“London Mirabilia” Out Soon!

My new book is coming out on October 10th. It’s called London Mirabilia: Journey Through A Rare Enchantment.

Published by Logos Edizioni, and graced once again by Carlo Vannini‘s wonderful photographs, the book is the second entry in the Mirabilia Collection, a series of alternative guides to the most famous tourist destinations,  especially designed for the explorers of the unusual.

This time Carlo and I ventured into the very heart of London, in search for the weirdest and most amazing locations to share with our readers.
From the press kit:

We must not be deceived by the cliché of a perpetually gloomy sky, or by the threat of Victorian prudery, nor restrict ourselves to seeing the plain and classical architecture of London as an expression of Anglo-Saxon severity. Much more than other large cities, London is a boundless multitude living on contrasts.
It is only here – maybe as a reaction to the innate, restrained behaviour of Londoners – that the non-conformism of dandies, the incorrectness without taboos of British humour, Blake’s ecstatic explosions and punk nihilism could bloom. It is only here that the most futuristic buildings shamelessly rise up alongside row houses or ancient churches. And it is only here that you can gaze at a sunset over a chaotic railway station, and feel you are “in paradise”, as the Kinks sing in
Waterloo Sunset, perhaps the most beautiful song ever dedicated to the city.

LONDON MIRABILIA is an invitation to dive into the unexpected colours, the contradictions and the less known splendours of the city.
17 eccentric and refined locations await the reader who – accompanied by the texts of Ivan Cenzi, the explorer of the bizarre, and the evocative pictures by Carlo Vannini – is given the opportunity to visit the most hidden museums of London, admiring in turn the refinement of ancient historiated fans or the terrible grandeur of the war machines which conquered the sky and the sea.
We will sip the inevitable pint of real ale in a traditional London pub where the macabre remains of an extraordinary story are preserved; we will discover sumptuous houses decorated with arabesques hiding behind ordinary façades, and fluorescent collections of neon signs; we will wander among the gravestones swallowed by greenery through romantic English graveyards; we will walk through the door of fairy-tale interiors and of real modern wunderkammers.

You can pre-order your copy at this link; discounted if purchased in bundle with Paris Mirabilia. Also available in Italian.

While waiting for London Mirabilia to hit the bookstores, I leave you with a little foretaste of what you’ll find inside.

Mini-Kiss

I Mini-Kiss sono una tribute band dei Kiss. Come tutte le tribute band, si vestono come i loro beniamini, suonano esclusivamente il loro repertorio e li imitano in tutto e per tutto. Ma i Mini-Kiss hanno qualcosa di unico: i membri della band sono tutti affetti da nanismo. Questo non impedisce loro di riproporre l’hard-rock spettacolare e colorato di Gene Simmons e compagni… in versione “ridotta”.

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Anche dopo la morte nel 2011 di Joey Fatale, loro leader e fondatore, i Mini-Kiss continuano ad esibirsi con ottimo successo. Ecco il sito sito ufficiale.

(Scoperto via Ipnosarcoma, uno dei nostri tumblelog preferiti!)

Bizzarro Bazar a New York – I

New York, Novembre 2011. È notte. Il vento gelido frusta le guance, s’intrufola fra i grattacieli e scende sulle strade in complicati vortici, senza che si possa prevedere da che parte arriverà la prossima sferzata. Anche le correnti d’aria sono folli ed esagerate, qui a Times Square, dove il tramonto non esiste, perché i maxischermi e le insegne brillanti degli spettacoli on-Broadway non lasciano posto alle ombre. Le basse temperature e il forte vento non fermano però il vostro esploratore del bizzarro, che con la scusa di una settimana nella Grande Mela, ha deciso di accompagnarvi alla scoperta di alcuni dei negozi e dei musei più stravaganti di New York.

Partiamo proprio da qui, da Times Square, dove un’insegna luminosa attira lo sguardo del curioso, promettendo meraviglie: si tratta del museo Ripley’s – Believe It Or Not!, una delle più celebri istituzioni mondiali del weird, che conta decine di sedi in tutto il mondo. Proudly freakin’ out families for 90 years! (“Spaventiamo le famiglie, orgogliosamente, da 90 anni”), declama uno dei cartelloni animati.

