Four-legged Espionage

The cat does not offer services. The cat offers itself.
(William S. Burroughs, The Cat Inside, 1986)

Today, after Wikileaks and Snowden, we are used to think of espionage as cyberwarfare: communication hacking, trojans and metadata tracking, attacks to foreign routers, surveillance drones, advanced software, and so on.
In the Sixties, in the middle of the Cold War, the only way to intercept enemy conversations was to physically bug their headquarters.

The problem, of course, was that all factions listend, and knew they were listened to. No agent would talk top secret matters inside a state building hall. The safest method was still the one we’ve seen in many films — if you wanted to discuss in all tranquillity, you had to go outside.
It was therefore essential, for all intelligence systems, to find an appropriate countermeasure: but how could they eavesdrop a conversation out in the open, without arousing suspicion?

In 1961 someone at CIA Directorate of Science and Technology had a flash of inspiration.
There was only one thing the enemy spies would not pay attention to, in the midst of a classified conversation: a cat passing by.
In the hope of achieving the spying breakthrough of the century, CIA launched a secret program called “Acoustic Kitty”. Goal of the project: to build cybercats equipped with surveillance systems, train them to spy, and to infiltrate them inside the Kremlin.

After all, as Terry Pratchett put it, “it is well known that a vital ingredient of success is not knowing that what you’re attempting can’t be done“.

After the first years of theoretical studies, researchers proceeded to test them in vivo.
They implanted a microphone inside a cat’s earing canal, a transmitter with power supply, and an antenna extending towards the animal’s tail. According to the testimony of former CIA official Victor Marchetti, “they slit the cat open, put batteries in him, wired him up. They made a monstrosity“. A monstrosity which nonetheless could allow them to record everything the kitty was hearing.

But there was another, not-so-secondary issue to deal with. The furry incognito agent would have to reach the sensible target without getting distracted along its way — not even by an untimely, proverbial little mouse. And everybody knows training a cat is a tough endeavour.

Some experiments were conducted in order to guide the cat from a distance, basicially to operate it by remote control through electrical impulses (remember José Delgado?). This proved to be harder than expected, and tests followed one antoher with no substantial results. The felines could be “trained to move short distances“; hardly an extraordinary success, even if researchers tried to make it look like a “remarkable scientific achievement“.
Eventually, having lost their patience, or maybe hoping for some unexpected miracle, the agents decided to run some empirical field test. They sent the cat on its first true mission.

On a bright morning in 1966, two Soviet officials were sitting on a park bench on Wisconsin Avenue, right outside the Washington Embassy of Russia, unaware of being targeted for one of the most absurd espionage operations ever.
In a nearby street, history’s first 007 cat was released from an anonymous van.
Now imagine several CIA agents, inside the vehicle, all wearing headphone and receivers, anxiously waiting. After years of laboratory studies, the moment of truth had come at last: would it work? Would they succeed in piloting the cat towards the target? Would the kitty obediently eavesdrop the conversation between the two men?

Their excitement, alas, was short lived.

After less than 10 feet, the Acoustic Kitty was run over by a taxi.
RIP Acoustic Kitty.

With this inglorious accident, after six years of pioneering research which cost 20 million dollars, project Acoustic Kitten was declared a total failure and abandoned.
One March 1967 report, declassified in 2001, stated that “the environmental and security factors in using this technique in a real foreign situation force us to conclude that […] it would not be practical“.

One last note: the story of the cat being hit by a taxi was told by the already mentioned Victor Marchetti; in 2013 Robert Wallace, former director of the Office of Technical Service, disputed the story, asserting that the animal simply did not do what the researchers wanted. “The equipment was taken out of the cat; the cat was re-sewn for a second time, and lived a long and happy life afterwards“.

You can choose your favorite ending.

Progetto MKULTRA

Gli Americani saranno anche dei paranoici cospirazionisti, sempre pronti a vedere intrighi e misteriosi “progetti” dei servizi segreti ovunque; ma bisogna ammettere che questa loro paura non nasce dal nulla. Di cospirazioni e di strane operazioni occulte ne hanno viste e vissute parecchie.

Anni ’50, inizio della Guerra Fredda. Stati Uniti e Russia cominciano a cercare freneticamente nuove armi per essere sempre un passo più avanti del loro avversario. E, in aggiunta alle ricerche batteriologiche e al perfezionamento delle armi atomiche, la CIA decide che ci sono i presupposti per iniziare un’operazione un po’ differente, sperimentale, e soprattutto illegale.

Sotto il nome in codice MKULTRA, il nuovo programma di ricerca segreto si propone di studiare e scoprire dei metodi per controllare la mente delle persone. Vi ricordate il nostro articolo su José Delgado? Ecco, la CIA vuole fare un ulteriore passo innanzi. D’altronde, pochi anni prima, aveva utilizzato l’Operazione Paperclip per reclutare i “migliori” scienziati e criminali di guerra nazisti, comprando le conoscenze acquisite durante gli esperimenti umani nei campi di sterminio, in cambio dell’immunità dai processi. Alcuni di questi scienziati avevano studiato tecniche di lavaggio del cervello, interrogatorio e tortura.

L’intento della CIA è quello di capire se esiste la possibilità di indurre, ad esempio, una persona all’assassinio programmato; se c’è un metodo scientifico per attuare il lavaggio del cervello o estorcere informazioni durante un interrogatorio; se si può alterare la percezione degli eventi nei testimoni, e via dicendo. Va da sé che per raggiungere questi risultati occorrono cavie umane. Così, se molti dei soggetti studiati dal progetto MKULTRA sono consenzienti, i ricercatori comprendono subito che per ottenere delle analisi precise e delle prove inconfutabili serviranno anche soggetti ignari… cavie che non sappiano di star prendendo parte all’esperimento. Anche in questo risiede l’illegalità dell’operazione, coperta quindi dal massimo segreto. E, sempre in massimo segreto, vengono investiti milioni e milioni di dollari in un progetto che a posteriori si può tranquillamente definire aberrante e criminale.

