Links, curiosities & mixed wonders – 2

Tomorrow I will be at Winchester University to take part in a three-day interdisciplinary conference focusing on Death, art and anatomy. My talk will focus on memento mori in relation to the Capuchin Crypt in Rome — which, together with other Italian religious ossuaries, I explored in my Mors Pretiosa.
Waiting to tell you more about the event, and about the following days I will spend in London, I leave you with some curiosities to savour.

  • SynDaver Labs, which already created a synthetic cadaver for autopsies (I wrote about it in this post), is developing a canine version for veterinary surgery training. This puppy, like his human analogue, can breathe, bleed and even die.

  • Even if it turned out to be fake, this would still be one of the tastiest news in recent times: in Sculcoates, East Yorks, some ghost hunters were visiting a Nineteenth century cemetery when they suddenly heard some strange, eerie moanings. Ghost monks roaming through the graves? A demonic presence haunting this sacred place? None of the above. In the graveyard someone was secretely shooting a porno.
  • Speaking of unusual places to make love, why not inside a whale? It happened in the 1930s at Gotheburg Museum of Natural History, hosting the only completely taxidermied blue whale inside of which a lounge was built, equipped with benches and carpets. After a couple was caught having sex in there, the cetacean was unfortunately closed to the public.

  • In case you’ve missed it, there was also a man who turned a whale’s carcass into a theatre.
  • The borders of medieval manuscripts sometimes feature rabbits engaged in unlikely battles and different cruelties. Why? According to this article, it was basically a satire.

  • If you think warmongering rabbits are bizarre, wait until you see cats with jetpacks on their backs, depicted in some Sixteenth century miniatures. Here is a National Geographic article about them.

  • One last iconographic enigma. What was the meaning of the strange Sixteenth century engravings showing a satyr fathoming a woman’s private parts with a plumb line? An in-depth and quite beautiful study (sorry, Italian only) unveils the mystery.

  • Adventurous lives: Violet Constance Jessop was an ocean liner stewardess who in 1911 survived the Olympia ship incident. Then in 1912 she survived the sinking of the Titanic. And in 1916 the sinking of the Britannic.

  • Here is my piece about Johnny Eck, the Half-Boy, on the new issue of Illustrati dedicated to vices and virtues.

SynDaver

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Talvolta, non c’è niente di meglio di un cadavere fresco.
Questa può sembrare una battuta, ma basta ragionarci un attimo e risulta subito evidente come lo studio della medicina non possa assolutamente prescindere dal confronto con l’anatomia reale. L’esame autoptico rimane ancora il metodo principe per acquisire quelle conoscenze che nessuna illustrazione, fotografia o modello tridimensionale, per quanto accurato, potranno mai rendere tangibile. Oltre alle dissezioni, i cadaveri possono essere utilizzati per la simulazione di alcuni interventi chirurgici: operare su un corpo morto non è come eseguire la stessa procedura su un corpo vivo, ma può rivelarsi comunque una palestra essenziale prima di un intervento particolarmente difficile. I cadaveri poi, storicamente, sono stati utilizzati anche per altri scopi di ricerca su traumi e ferite, come illustravamo ad esempio in questo vecchio articolo.

Ma l’impiego di corpi reali porta con sé diversi problemi. Innanzitutto vi è sempre una certa penuria di cadaveri su cui sperimentare liberamente: le autopsie vengono effettuate giornalmente a scopi legali, ma seguono procedure evidentemente rigide e controllate, mentre invece sono più rari almeno in Italia i casi di corpi donati alla scienza (complice, da noi, una certa assenza legislativa, come viene bene spiegato qui); ed è proprio sui corpi volontariamente donati alla ricerca che ai medici è consentito fare pratica chirurgica.
Un altro svantaggio dei cadaveri è quello di essere costosi da trasportare, conservare, smaltire. Infine, non sono riutilizzabili.

Ecco che entra in campo la SynDaver Labs. La ditta si occupa da anni di creare modelli ultrarealistici di tessuti, organi, e simulatori medici, realizzati in polimeri che replicano perfettamente le reali consistenze dei vari strati epidermici. Questi organi sintetici vengono utilizzati soprattutto per testare l’efficienza di macchinari clinici, eliminando il bisogno di provarli su vere parti anatomiche animali o umane. Ma è solo recentemente che la SynDaver ha fatto un salto più ambizioso, proponendo il primo cadavere sintetico modulare.

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Si tratta di un modello a grandezza naturale dell’intero corpo umano, ed è “modulare” nel senso che a seconda della necessità può essere accessoriato e reso più complesso dall’aggiunta di sistemi muscolari, sistema circolatorio, tendini, nervi e organi che replicano piuttosto fedelmente le proprietà meccaniche, chimiche, termiche ed elettriche del tessuto vivente. Ma non è tutto.

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Tramite un’applicazione installata su un tablet wireless, la simulazione delle funzioni vitali può essere controllata nei minimi dettagli. Questo “motore fisiologico” risponde agli stimoli come farebbe un corpo reale, adattando e riaggiustando vari parametri: ad esempio il movimento di braccia e gambe, la respirazione, il battito cardiaco ed eventuali aritmie, la dilatazione della pupilla, il battito delle palpebre, temperatura corporea, vasocostrizione, eccetera. Essendo poi il software open source, può essere modificato per adattarsi a qualsiasi situazione si intenda replicare.

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Gli utilizzi, come è intuibile, sono innumerevoli: si va dall’apprendimento delle più basiche forme di pronto soccorso (come posizionare il ferito, come muoverlo, come intubarlo), allo studio dell’anatomia, alla pratica con gli strumenti diagnostici (è possibile usarlo per allenarsi nell’eseguire radiografie, ultrasuoni, fluoroscopie, TAC) fino alla simulazione di veri e propri interventi chirurgici, con tanto di sangue sintetico riscaldato che circola nel sistema vascolare.
Rispetto a un vero cadavere, il vantaggio sta proprio nel fatto che questo corpo è riutilizzabile, smontabile, e adattabile alle più diverse esigenze.

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Certo, un corpo completo non è economico. Il prezzo di un SynDaver Patient dotato di tutti gli accessori è di 85.000 dollari. Ma si sta già lavorando a versioni “basic” più abbordabili, intorno ai 15.000 dollari.
E non dimentichiamo che siamo soltanto all’inizio. Senza dubbio con il passare del tempo la tecnologia diverrà sempre più raffinata, agile ed economica, e questi cadaveri sintetici potranno assumere un ruolo di sempre maggior rilievo in svariati settori clinici.

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Ecco il sito ufficiale di SynDaver Labs.