L’idea di base del Ripley’s sta proprio in quel “credici, oppure no”: si tratta di un museo interamente dedicato allo strano, al deviante, al macabro e all’incredibile. Ad ogni nuovo pezzo in esposizione sembra quasi che il museo ci sfidi a comprendere se sia tutto vero o se si tratti una bufala. Se volete sapere la risposta, beh, la maggior parte delle sorprendenti e incredibili storie raccontate durante la visita sono assolutamente vere. Scopriamo quindi le reali dimensioni dei nani e dei giganti più celebri, vediamo vitelli siamesi e giraffe albine impagliate, fotografie e storie di freak celebri.

Ma il tono ironico e fieramente “exploitation” di questa prima parte di museo lascia ben presto il posto ad una serie di reperti ben più seri e spettacolari; le sezioni antropologiche diventano via via più impressionanti, alternando vetrine con armi arcaiche a pezzi decisamente più macabri, come quelli che adornano le sale dedicate alle shrunken heads (le teste umane rimpicciolite dai cacciatori tribali del Sud America), o ai meravigliosi kapala tibetani.

Tutto ciò che può suscitare stupore trova posto nelle vetrine del museo: dalla maschera funeraria di Napoleone Bonaparte, alla pistola minuscola ma letale che si indossa come un anello, alle microsculture sulle punte di spillo.

Talvolta è la commistione di buffoneria carnevalesca e di inaspettata serietà a colpire lo spettatore. Ad esempio, in una pacchiana sala medievaleggiante, che propone alcuni strumenti di tortura in “azione” su ridicoli manichini, troviamo però una sedia elettrica d’epoca (vera? ricostruita?) e perfino una testa umana sezionata (questa indiscutibilmente vera). Il tutto per il giubilo dei bambini, che al Ripley’s accorrono a frotte, e per la perplessità dei genitori che, interdetti, non sanno più se hanno fatto davvero bene a portarsi dietro la prole.

Insomma, quello che resta maggiormente impresso del Ripley’s – Believe It Or Not è proprio questa furba commistione di ciarlataneria e scrupolo museale, che mira a confondere e strabiliare lo spettatore, lasciandolo frastornato e meravigliato.

Per tornare unpo’ con i piedi per terra, eccoci quindi a un museo più “serio” e “ufficiale”, ma di certo non più sobrio. Si tratta del celeberrimo American Museum of Natural History, uno dei musei di storia naturale più grandi del mondo – quello, per intenderci, in cui passava una notte movimentata Ben Stiller in una delle sue commedie di maggior successo.

Una giornata intera basta appena per visitare tutte le sale e per soffermarsi velocemente sulle varie sezioni scientifiche che meriterebbero ben più attenzione.

Oltre alle molte sale dedicate all’antropologia paleoamericana (ricostruzioni accurate degli utensili e dei costumi dei nativi, ecc.), il museo offre mostre stagionali in continuo rinnovo, una sala IMAX per la proiezione di filmati di interesse scientifico, un’impressionante sezione astronomica, diverse sale dedicate alla paleontologia e all’evoluzione dell’uomo, e infine la celebre sezione dedicata ai dinosauri (una delle più complete al mondo, amata alla follia dai bambini).

Ma forse i veri gioielli del museo sono due in particolare: il primo è costituito dall’ampio uso di splendidi diorami, in cui gli animali impagliati vengono inseriti all’interno di microambienti ricreati ad arte. Che si tratti di mammiferi africani, asiatici o americani, oppure ancora di animali marini, questi tableaux sono accurati fin nel minimo dettaglio per dare un’idea di spontanea vitalità, e da una vetrina all’altra ci si immerge in luoghi distanti, come se fossimo all’interno di un attimo raggelato, di fronte ad alcuni degli esemplari tassidermici più belli del mondo per precisione e naturalezza.

