Bizzarro Bazar Web Series: Episode 10

In the 10th episode of Bizzarro Bazar Web Series: the psychedelic story of crainal trepanation advocates; the african fetish hiding a dark secret; the Club that has the most macabre initiation ritual in the whole world.
[Be sure to turn on English captions]

And so we came to the conclusion … at least for this first season.
Will there be another one? Who knows?

For the moment, enjoy this last episode and consider subscribing to the channel if you haven’t yet. Cheers!

Written & Hosted by Ivan Cenzi
Directed by Francesco Erba
Produced by Ivan Cenzi, Francesco Erba, Theatrum Mundi & Onda Videoproduzioni

Davvero un brutto trip

Guardando il video psichedelico di Skeletons Having Sex On A Tin Roof (“Scheletri che fanno sesso su un tetto di lamiera”) degli islandesi Orphic Oxtra, perfino Tim Leary avrebbe esclamato “questo è troppo!”…

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Progetto MKULTRA

Gli Americani saranno anche dei paranoici cospirazionisti, sempre pronti a vedere intrighi e misteriosi “progetti” dei servizi segreti ovunque; ma bisogna ammettere che questa loro paura non nasce dal nulla. Di cospirazioni e di strane operazioni occulte ne hanno viste e vissute parecchie.

Anni ’50, inizio della Guerra Fredda. Stati Uniti e Russia cominciano a cercare freneticamente nuove armi per essere sempre un passo più avanti del loro avversario. E, in aggiunta alle ricerche batteriologiche e al perfezionamento delle armi atomiche, la CIA decide che ci sono i presupposti per iniziare un’operazione un po’ differente, sperimentale, e soprattutto illegale.

Sotto il nome in codice MKULTRA, il nuovo programma di ricerca segreto si propone di studiare e scoprire dei metodi per controllare la mente delle persone. Vi ricordate il nostro articolo su José Delgado? Ecco, la CIA vuole fare un ulteriore passo innanzi. D’altronde, pochi anni prima, aveva utilizzato l’Operazione Paperclip per reclutare i “migliori” scienziati e criminali di guerra nazisti, comprando le conoscenze acquisite durante gli esperimenti umani nei campi di sterminio, in cambio dell’immunità dai processi. Alcuni di questi scienziati avevano studiato tecniche di lavaggio del cervello, interrogatorio e tortura.

L’intento della CIA è quello di capire se esiste la possibilità di indurre, ad esempio, una persona all’assassinio programmato; se c’è un metodo scientifico per attuare il lavaggio del cervello o estorcere informazioni durante un interrogatorio; se si può alterare la percezione degli eventi nei testimoni, e via dicendo. Va da sé che per raggiungere questi risultati occorrono cavie umane. Così, se molti dei soggetti studiati dal progetto MKULTRA sono consenzienti, i ricercatori comprendono subito che per ottenere delle analisi precise e delle prove inconfutabili serviranno anche soggetti ignari… cavie che non sappiano di star prendendo parte all’esperimento. Anche in questo risiede l’illegalità dell’operazione, coperta quindi dal massimo segreto. E, sempre in massimo segreto, vengono investiti milioni e milioni di dollari in un progetto che a posteriori si può tranquillamente definire aberrante e criminale.

La maggior parte degli esperimenti relativi a MKULTRA hanno a che fare con le droghe. Si ricercano sostanze che alterino la mente in tutti i modi possibili: dalle sostanze più innocue che favoriscano la concentrazione, o che si dimostrino efficaci come rimedio per il dopo-sbronza… fino ai metodi chimici per creare confusione, depressione, paranoia e shock prolungati in un soggetto, per inibire le menzogne, per creare uno stato di ipnosi, per indurre lo svenimento istantaneo o la paralisi degli arti. Insomma, droghe “positive” che possono potenziare le truppe americane; e droghe “negative”, destinate a controllare e alterare la forza mentale del prigioniero o del nemico.

