grandezza della colonia, così da rimpicciolirsi quando ci sono problemi di sovraffollamento.

Non si sa se siano creature sociali, anche se normalmente vengono trovate in branchi di diverse centinaia. Le correnti e/o la posizione favorevole per il cibo potrebbero averli spinti lì… ma il mistero rimane. Enigmatici, teneri e con un musetto irresistibile: che aspettate a procurarvene uno?

Psichiatra di frontiera

Il gruppo musicale The Avalanches è originario di Melbourne, in Australia, ed è una band elettronica che fa un pesante uso di campionamenti da vecchi vinili dimenticati. Le loro canzoni sono dei collage di piccoli pezzi tratti da migliaia di 33 giri trovati nei mercatini dell’usato e poco noti al grande pubblico.

Il loro brano Frontier Psychiatrist, divenuto un hit discografico dieci anni fa, è stato “tradotto” in un video weirdissimo e totalmente delirante che è una gioia per gli occhi. Protagonista della canzone è un ragazzo che “ha bisogno di essere curato”. La sua follia dà occasione a uno show senza freni e completamente assurdo scandito dalla frase dello psichiatra che lo ha in cura: “That boy needs therapy!”. Ma ne ha veramente bisogno?

Nani, indiani, batteriste ultrasettantenni, fantasmi, mariachi, deretani di cavalli colpiti dalla bacchetta magica di una fata, pappagalli parlanti… chi più ne ha, più ne metta. Un grosso spettacolo del deviante, dell’assurdo, del nonsense senza barriere. Proprio come lo psichiatra “di frontiera” del titolo che, rigidamente risoluto a ridurre alla normalità il suo paziente, si ritrova perso nell’universo delirante dei casi-limite più fantasiosi, bloccato in un limbo in cui tutto è possibile; la follia è veramente una malattia o forse può in certi casi portare gioia e spregiudicatezza nella nostra vita?

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Il vostro prossimo cucciolo – III

Perché accontentarsi del solito, trito pesce rosso quando nel vostro acquario potete ospitare il mollusco bivalve che quest’anno va per la maggiore?

Preparate le vostre vasche per l’arrivo di uno splendido esemplare di Geoduck, o vongola dalla proboscide.

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Si tratta di una specie di vongola gigante, diffusa in Nord America. I Geoduck misurano circa 40 cm di lunghezza (ai quali si aggiunge fino a un metro di sifone) per un peso totale che supera di poco il chilogrammo, ma tendono a crescere per tutta la durata della loro vita ed essendo assai longevi (fino ad oltre 140 anni d’età, l’esemplare più vecchio pescato sinora aveva 160 anni) non è raro trovare individui che pesano oltre 7 kg e misurano oltre due metri di lunghezza. Queste dimensioni ne fanno il bivalve fossore più grande attualmente esistente al mondo.

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Se come animale da compagnia non dovesse incontrare i vostri gusti, potrete sempre venderlo o trasformarlo in una deliziosa pietanza.

Pescati, il loro costo si aggira attorno ai 60 €/kg ed alimentano un mercato di circa ottanta milioni di dollari l’anno.
Il principale mercato di questi animali è l’Estremo Oriente, dove vengono considerati come una leccornia e si crede abbiano effetti medicinali, al pari della cistifellea degli orsi e delle pinne di pescecane: in particolare, a causa della loro forma fallica, si ritiene che essi siano dei potenti afrodisiaci e potenzino le prestazioni maschili.

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Le sue carni hanno consistenza fibrosa: per cucinarli, i cinesi utilizzano l’animale crudo, accompagnandolo con sashimi, salsa di soia e wasabi. In Corea, invece, li si mangia crudi a mo’ di ostriche, spesso intinti in salse piccanti, oppure come ingrediente di bolliti e zuppe.
Nella cucina giapponese, i geoduck vengono definiti mirugai o mirukuigai, traducibile in italiano come “vongola gigante”, e cucinati analogamente a quanto si fa in Cina.

Divertitevi con il vostro nuovo cucciolo, oppure… tirate fuori la pentola grande, e preparatevi per la più grassa impepata della vita. Buon appetito!

Strumentale vegetale

Un cetriolo, una carota e un peperone… ed ecco qui una splendida zampogna!

Quest’uomo passa la sua vita a costruire strumenti musicali ricavandoli da comuni ortaggi. Talvolta, però, il risultato non è esattamente un’armonia celestiale – come in questo caso.

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