Psichiatra di frontiera

Il gruppo musicale The Avalanches è originario di Melbourne, in Australia, ed è una band elettronica che fa un pesante uso di campionamenti da vecchi vinili dimenticati. Le loro canzoni sono dei collage di piccoli pezzi tratti da migliaia di 33 giri trovati nei mercatini dell’usato e poco noti al grande pubblico.

Il loro brano Frontier Psychiatrist, divenuto un hit discografico dieci anni fa, è stato “tradotto” in un video weirdissimo e totalmente delirante che è una gioia per gli occhi. Protagonista della canzone è un ragazzo che “ha bisogno di essere curato”. La sua follia dà occasione a uno show senza freni e completamente assurdo scandito dalla frase dello psichiatra che lo ha in cura: “That boy needs therapy!”. Ma ne ha veramente bisogno?

Nani, indiani, batteriste ultrasettantenni, fantasmi, mariachi, deretani di cavalli colpiti dalla bacchetta magica di una fata, pappagalli parlanti… chi più ne ha, più ne metta. Un grosso spettacolo del deviante, dell’assurdo, del nonsense senza barriere. Proprio come lo psichiatra “di frontiera” del titolo che, rigidamente risoluto a ridurre alla normalità il suo paziente, si ritrova perso nell’universo delirante dei casi-limite più fantasiosi, bloccato in un limbo in cui tutto è possibile; la follia è veramente una malattia o forse può in certi casi portare gioia e spregiudicatezza nella nostra vita?

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Buon Dìa de muertos!

fandango

Il “Día de Muertos” è una tradizione – dichiarata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), Opera Maestra del Patrimonio Orale e Intangibile dell’Umanità – che si celebra in Messico, ma anche in altri paesi dell’America Latina, da almeno tremila anni.

I vivi omaggiano, il primo e il secondo giorno di novembre, i loro defunti con canti, balli, allestimento di altari, offerte votive, preparazioni di vari dolci tipici.

Fra i dolci più caratteristici, le Calaveras de dulce, teschi di marzapane decorato con il nome del defunto, da consumarsi frai parenti del morto; e il Pan de muerto, un pane dolce a forma di croce o di teschio, solitamente ricoperto di zucchero.

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La festa è antichissima, ma nel tempo è divenuta anche un’evidente declinazione del sincretismo fra tradizione precolombiana e cattolicesimo, tipico di tutto il centro e sud America.

Per chi si trovasse a passare per Roma, ricordiamo che oggi 31 ottobre presso il palazzo dell’Ambasciata Messicana in Piazza Navona 91, alle ore 18,00 si celebrerà il Dìa de muertos. Sarà possibile ammirare il tradizionale Altar de Muertos realizzato per l’occasione dalla Comunidad Mexicana de Roma insieme al Laboratorio di Artigianato Artistico Macías.
Saranno i Mariachi Romatitlán – gruppo musicale noto non solo in Italia ma anche in tutta l’Europa e nel mondo – a esibirsi con il loro repertorio.

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