Il cortometraggio Sombra Dolorosa (2004) di Guy Maddin è un delirante pastiche nel classico stile del geniale regista canadese: narra la storia di Paramo, una vedova messicana che, per scongiurare il suicidio della figlia, deve sfidare il lottatore El Muerto (il divoratore di anime) prima della fine dell’eclisse solare. Una volta battuto, El Muerto dovrà mangiare il corpo del marito defunto di Paramo e “liberare” la sua anima, che entrata nel corpo di un mulo potrà cominciare il suo infinito girovagare per il mondo.
Con il suo “consueto” stile che unisce espressionismo tedesco, avanguardia russa e arte costruttivista, Maddin riesce (per una volta anche in un filmato a colori, lui che usualmente utilizza solo il bianco e nero) a coniugare l’atmosfera da film muto con il suo inconfondibile montaggio frammentario e “neurologico”. Un artista ancora ingiustamente poco conosciuto da noi, Maddin è autore di lugometraggi poetici e originalissimi, come The Saddest Music In The World (2003), Tales From The Gimli Hospital (1988) e My Winnipeg (2007).
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