Links, Curiosities & Mixed Wonders – 20

Monday morning according to Gustave Doré.

First of all some quick updates on my upcoming activities.

  • On November 1st, together with my friend Luca Cableri, I will be a guest of the Trieste Science+Fiction Festival. We will talk about wunderkammer and space, in a conference entitled The Space Cabinet of Curiosities. — November 1st, 10 am, Teatro Miela in piazza L. Amedeo Duca degli Abruzzi 3, Trieste.
  • On November 3rd I will speak at Sadistique, the BDSM party organized every first Sunday of the month by Ayzad. The title of my speech: “Pains are my delight”: Erotics of martyrdom. Obviously, given the private context, access is forbidden to the curious and to those who have no intention of participating in the party. Consult prices, rules of conduct and dress code on the event’s official page. — November 3rd, 3-8 pm, Nautilus Club, via Mondovì 7, Milano.
    [BTW, Ayzad recently launched his own podcast Exploring Unusual Sex, you can listen to it on Spreaker and Spotify]
  • I remind you that on November 14 we will inaugurate the collective art exhib REQVIEM at Mirabilia Gallery in Rome. The exhibition, organized by l’Arca degli Esposti and curated by Eliana Urbano Raimondi and myself, will feature works by 10 international artists within the context of the only Roman wunderkammer. — November 14th, 7 pm, Galleria Mirabilia, via di San Teodoro 15, Roma.

Without further ado let’s start with our selection of links & weirdness!

  • In his encyclopedia of natural history L’univers. Les infiniment grands et les infiniments petits (1865) Felix A. Pouchet recounts this case which allegedly happened in 1838 in the French Alps: “A little girl, five years old, called Marie Delex, was playing with one of her companions on a mossy slope of the mountain, when all at once an eagle swooped down upon her and carried her away in spite of the cries and presence of her young friends. Some peasants, hearing her screams, hastened to the spot but sought in vain for the child, for they found nothing but one of her shoes on the edge of a precipice. The child was not carried to the eagle’s nest, where only the two eagles were seen surrounded by heaps of goat and sheep bones. It was not until two months later that a shepherd discovered the corpse of Marie Delec, frightfully mutilared, and lying upon a rock half a league from where she had been borne off.
  • The Halloween special which caused the death of a young boy, pushing the BBC to pretend it never even aired: a nice video tells its story. (Thanks Johnny!)
  • Fungi that turn insects into zombies: I’ve already written about them a few years ago in my little ebook (remember it?). But this video about the cute Entomophthora muscae has some truly spectacular images.

  • Italian creativity really tops itself when it’s time to put up a scam. A small business car ran over a wild boar in the Gallura countryside, forest rangers were alerted so that the accident damage could be reimbursed by the municipality. It turned out the boar had been just taken out of a freezer. (Article in Italian, via Batisfera)
  • In 1929, the Australian writer Arthur Upfield was planning a detective story and while chatting with a friend he came up with a method for the perfect murder. So perfect in fact, that his novel couldn’t even work, because the detective in the the story would never have solved the case. He needed to find a flaw, one small detail that could expose the culprit. To get out of the impasse the frustrated writer began to discuss the plot with various people. Little did he know that one of these listeners would soon decide to test the method himself, by killing three men.
  • I sometimes think back to a little book I had as a kid, Idées Noires by Franquin. Here is an example of the Belgian cartoonist‘s very dark humor.

“The law is clear: everyone who kills another person will have his head cut off.”

  • An since we’re talking about beheadings, I took the above photograph at Vienna’s Kriminalmuseum di Vienna. It is the head of criminal Frank Zahlheim, and on the cultural implications of this kind of specimens I wrote a post last year that you might want to re-read if you’ve got five minutes.
  • Greta Thunberg becomes a pretext to clarify what autism and Asperger’s syndrome really are (article in Italian).
  • In England, back in the days, whenever someone died in the family the first thing to do was tell the bees.
  • To conclude, I leave you with a picture of a beautiful Egyptian mummified phallus (circa 664-332 a.C.). See you next time!

Le scarpe del bandito

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Era l’epoca d’oro dei fuorilegge, quella in cui Jesse James e suo fratello terrorizzavano il far west, gli anni delle rapine alle diligenze e alle ferrovie. In quel tempo, nella seconda metà dell’800, Big Nose George Parrott era lontano dall’essere una leggenda: un outlaw di mezza tacca, ladro di cavalli e borseggiatore. Le cose sarebbero cambiate, la fama l’avrebbe infine raggiunto, ma non nel modo in cui Big Nose si sarebbe potuto aspettare.

Nel 1878, Parrott e la sua banda erano al verde e cercavano un bottino più ghiotto delle solite razzie nelle stalle. Così il 19 agosto decisero di fare il colpo grosso: avrebbero fatto deragliare un treno della Union Pacific e l’avrebbero saccheggiato. Sette fuorilegge si nascosero nei cespugli aspettando l’arrivo del treno, quando una pattuglia di guardia arrivò sul posto e scoprì che la ferrovia era stata manomessa. La polizia venne chiamata e in poco tempo due ufficiali scovarono i malviventi. La gang però ebbe la meglio, e uccise i due poliziotti. Secondo alcune fonti, i banditi smembrarono i corpi come avvertimento a chi avesse tentato di inseguirli.