La maggior parte degli esperimenti relativi a MKULTRA hanno a che fare con le droghe. Si ricercano sostanze che alterino la mente in tutti i modi possibili: dalle sostanze più innocue che favoriscano la concentrazione, o che si dimostrino efficaci come rimedio per il dopo-sbronza… fino ai metodi chimici per creare confusione, depressione, paranoia e shock prolungati in un soggetto, per inibire le menzogne, per creare uno stato di ipnosi, per indurre lo svenimento istantaneo o la paralisi degli arti. Insomma, droghe “positive” che possono potenziare le truppe americane; e droghe “negative”, destinate a controllare e alterare la forza mentale del prigioniero o del nemico.

Gli esperimenti di MKULTRA meglio conosciuti sono quelli legati alla sperimentazione dell’LSD. Sintetizzata per la prima volta nel 1938 da Albert Hoffman, la dietilamide-25 dell’acido lisergico (LSD) era ancora sconosciuta al grande pubblico.  Gli agenti di MKULTRA decisero di comprendere i suoi effetti su una serie di cavie ignare, e nella famigerata Operazione Midnight Climax misero a punto questo sistema: dopo aver installato dei finti specchi in alcuni bordelli di San Francisco, con la complicità delle prostitute facevano in modo che al cliente venisse servito un drink in cui era stata disciolta una potente dose di acido. La “sessione” veniva quindi filmata da dietro lo specchio.

A poco a poco gli effetti della droga si manifestavano, e i clienti cominciavano ad essere preda di violente e incontrollabili allucinazioni; come si sa, l’LSD è fra le sostanze psicoattive sintetiche più potenti, con effetti che ad alti dosaggi possono spingersi ben oltre le 12 ore. I poveri clienti, arrivati con la modesta speranza di una seratina piccante, si ritrovavano di colpo scaraventati nel baratro della follia, in quella che aveva tutta l’aria di essere una crisi psicotica. Non capivano, non potevano capire perché di colpo vedessero le dimensioni della stanza alterarsi, il tempo distorcersi e la carta da parati pulsare come fosse viva. Si convincevano di essere impazziti di colpo, e il terrore si impadroniva di loro. Una volta esauriti gli effetti della droga, gli agenti si palesavano e intimavano alla vittima, ancora sotto shock, di non rivelare nulla di quanto era successo. Se avessero raccontato la loro storia, si sarebbe anche saputo che frequentavano il bordello… Alcuni dei soggetti non si ripresero più, e finirono ospedalizzati, e molti ritengono che diversi suicidi siano imputabili a questi esperimenti senza scrupoli.

Oltre alla somministrazione di droghe, il progetto sondò anche le diverse possibilità offerte dalla deprivazione sensoriale, dall’ipnosi, dalla privazione del sonno e dagli abusi verbali e fisici. Che tipo di osservazioni scientifiche si potevano trarre da simili esperimenti? Che valore aveva questa ricerca? Quando la CIA ammise pubblicamente, fra il 1975 e il 1977, l’esistenza del progetto MKULTRA e offrì le sue scuse, confessò anche che tutte queste ricerche non avevano portato ad alcun risultato concreto.  Gli agenti a capo degli esperimenti, si scoprì, non avevano nemmeno le qualifiche necessarie per essere degli osservatori scientificamente attendibili. Quindi la massiccia operazione, dal costo stimato di più di 10 milioni di dollari, e che aveva coinvolto numerose multinazionali farmaceutiche e distrutto la vita a molti civili divenuti cavie, non era servita a nulla.

Nonostante la declassificazione di molti documenti, iniziata nel 1977, e le ammissioni della CIA, c’è chi è pronto a giurare che la “confessione” sia un ulteriore depistaggio, e che il progetto MKULTRA non sia mai stato chiuso: continuerebbe ancora, sotto diverso nome, per mettere a punto metodi sempre più perfezionati di controllo della mente.

Ma la cosa forse più curiosa è un effetto boomerang che la CIA non poteva prevedere, e che cambiò la storia. Come ricordato, non tutti i soggetti degli esperimenti di MKULTRA erano vittime ignare. Fra i volontari che si sottoposero ad alcuni test con l’LSD in California, c’era anche un giovane studente della Stanford University. Questo ragazzo, sconvolto dal potenziale della droga, decise che avrebbe cercato di promuovere l’LSD anche al di fuori di MKULTRA. Lo studente era Ken Kesey, autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, che di lì a poco avrebbe fondato i Merry Pranksters e girato gli Stati Uniti portando follia e buonumore su un furgoncino multicolore, dispensando dosi gratuite di LSD a chiunque volesse provare. Grazie a Kesey cominciò la rivoluzione degli anni ’60, la pacifica ribellione hippie, e la cosiddetta psichedelia che cambiò volto alla società, alla musica, alla politica e alla cultura.

Da un terribile progetto segreto militare per il controllo della mente, quindi, nacque paradossalmente un movimento che in pochi anni conquistò il mondo; milioni di ragazzi cominciarono a predicare la liberazione della mente, l’espansione e l’allargamento della coscienza, l’uguaglianza dei diritti, il sesso libero, la convivenza pacifica e l’affrancamento da qualsiasi organizzazione militare o politica. Non esattamente quello che i vertici della CIA, con tutte le loro sofisticate conoscenze, avevano sperato di ottenere.