Abbiamo già parlato dell’agnello vegetale, fantasioso ibrido di pianta e mammifero. Ma se l’agnello vegetale è una leggenda fantastica, la Elysia chlorotica è realtà.
Questo mollusco marino, studiato per vent’anni da Sidney Pierce, biologo all’Università della Florida del Sud a Tampa, ha lasciato molti scienziati di stucco: la sua evoluzione l’ha portato infatti ad “appropriarsi” di un procedimento di nutrizione finora riscontrato esclusivamente nelle piante – la fotosintesi clorofilliana.
Non soltanto questa specie di lumaca dei fondali marini riesce a trasformare la luce del sole in energia (cosa che soltanto le piante sono in grado di fare), ma sembra che assuma questa facoltà dalle alghe che ingerisce.
Originari delle paludi salate del New England e del Canada, questi animali si sono appropriati dei geni responsabili della produzione di clorofilla presenti nelle alghe che costituiscono la loro dieta, assieme ad alcune parti di cellule chiamate cloroplasti. I progenitori hanno quindi passato questo patrimonio genetico alle nuove generazioni, in modo che basta a un nuovo nato un unico pasto di alghe per rubare i cloroplasti ed acquisire così questi incredibili “superpoteri”.
Raccolte e tenute in un acquario per mesi, le lumachine sono in grado di sopravvivere senza cibo, finché una luce assicura loro il giusto apporto energetico. Così, in mare, possono sopportare lunghe “carestie” di alghe semplicemente cibandosi dei raggi del sole. Che l’evoluzione fosse creativa e sorprendente si sapeva. Ma un animale che produce clorofilla e si comporta da pianta supera di gran lunga le aspettative degli scienziati più fantasiosi.
Ecco un articolo (in inglese) sulle stupefacenti proprietà dell’elysia chlorotica.
Lo sanno anche i bambini: gli alieni Navi del blockbuster Avatar hanno la pelle di un bel blu acceso. Ma cosa direste se anche il vostro vicino di casa un bel giorno uscisse dal portone con un look simile?
Per quanto possa sembrare assurdo, la storia medica ha registrato diversi casi di gente dalla pelle blu. L’uomo fotografato qui sotto (al centro), per esempio, era del tutto normale.
Oggi, all’età di 60 anni, la sua pelle ha assunto un colore blu smorto. Come è potuto succedere?
La trasformazione di Paul Karason (così si chiama il simpatico vecchietto dell’Oregon) è avvenuta gradualmente, nel corso degli ultimi 17 anni. Tanto gradualmente che, a detta dello stesso Paul, né lui né gli altri parenti se ne sono resi conto immediatamente. È bastato però rivedere un amico rimasto lontano per anni, per sentire la fatidica domanda: “Ma cosa ti è successo?”. Da quel momento, la sua vita è cambiata. Paul Karason ha cominciato a vergognarsi, ad evitare i posti affollati. Fino alla difficile decisione di lasciare il suo Stato per emigrare in California, dove “la comunità è molto più aperta e spero di vivere una vita normale, in cui mi accettino per quel che sono”.
La sua fidanzata, Jackie Northrup, afferma di “ricordarsi” che lui è blu soltanto quando sono in spazi pubblici e la gente comincia a fissarlo. “È gentile e dal cuore generoso”, lo descrive Jackie.
Sembra che lo strano cambiamento sia da attribuire all’assunzione prolungata di argento colloidale, uno di quei rimedi a cui la medicina alternativa attribuisce poteri benefici e curativi che possono risolvere praticamente qualsiasi problema di salute. Si ottiene liberando l’argento nell’acqua tramite energia elettrica, e molti lo considerano una panacea universale. E, nonostante tutto, Paul ne è ancora convinto. Secondo lui l’errore non è stato bere la pozione d’argento, ma passarsela sulla faccia per combattere delle eruzioni cutanee, provocando così un brutto caso di argiria. Quali che siano le cause, comunque, Paul ha deciso di non curarsi e si è rassegnato a vivere così il resto dei suoi giorni.
Ma la pelle blu può derivare anche da problemi di tipo genetico. Divenne celebre il caso di una famiglia del Kentucky, residente sui monti Appalachi, la familia Fugate.
Poiché risiedente in una zona montagnosa sperduta, questa famiglia installatasi a Troublesome Creek nel 1800 e ivi stanziata fino agli anni ’60 del XX secolo, dovette ricorrere spesso ai matrimoni consanguinei. Questo fece emergere dei geni recessivi responsabili della malattia denominata metaemoglobinemia, un’alterazione che produce alti livelli di metaemoglobina nel sangue. La metaemoglobina è una variante dell’emoglobina che non si lega con l’ossigeno, e quando è prodotta in dosi massicce può portare a ipossia dei tessuti (poco ossigeno nelle cellule). Questo spiegherebbe il colore bluastro dei Fugate, con labbra viola ematoma.
I Fugate furono curati dal medico che si prese a cuore il loro caso con iniezioni e pastiglie di blu di metilene: il trattamento ridonò loro il colorito naturale (anche se l’effetto era temporaneo e le pastiglie andavano assunte quotidianamente). “Erano gente povera, ma brava gente”, ricorda il medico. Diverse troupe di documentaristi e programmi televisivi hanno da allora cercato di intervistare i Fugate, ma sono state regolarmente respinte dai feroci cani da guardia della famiglia. Dagli anni ’60 si è persa traccia dell’esatta localizzazione del ranch dei Fugate, e ora la famiglia dalla pelle blu può vivere in pace.