Questa crudeltà fece imbestialire la Union Pacific Railroad, che moltiplicò gli sforzi per trovare i fuggitivi, e offrì una taglia di 10.000 dollari, più tardi raddoppiata a 20.000, per la loro cattura.

L’anno successivo alcuni membri della gang vennero arrestati; uno di loro, Dutch Charlie, non riuscì neppure ad arrivare al processo: una folla inferocita lo strappò dalle mani dei poliziotti e lo impiccò a un palo del telegrafo. Nel 1880 fu la volta di Big Nose George. Dopo essersi vantato in un saloon, da ubriaco, di aver ucciso i due ufficiali della rapina al treno, Parrott venne arrestato nel 1880 a Miles City.

Riportato nel Wyoming, dove il doppio omicidio era avvenuto, Parrott venne condannato all’impiccagione, prevista per il 2 aprile 1881. Ma Big Nose George non si diede per vinto. Il 22 marzo, con una pietra e un coltellino che era riuscito a nascondere, scassinò le pesanti catene alle sue caviglie; aspettò nascosto nella stanza da bagno e aggredì il secondino, fratturandogli il cranio con le manette che aveva ancora ai polsi; ma la guardia riuscì a resistere e chiamare sua moglie che, arrivata a pistole spianate, costrinse il bandito a ritornare in cella.

Alla notizia dell’ennesima malefatta di Parrott, un gruppo di uomini mascherati fece irruzione nella prigione e, minacciando con una pistola la già malmessa e convalescente guardia carceraria, portò Parrott con sé. Ma non si trattava certo di un salvataggio. Gli uomini mascherati, spalleggiati da più di duecento paesani urlanti, appesero Big Nose George ad un palo e, dopo due tentativi falliti, riuscirono finalmente ad impiccarlo.

Secondo le leggende, una volta tirato giù il criminale dalla forca improvvisata, il becchino ebbe difficoltà a chiudere la bara per via dell’enorme naso di George. Siccome nessun parente si sarebbe mai sognato di reclamare il corpo, le spoglie di Parrott passarono in possesso del dottor John Osborne, affinché potesse studiarne il cervello e capire cosa lo distinguesse da quello di una persona sana di mente e non criminale.

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Quello che fece il dottor John Osborne, però, fu del tutto particolare. Assistito dall’allora quindicenne Lillian Heath, Osborne aprì il cranio di Parrott, esaminò il cervello e (sorpresa!) non trovò nulla di particolare. Realizzò una maschera funeraria in gesso del cadavere del bandito: ancora oggi visibile, a questa maschera mancano le orecchie, perché erano state strappate accidentalmente nei tentativi di impiccagione. Ma fin qui, nulla di veramente strano.

Poi però Osborne decise di rimuovere la pelle dalle cosce e dal petto di George, capezzoli inclusi. Li spedì a una conceria, con istruzioni per farne una borsa medica e un paio di scarpe. Quando gli arrivarono, lustrate ad arte, il dottore rimase un po’ deluso che i capezzoli non fossero stati usati; ma le indossò comunque con grande orgoglio (perfino, si dice, nel giorno della sua inaugurazione a governatore dello Stato)… e Big Nose George divenne l’unico cittadino americano della storia ad essere trasformato, dopo la sua morte, in un capo di vestiario.

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Il dottore condusse i suoi esperimenti sul cadavere per un anno, conservandolo in un barile di whiskey riempito di una soluzione di sale. Una volta che ebbe finite le sue dissezioni, il barile venne sepolto nel cortile. La calotta cranica venne regalata, come simpatico souvenir, alla giovane assistente, Miss Heath, che sarebbe poi diventata la prima dottoressa femmina del Wyoming, e che negli anni avrebbe usato il macabro resto come posacenere o come fermaporta.

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L’11 maggio del 1950, durante gli scavi per la costruzione di una banca, alcuni operai dissotterrarono il barile contenente le ossa del fuorilegge… e anche il famoso paio di scarpe. Per fortuna all’epoca la dottoressa Heath era viva e vegeta, e possedeva ancora la calotta cranica di Big Nose George: combaciava perfettamente con il teschio scalottato ritrovato nel barile, e più tardi la prova del DNA identificò senz’ombra di dubbio i resti ritrovati.

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Oggi il teschio di Big Nose George Parrott, la sua maschera funebre e le scarpe forgiate con la sua pelle sono l’attrazione principale del Carbon County Museum a Rawlins, Wyoming, insieme alle scarpe che egli stesso portava durante il suo linciaggio, alle manette e ad altri oggetti. La calotta è conservata allo Union Pacific Museum a Council Bluffs, Iowa. Il resto delle ossa fu seppellito in un posto segreto, e la borsa medica non venne mai ritrovata.

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