Continua la nostra rassegna di dischi dalle copertine improbabili, ma questa volta dalle sponde del Signore passiamo a una dimensione più sensuale e terrena, e a temi più “caldi”. Abbassate le luci, quindi, e accendete il giradischi.
Iniziamo dalla irresistibile arte seduttoria di Pooh-Man, ritratto qui nella sua più banale quotidianità.
I Boned nascondono qualche velata allusione sessuale sulla loro copertina, mentre Kevin Rowland ci fa scoprire la sua bellezza interiore.
Ecco gli Scorpions, classico gruppo anni ’80 da “smutandamento” (come si diceva allora): nel primo album restano purtroppo impantanati nella torbida viscosità delle pulsioni erotiche, mentre nel secondo scopriamo la loro più sospesa sensualità grazie a un paio di pantaloni, una donna adorante e… un cane.
The Handsome Beasts dimostrano di saper osare — e di non conoscere Photoshop — mentre Millie Jackson ci racconta la sua intimità con grinta e faccia tosta.
Chi non vorrebbe leccare Swamp Dogg alzi la mano.
E Herbie Mann ci stuzzica con il suo ammiccante piffero che fa “Push Push”.
Si spoglia di ogni inibizione Quim Barreiros, e Martin Denny svela tutto il suo romanticismo.
Gli Orleans gridano al mondo la loro amicizia senza inibizioni, così serena e lontana dalla virilità inquietante sfoggiata dai WASP.
Inquietante, a dir poco, è anche il modo in cui John Bult celebra il sedicesimo compleanno di Julie; ma la compilation “My pussy belongs to daddy” riporta un po’ di serenità e buonumore, nonché di pucciosità.
Altri spensierati esempi di allegra gaiezza (anche se qualche nube offusca lo sguardo di Francisco).
Ragazze, attente: Tony Tee stanno arrivando con il loro carico di sensualità provocante, e Jim Post per l’occasione si è pure fatto una doccia.
Richard & il burattino Willie si danno da fare in un threesome senza precedenti, mentre i Manowar si dedicano a sviscerare i collegamenti nascosti fra l’immaginario fantasy e quello gay.
E chiudiamo ancora con gli Handsome Beasts, che si riconfermano artisti dall’incomparabile finezza espressiva con il loro struggente “Bestiality“.
Link agli altri due articoli:
La discoteca ideale – I
La discoteca ideale – III