Gli esperimenti di MKULTRA meglio conosciuti sono quelli legati alla sperimentazione dell’LSD. Sintetizzata per la prima volta nel 1938 da Albert Hoffman, la dietilamide-25 dell’acido lisergico (LSD) era ancora sconosciuta al grande pubblico.  Gli agenti di MKULTRA decisero di comprendere i suoi effetti su una serie di cavie ignare, e nella famigerata Operazione Midnight Climax misero a punto questo sistema: dopo aver installato dei finti specchi in alcuni bordelli di San Francisco, con la complicità delle prostitute facevano in modo che al cliente venisse servito un drink in cui era stata disciolta una potente dose di acido. La “sessione” veniva quindi filmata da dietro lo specchio.

A poco a poco gli effetti della droga si manifestavano, e i clienti cominciavano ad essere preda di violente e incontrollabili allucinazioni; come si sa, l’LSD è fra le sostanze psicoattive sintetiche più potenti, con effetti che ad alti dosaggi possono spingersi ben oltre le 12 ore. I poveri clienti, arrivati con la modesta speranza di una seratina piccante, si ritrovavano di colpo scaraventati nel baratro della follia, in quella che aveva tutta l’aria di essere una crisi psicotica. Non capivano, non potevano capire perché di colpo vedessero le dimensioni della stanza alterarsi, il tempo distorcersi e la carta da parati pulsare come fosse viva. Si convincevano di essere impazziti di colpo, e il terrore si impadroniva di loro. Una volta esauriti gli effetti della droga, gli agenti si palesavano e intimavano alla vittima, ancora sotto shock, di non rivelare nulla di quanto era successo. Se avessero raccontato la loro storia, si sarebbe anche saputo che frequentavano il bordello… Alcuni dei soggetti non si ripresero più, e finirono ospedalizzati, e molti ritengono che diversi suicidi siano imputabili a questi esperimenti senza scrupoli.

Oltre alla somministrazione di droghe, il progetto sondò anche le diverse possibilità offerte dalla deprivazione sensoriale, dall’ipnosi, dalla privazione del sonno e dagli abusi verbali e fisici. Che tipo di osservazioni scientifiche si potevano trarre da simili esperimenti? Che valore aveva questa ricerca? Quando la CIA ammise pubblicamente, fra il 1975 e il 1977, l’esistenza del progetto MKULTRA e offrì le sue scuse, confessò anche che tutte queste ricerche non avevano portato ad alcun risultato concreto.  Gli agenti a capo degli esperimenti, si scoprì, non avevano nemmeno le qualifiche necessarie per essere degli osservatori scientificamente attendibili. Quindi la massiccia operazione, dal costo stimato di più di 10 milioni di dollari, e che aveva coinvolto numerose multinazionali farmaceutiche e distrutto la vita a molti civili divenuti cavie, non era servita a nulla.

Nonostante la declassificazione di molti documenti, iniziata nel 1977, e le ammissioni della CIA, c’è chi è pronto a giurare che la “confessione” sia un ulteriore depistaggio, e che il progetto MKULTRA non sia mai stato chiuso: continuerebbe ancora, sotto diverso nome, per mettere a punto metodi sempre più perfezionati di controllo della mente.

Ma la cosa forse più curiosa è un effetto boomerang che la CIA non poteva prevedere, e che cambiò la storia. Come ricordato, non tutti i soggetti degli esperimenti di MKULTRA erano vittime ignare. Fra i volontari che si sottoposero ad alcuni test con l’LSD in California, c’era anche un giovane studente della Stanford University. Questo ragazzo, sconvolto dal potenziale della droga, decise che avrebbe cercato di promuovere l’LSD anche al di fuori di MKULTRA. Lo studente era Ken Kesey, autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, che di lì a poco avrebbe fondato i Merry Pranksters e girato gli Stati Uniti portando follia e buonumore su un furgoncino multicolore, dispensando dosi gratuite di LSD a chiunque volesse provare. Grazie a Kesey cominciò la rivoluzione degli anni ’60, la pacifica ribellione hippie, e la cosiddetta psichedelia che cambiò volto alla società, alla musica, alla politica e alla cultura.