L’altra sezione davvero mozzafiato è quella dei minerali. Strano a dirsi, perché pensiamo ai minerali come materia fissa, inerte, e che poche emozioni può regalare – fatte salve le pietre preziose, che tanto piacciono alle signore e ai ladri cinematografici. Eppure, appena entriamo nelle immense sale dedicate alle pietre, si spalanca di fronte a noi un mondo pieno di forme e colori alieni. Non soltanto siamo stati testimoni, nel resto del museo, della spettacolare biodiversità delle diverse specie animali, o dei misteri del cosmo e delle galassie: ecco, qui, addirittura le pietre nascoste nelle pieghe della terra che calpestiamo sembrano fatte apposta per lasciarci a bocca aperta.

Teniamo a sottolineare che nessuna foto può rendere giustizia ai colori, ai riflessi e alle mille forme incredibili dei minerali esposti e catalogati nelle vetrine di questa sezione.

Alla fine della visita è normale sentirsi leggermente spossati: il Museo nel suo complesso non è certo una passeggiata rilassante, anzi, è una continua ginnastica della meraviglia, che richiede curiosità e attenzione per i dettagli. Eppure la sensazione che si ha, una volta usciti, è di aver soltanto graffiato la superficie: ogni aspetto di questo mondo nasconde, ora ne siamo certi, infinite sorprese.

(continua…)

L’isola delle bambole

Una piccola isola messicana sul lago Teshuil, fra Xochimilco e Città del Messico, è chiamata Isla de las munecas, l’Isola delle bambole. Al centro di una affascinante leggenda, è divenuta nel tempo una curiosa e suggestiva meta turistica.

Quando il visitatore sbarca sull’isola, lo accoglie un’atmosfera sospesa: migliaia e migliaia di bambole sono appese agli alberi e penzolano in ogni dove, come piccoli impiccati senz’anima.

Eppure un’anima ce l’hanno, ed è quella della leggenda. Qui, si narra, proprio nel canale che passa di fianco all’isola, tre fanciulle stavano giocando quando una di esse annegò nelle acque scure della laguna. Molti anni dopo, un recluso e solitario uomo chiamato Don Julian Santana, si istallò sull’isola. Memore del passato oscuro del luogo, decise di costruire un santuario per lo spirito della povera bambina annegata. Cominciò ad appendere alcune bambole per cercare di placare l’anima della piccola, per donarle qualcosa con cui giocare.

Nelle terre vicine, Julian appariva soltanto per rovistare tra i bidoni della spazzatura alla ricerca di nuove bambole, o per acquistarne di antiche per pochi soldi. A poco a poco, fu la gente limitrofa che cominciò a rendere visita al solitario personaggio: gli abitanti del luogo portavano le bambole che avevano in casa per barattarle con i frutti e gli ortaggi che Julian coltivava sull’isola.

Con il passare del tempo, la collezione di bambolotti divenne enorme. L’intero isolotto fu popolato da questi giocattoli talvolta semidistrutti, rotti, esposti alle intemperie. Eppure questo tributo che Julian (e, assieme a lui, gli altri abitanti di quelle zone) offrivano allo spirito della ragazzina è la testimonianza della concezione, tutta messicana, della morte e della transitorietà.

Come il Giorno dei Morti ( di cui abbiamo già parlato) è un momento di riflessione sulla nostra caducità che si riverbera nella tradizione popolare, così anche l’Isola delle Bambole altro non è se non un luogo di meditazione sulla morte e sull’impermanenza.

Quello che è comunque notevole è l’aspetto surreale, macabro e grottesco ma al tempo stesso magico che il luogo conserva: inizialmente impressionato, il visitatore  coglie pian piano il senso di grande pietà e di raccoglimento dell’isola. La magia di queste bambole semidistrutte che ondeggiano nella brezza diviene un simbolo della nostra esistenza, e dell’amore che può legare persone che nemmeno si conoscono. Una bambina annegata, e un enorme santuario dedicato alla sua felicità, affinché possa giocare per sempre.

How sweet to be remembered that way! Wouldn’t you like to come up and see my wunderkammer? ;)Teshuilo

Grandinata record

Il 16 Maggio scorso, a Oklahoma City, era meglio starsene in casa: i chicchi di grandine che piovevano dal cielo erano grandi come palle da baseball. Su YouTube si trovano diversi video relativi a questa grandinata apocalittica. Qui ve ne proponiamo uno. Al riparo!

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