Abbiamo già parlato dell’agnello vegetale, fantasioso ibrido di pianta e mammifero. Ma se l’agnello vegetale è una leggenda fantastica, la Elysia chlorotica è realtà.
Questo mollusco marino, studiato per vent’anni da Sidney Pierce, biologo all’Università della Florida del Sud a Tampa, ha lasciato molti scienziati di stucco: la sua evoluzione l’ha portato infatti ad “appropriarsi” di un procedimento di nutrizione finora riscontrato esclusivamente nelle piante – la fotosintesi clorofilliana.
Non soltanto questa specie di lumaca dei fondali marini riesce a trasformare la luce del sole in energia (cosa che soltanto le piante sono in grado di fare), ma sembra che assuma questa facoltà dalle alghe che ingerisce.
Originari delle paludi salate del New England e del Canada, questi animali si sono appropriati dei geni responsabili della produzione di clorofilla presenti nelle alghe che costituiscono la loro dieta, assieme ad alcune parti di cellule chiamate cloroplasti. I progenitori hanno quindi passato questo patrimonio genetico alle nuove generazioni, in modo che basta a un nuovo nato un unico pasto di alghe per rubare i cloroplasti ed acquisire così questi incredibili “superpoteri”.
Raccolte e tenute in un acquario per mesi, le lumachine sono in grado di sopravvivere senza cibo, finché una luce assicura loro il giusto apporto energetico. Così, in mare, possono sopportare lunghe “carestie” di alghe semplicemente cibandosi dei raggi del sole. Che l’evoluzione fosse creativa e sorprendente si sapeva. Ma un animale che produce clorofilla e si comporta da pianta supera di gran lunga le aspettative degli scienziati più fantasiosi.
Ecco un articolo (in inglese) sulle stupefacenti proprietà dell’elysia chlorotica.