Da un terribile progetto segreto militare per il controllo della mente, quindi, nacque paradossalmente un movimento che in pochi anni conquistò il mondo; milioni di ragazzi cominciarono a predicare la liberazione della mente, l’espansione e l’allargamento della coscienza, l’uguaglianza dei diritti, il sesso libero, la convivenza pacifica e l’affrancamento da qualsiasi organizzazione militare o politica. Non esattamente quello che i vertici della CIA, con tutte le loro sofisticate conoscenze, avevano sperato di ottenere.

Ondrej Svadlena

Ondrej Svadlena è uno dei più dotati animatori (e disegnatori) provenienti dalla Repubblica Ceca, nonostante si dedichi alla creazione dei suoi corti soltanto nei ritagli di tempo – e per questo la gestazione delle sue opere è piuttosto lunga. Dallo stile visivo davvero unico, lugubre e visionario, il suo mondo allucinato vuole essere la metafora stratificata della disumanizzazione odierna, della caduta dei limiti di senso e dell’ormai indistinguibile commistione di livelli di realtà che viviamo quotidianamente. Ma al di là delle intenzioni filosofiche del loro autore, questi cortometraggi sono soprattutto un’esperienza inedita – talvolta ai limiti della psichedelia, sempre ipnotica e affascinante.

Sul sito ufficiale di Ondrej è possibile ammirare anche altri suoi lavori, fra cui un estratto della sua ultima fatica, MRDRCHAIN (2010), che si preannuncia spettacolare.

Auto trapanazione

Fino a dove sareste disposti ad arrivare, pur di “ampliare la vostra coscienza”? Potreste scegliere la strada più lunga, la meditazione, lo yoga, lo zazen e via dicendo. Oppure potreste decidere di prendere la “scorciatoia” delle sostanze psicoattive, e cercare di “liberare la mente” attraverso lo yage o i funghetti mescalinici, o l’acido lisergico. Ma arrivereste mai al punto di prendere il vostro fido trapano Black&Decker a percussione, puntarvelo alla fronte e praticare un bel foro nel cranio, dal quale si possa vedere la dura mater che ricopre il cervello?

La trapanazione è stata praticata fin dal Neolitico. Era una pratica relativamente comune, con la quale si cercava di far “uscire” gli spiriti maligni dalla testa del malato. Secondo alcune interpretazioni dei dipinti rupestri, pare che i nostri antenati fossero convinti che praticare un foro nel cranio potesse curare da emicranie, epilessia o disordini mentali. L’intervento, popolare nelle aree germaniche durante il Medio Evo, sembra inoltre aver avuto un’alta percentuale di sopravvivenza – a giudicare dai bordi soffici dei fori sui teschi ritrovati, le ferite stavano cominciando a guarire:  sette persone su otto si riprendevano dall’operazione.

Flashforward al 1964. I tre protagonisti di questa storia si chiamano Bart, Amanda e Joseph.

Bart Huges, un giovane olandese che non aveva mai potuto finire gli studi di medicina per via del suo uso di stupefacenti, pubblica un incartamento underground intitolato Il meccanismo del Volume del Sangue al Cervello, conosciuto anche come Homo Sapiens Correctus. In questo piccolo, psichedelico saggio Huges parla di come il cervello del bambino sia così ricettivo perché le ossa del cranio sono elastiche e la fontanella alla cima della testa permette al cervello di “respirare”, ossia di sostenere la pressione del sangue proveniente dal cuore con una sua propria “pulsazione”. Crescendo, però, la fontanella si salda e le ossa si solidificano. Il nostro cervello rimane così rinchiuso in una vera e propria prigione. Praticando un foro nel cranio, si allenta la pressione del cervello e lo si libera, dandogli uno sfogo per “respirare” e rendendo possibile una sorta di sballo permanente, oltre che un ampliamento della coscienza senza precedenti. Bart Huges praticò su se stesso la trapanazione, l’anno successivo, nel 1965. L’operazione durò 45 minuti, ma per togliere il sangue dai muri occorsero 4 ore.

Con le sue bende che coprivano l’impressionante foro, praticato all’altezza del terzo occhio, Bart Huges divenne il guru della trapanazione, auspicando che tutti gli ospedali la praticassero gratuitamente, e arrivando a opinare che in un futuro non troppo lontano il buco in testa venisse praticato a tutti, a una certa età, per creare un’umanità evoluta e sensitiva.

Ora, penserete, in un mondo normale nessuno darebbe credito a un guru di questo tipo, e soprattutto alle sue fantasticherie pseudoscientifiche. Ma questo non è un mondo normale, e men che meno lo era quello dei favolosi Sixties, in cui la liberazione della mente era uno degli scopi principali dell’esistenza, assieme al libero amore e alla musica rock. Huges cominciò con il farsi un adepto, Joseph Mellen, un hippie piuttosto fatto che però ebbe il merito di fargli conoscere Amanda Feilding. Fra i due scoccò subito la scintilla della passione. Bart e Amanda convinsero il povero Joseph a trapanarsi – ma se Bart aveva usato un trapano elettrico, Joseph avrebbe dovuto usare un trapano a mano, “per convincere le autorità che anche le popolazioni del terzo mondo avrebbero potuto godere della tecnica”. Joseph, che aveva forse poca personalità ma di certo molta buona volontà, provò a bucarsi la testa con quel trapano, senza riuscirvi, forse anche a causa della quantità impressionante di LSD che si era calato per “calmare i nervi”.

Mellen ci riprovò per altre quattro volte, nell’arco dei quattro anni successivi, talvolta assistito da Amanda (che aveva nel frattempo lasciato Bart, e si era sposata con lui). Una volta, ancora strafatto di LSD, si era trapanato fino a svenire ed essere ricoverato d’urgenza. Un’altra volta aveva sentito “un sacco di bolle corrermi dentro la testa”, ma visto che l’estasi prevista non arrivava, aveva concluso che  il buco praticato doveva per forza essere troppo piccolo. Un’altra volta si ruppe il trapano, Joseph dovette interrompere l’operazione a metà, andare a chiedere a un vicino di riparargli l’utensile, e poi riprendere il “lavoro”. Infine, dopo tanti tentativi tragicomici, Mellen riuscì ad ottenere il suo bel buco, e il più grande e potente sballo della sua vita (a suo dire). Amanda, imparando dagli errori del marito, decise tre mesi dopo di tentare anche lei.

Filmata da Joseph, la sua fu un’operazione sopraffina, e divenne ben presto un filmato d’arte underground che ancora oggi pochi hanno avuto la fortuna (?) di vedere: Heartbeat In The Brain (1970). Il filmato, esplicito e duro, ebbe una certa eco negli ambienti artistici nei quali la Feilding era conosciuta.

Amanda Feilding è sempre stata più ambigua sul risultato della sua auto trapanazione; ha continuato a sostenerne gli effetti benefici con strenua convinzione, ma ha anche spesso sottolineato la “soggettività” delle sue posizioni. (A onor del vero, bisogna sottolineare che nessuno di questi ferventi fautori della trapanazione ha mai sostenuto l’auto trapanazione: vi sono arrivati dopo che nessun chirurgo si era prestato a soddisfare le loro richieste).

Dopo vent’otto anni assieme e due figli, Mellen e Fielding si separarono. Risposati, ognuno di loro convinse il rispettivo nuovo coniuge a farsi trapanare. In tutto, le persone trapanate al mondo dovrebbero essere circa una ventina. Fino a qualche anno fa era attiva anche una Church Of Trepanation, con sede in Messico, che proponeva per un modico prezzo una trapanazione operata da un chirurgo messicano compiacente. Oggi si è trasformata in un più sobrio Gruppo per la Trapanazione, con un sito ad appoggio delle teorie in favore di questa pratica.

Per saperne di più:

Trapanazione su Wikipedia (inglese) – Intervista-racconto ad Amanda Feilding – il documentario A Hole in The Head